Condanna Di Orio, Bizzarri: “Nessun dispiacere per l’ex rettore”

Tre anni e mezzo per concussione. È la condanna inflitta all’ex rettore dell’Università dell’Aquila, Ferdinando Di Orio, nei confronti di un docente dello stesso ateneo, il medico romano Sergio Tiberti.
Interviene il Prof. Francesco Bizzarri, della rappresentanza sindacale unitaria universitaria. “La sentenza lascia amarezza per l’ente di cui faccio parte, nessun amarezza invece per l’ex rettore.
L’ateneo sta pagando e continuerà a pagare un brutto prezzo.”
Non usa mezzi termini il prof. Bizzarri che ripercorre i “pasticci” dell’ex rettore che pesano sull’immagine dell’Università.
Dalla questione dei maxiaffitti quando l’università dell’Aquila stipulata un contratto di affitto con la Gallucci srl, per il capannone ex Optimes dove furono trasferite le aule di Ingegneria, senza un’attenta analisi di mercato e in assenza di una stima dell’Agenzia del territorio. L’affitto annuale sarebbe lievitato da 715 mila euro a 1,24 milioni; al caso di Antrodoco dove nell’immediato dopo sisma Di Orio riuscì ad acquistare un terreno per 15 mila euro offrendo all’amministrazione comunale di Antrodoco di dislocare alcune strutture dell’Università dell’Aquila nel piccolo paese in provincia di Rieti, distante oltre 30 chilometri dal capoluogo abruzzese; fino all’ultima sentenza che condanna l’ex rettore a tre anni di reclusione per aver costretto il collega Tiberti a versare 141 mila euro in nove anni. Se non avesse pagato, sarebbe scattato il licenziamento: questo il ricatto che la vittima, titolare della cattedra di Igiene a Medicina, avrebbe sopportato per anni.
“Voglio sottolineare – continua Bizzarri – che ci sono altri due gradi di giudizio, quindi vedremo che cosa accadrà. Visto che con il processo degli affitti gonfiati andiamo verso la prescrizione”.
“Di Orio spesso è stato considerato e definito uno scienziato sceso in terra. Ricordo anche il sit-in da parte degli studenti contro il giudice che aveva aperto il fascicolo della Optimes. Ironia sarebbe chiedere la grazia per questo signore come fatto per Bearzi (Preside Convitto), ma non è la stessa cosa!”