Ratzinger, quella statua che fa discutere

di Eleonora Falci
C’è una legge che vieta di intitolare strade ed erigere monumenti a persone che non siano morte da almeno dieci anni. Eppure, a Sulmona, fervono i lavori per sistemare l’area – dietro alla cattedrale di San Panfilo, all’ingresso della città – dove verrà posta una statua raffigurante il Papa Emerito Joseph Aloisius Ratzinger.
La statua, dono della città di Burghausen, gemellata con Sulmona, verrà inaugurata il prossimo 2 ottobre. Sarà in bronzo, dal costo di 25000 euro: la copia della statua è nella chiesa di Santa Chiara. Gran cerimoniere dell’inaugurazione sarà il vescovo Angelo Spina che già aveva accolto Ratzinger a Sulmona nel 2010, in una visita passata abbastanza in sordina.

Di queste larghe braccia che accoglieranno cittadini e turisti alle porte della città però la cittadinanza non sa nulla. Né tantomeno si può contare sulla trasparenza amministrativa, visto che sul cartello affisso sul cantiere nei pressi di San Panfilo si legge che il via libera alla statua, dato dalla precedente Giunta Ranalli, è nella delibera 87 del 2016: delibera di cui sul sito del comune peligno non si ha traccia.
Una vicenda a dir poco fumosa, sollevata dall’Uaar, l’Unione atei e agnostici razionalisti, che ha richiesto un accesso agli atti proprio per vederci più chiaro: non solo sulla regolarità dei permessi e delle procedure, ma anche sull’opportunità di avere, all’ingresso della città, un simbolo inequivocabile della religione cattolica.
In una lettera alla neo sindaca di Sulmona Annamaria Casini, Liana Moca, coordinatrice dell’UAAR dell’Aquila, scrive
Il cartello riporta la fumosa dicitura “realizzazione monumento commemorativo”, quindi non si ha la certezza che raffiguri il vivente Ratzinger, perché ci preme ricordare che il signor Ratzinger non è deceduto e che la legge italiana impedisce l’innalzamento di monumenti di persone ancora in vita.
Ci chiediamo se siano state rispettate tutte le procedure in merito.
Ci chiediamo se il prefetto abbia dato il suo parere positivo.
Ci chiediamo perché sul sito del comune non ci sia comunicazione della delibera di giunta indicata sul cartello del cantiere.
Ci chiediamo perché questa scelta non sia stata condivisa con l’intera cittadinanza, ma sia rimasta segreta fino ad oggi.
Ci chiediamo se i pareri paesaggistico e storico-artistico da parte della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici dell’Abruzzo, oltre che naturalmente dal competente Ufficio Tecnico Comunale siano pervenuti con le tempistiche corrette
La scelta di apporre questo monumento all’entrata della nostra città è una totale mancanza di rispetto del principio di laicità riportato nella nostra Costituzione.
Una città intera non può essere rappresentata dalla sola religione cattolica. Chiediamo quindi alla sua amministrazione di rispondere alla nostra lettera pubblicamente, perché ci sembra corretto che i cittadini conoscano le motivazioni di scelte che li coinvolgono direttamente.
In ogni caso anche il nostro ufficio legale sta valutando il da farsi.