Arriva la conferma: a Barete la Rems aprirà il 4 aprile

La conferma arriva direttamente dall’intervento dell’Assessore alla Sanità della Regione Abruzzo Silvio Paolucci, interpellato dal forzista Mauro Febbo: la Rems (Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza) provvisoria di Barete aprirà il 4 aprile. I primi ingressi ci saranno tra l’11 e il 18 del prossimo mese.
Di fatto, da provvisoria diventerà definitiva: questo dopo la serie di ritardi accumulati, dovuti a ricorsi e a interventi del Tar che hanno fatto slittare di mesi la definizione della struttura.
Ma al di là dell’apertura, Paolucci ci tiene a precisare: “In verità, la Regione Abruzzo è arrivata a inizio legislatura con forti inadempienze: quando ci siamo insediati, era presente solo un decreto programmatorio che individuava fondi e luogo, ovvero la struttura di Ripa Teatina, peraltro pericolante. Da qui, la necessità di individuare una nuova sede, provvisoria, in attesa di quella definitiva. La scelta sulla Rems provvisoria era caduta, per tanti motivi, sull’ex ospedale di Guardiagrele”. Soluzione che si è rilevata però ben presto non percorribile, vista la fortissima contrarietà dell’amministrazione locale che puntava ad un riutilizzo dell’ospedale ma non come Rems. Era stato individuato, di conseguenza, un immobile di Barete, che necessitava di lavori di ristrutturazione e adeguamento: lavori che sono stati eseguiti e che hanno consentito l’ultimazione della sede di Barete.
“Per quanto riguarda la struttura definitiva, anche con il parere del Commissario ad acta del Governo” prosegue Paolucci, “abbiamo convenuto che la Rems provvisoria sarà anche quella definitiva e abbiamo ulteriormente trattenuto 4 milioni e mezzo di euro che verranno utilizzati dalla Regione per la rimodulazione e l’assistenza territoriale.” I costi, specifica l’assessore, saranno molto simili a quelli di una prestazione psicoriabilitativa. Il Commissario ad acta dovrà regolare i rapporti fra Abruzzo e Molise, le due regioni che usufruiranno di questa struttura.
Decisa la risposta di Mauro Febbo: “Se la Regione è stata commissariata, vuol dire che ci sono stati inadempimenti. L’inadempienza è totalmente vostra e a carico dell’Assessorato alla Sanità. Caro assessore, il decreto di riorganizzazione sanitaria del 2010 dava una visione della sanità: ma la chiusura dei punti nascita,dei presidi di Atessa e Guardiagrele, sono atti firmati dal Commissario Luciano D’Alfonso, non Gianni Chiodi. Lo avete firmato voi.”