Sottoservizi, Frattale: ‘Ma quale stop al cantiere, ad aprile tutto pronto in centro’

11 febbraio 2016 | 16:12
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Sottoservizi, Frattale: ‘Ma quale stop al cantiere, ad aprile tutto pronto in centro’

Gianni Frattale, responsabile Asse Centrale Scarl, definisce “assurda” la proposta avanzata dal presidente del consiglio comunale Carlo Benedetti, di bloccare l’appalto sui sottoservizi nel centro città per consentire ai commercianti di rientrare in abitazioni e attività commerciali.

“Una proposta assurda senza alcuna fattibilità pratica” – afferma Frattale che considera la presa di posizione di Benedetti pura campagna elettorale.  “Offensa la serietà della nostra associazione di impresa, quando insinua ritardi e maestranze insufficienti e auspica controlli e pressioni”.

Ma Frattale se la prende anche con Confartigianato che ha sposato la proposta del Presidente del Consiglio Comunale.

Gianni Frattale precisa: “se i tunnel non verranno realizzati, sarà impossibile rientrare in case e negozi del centro in quanto le reti attualmente esistenti non sono in grado di garantire i servizi a causa dei danni riportati dal sisma e dal disuso di questi anni”. E annuncia: “ad aprile verranno riconsegnate, complete di sottoservizi e asfaltate, le seguenti vie del centro: via Marrelli, via Cavour, via degli Scardassieri, via Camponeschi, via dell’Annunziata, piazza Palazzo e la retrostante piazza S. Margherita, via delle Aquile, via Sallustio, via Roio, via del Seminario, via S. Marciano e via dell’Arcivescovado”.

Di seguito la nota Gianni Frattale, responsabile Asse Centrale Scarl

“Comprendo la posizione dal sapore vagamente elettorale del Presidente del Consiglio Benedetti sui sottoservizi. Quello che non comprendo è come, un’ipotesi senza alcuna fattibilità pratica possa generare persino un dibattito cittadino, segno questo solo di una condivisibile esasperazione che ha preso purtroppo il posto del buon senso. Un’esasperazione alimentata in questi anni proprio dai fabbricanti di veleni e nebbie come il Presidente del Consiglio comunale Carlo Benedetti che offende la serietà della nostra associazione di impresa, quando insinua ritardi e maestranze insufficienti e auspica controlli e pressioni. Non sono da meno gli accoliti come la Confartigianato che si accoda ad una proposta assurda con leggerezza sorprendente. Una cosa deve essere chiara ai fantasiosi e tardivi strateghi cittadini: se i tunnel non verranno realizzati, sarà impossibile rientrare in case e negozi del centro in quanto le reti attualmente esistenti non sono in grado di garantire i servizi a causa dei danni riportati dal sisma e dal disuso di questi anni. Ai critici disinformati dell’ora postuma che affermano che non c’è coordinamento dei lavori e che solo dieci metri di tunnel sono stati realizzati finora desidero fornire qualche dettaglio: finora sono stati messi in posa già due chilometri e trecento metri; che esiste un tavolo di coordinamento tra commercianti, imprese, residenti e GSA in cui potrebbero portare il loro contributo ma al quale si astengono dal partecipare preferendo la maggiore visibilità data dalla stampa; al contrario invece della Confcommercio di Celso Cioni che ringrazio per l’impegno faticoso prestato al tavolo e la Gran Sasso Acqua. Ed ancora desidero informare questi ispiratori di malanimo che ad aprile verranno riconsegnate, complete di sottoservizi e asfaltate, le seguenti vie del centro: via Marrelli, via Cavour, via degli Scardassieri, via Camponeschi, via dell’Annunziata, piazza Palazzo e la retrostante piazza S. Margherita, via delle Aquile, via Sallustio, via Roio, via del Seminario, via S. Marciano e via dell’Arcivescovado. Il progetto dei sottoservizi è stato coordinato con la posa in opera anche della rete gas, che non potendo essere ricompresa all’interno del tunnel è stata sistemata parallelamente e questo eviterà di dover scavare due volte. L’ultimo intervento sarà solo quello della pavimentazione definitiva a ricostruzione ultimata. Mi chiedo perché tanta vis polemica non venga riservata ai ritardi degli enti gestori che non procedendo al riallaccio delle utenze precludono il rientro a casa a centinaia di cittadini e decine di condomini terminati da mesi. Questo sì che è un intralcio evitabile con un’azione di pressione inter-istituzionale forte, se i nostri critici avessero voglia di fare veramente qualcosa per la città. Rispetto invece ad un’opera necessaria e non rinviabile l’unica strategia percorribile è il buon senso. Per questo ci stiamo coordinando con tutti i portatori di interesse per ridurre il più possibile il disagio di chi vivrà il centro nei prossimi mesi. Chiuderemo solo tratti di strade e realizzeremo passaggi pedonali per l’accesso a negozi e abitazioni; ascolteremo tutte le esigenze al tavolo che si riunirà una volta al mese; pubblicheremo tempi e procedure in un sito internet dedicato e raccoglieremo costantemente le istanze della città. 2 Tecnicamente sono sufficienti sessanta giorni per attraversare con i lavori l’asse viario che va dalla Villa comunale alla Fontana Luminosa, lungo all’incirca seicento metri, procedendo per cinque frazioni di scavo di circa centoventi metri l’una; quindi dodici giorni di lavoro per ciascuna tratta. I lavori sull’opera complessiva sono ad oggi perfettamente nei tempi. Gli unici ritardi accumulati sono stati quelli su via Sallustio motivati dalle analisi della Sovrintendenza che ha il dovere indiscusso di tutelare i ritrovamenti storici. Ma anche su questo le istituzioni potrebbero fare molto, proponendo al Ministro Franceschini procedure speciali che accorcino i tempi burocratici vista la necessità e l’urgenza del caso particolare. Abbiamo invece avuto in diverse occasioni il Ministro a L’Aquila ma nessuno si è preoccupato di sensibilizzarlo facendogli visitare, oltre al nuovo museo, anche il cantiere del tunnel intelligente con i ritrovamenti ritenuti di pregio e sottoporgli con l’occasione un quesito nodale per il futuro della città, nel nome della quale tutti si attribuiscono la patente di difensori. In quei mesi di sospensione ho sofferto come aquilano, non come imprenditore che comunque vedrà riconosciuti dalla legge le eventuali riserve per maggiori costi, nel caso di una assurda cancellazione totale dell’opera. Ipotesi non peregrina vista la capacità autodistruttiva di alcuni rappresentanti politici. Ottanta milioni in fondo farebbero comodo per altri impieghi e altrove ed i ritardi e le incompiute sono una fisiologica patologia di amministrazioni e democrazie alienate in chiacchiere da bar. “