L’Aquila, dopo due anni torna il Palio di Sant’Agnese

L’Aquila, 5 gen 2012 – Dodici brani, in rappresentanza di altrettante “Confraternite” agnesine, si daranno battaglia domenica 8 gennaio, a partire dalle 16, al Ridotto del Teatro comunale dell’Aquila (ingresso gratuito), nella finale del concorso di arte critica della settima edizione de “Il Pianeta maldicenza”, l’iniziativa legata alla tradizione aquilana di Sant’Agnese. Tradizione che torna dopo due anni.
I brani saranno rappresentati dagli stessi autori che ne hanno fatto espressa richiesta o da attori della “Piccola Brigata” di Franco Narducci, che ha curato l’organizzazione artistica del Festival. I lavori saranno valutati da due giurie, una composta dai rappresentanti delle maggiori istituzioni culturali della città, l’altra da componenti del Comando dell’Aquila dei Vigili del Fuoco.
Al termine, con l’accompagnamento della Banda dell’Aterno, ci si sposterà in piazza Palazzo. Qui, il sindaco Massimo Cialente e il presidente dell’Associazione culturale dei Devoti di Sant’Agnese, Tommaso Ceddia, premieranno il vincitore assoluto (l’autore del brano classificato al primo posto) con il settimo Agnesino 2012 e la Confraternita abbinata con il secondo Palio di Sant’Agnese, ovvero lo stendardo finora detenuto dalla Congrega del Bar Gran Sasso dopo la vittoria nel 2009.
In Piazza Palazzo, come avveniva nelle passati edizioni nel cortile del Municipio, sarà offerto il vin brulè, che sarà preparato grazie ai prodotti messi a disposizione gratuitamente dalla Conad dei fratelli Liberati in via della Croce Rossa. La serata sarà allietata dalla musica dell’orchestra Dante Sorrentino e sarà distribuito, inoltre, il Dolce di Sant’Agnese, realizzato dalla ditta NeroCaffè. Il servizio sarà effettuato dall’Associazione Nazionale Alpini, dalle Devote di Sant’Agnese e da rappresentanti di altre confraternite, che prepareranno altri dolci.
Sia in teatro che a piazza Palazzo sarà possibile acquistare uno speciale annullo postale ed una cartolina (con foto del sisma del fotoreporter Renato Vetturini) dedicata all’occassione.
Ecco le 12 Confraternite in gara nell’ordine dei lavori che verranno rappresentati nel Ridotto del Teatro comunale domenica 8 gennaio alle ore 16.00:
Confraternita dei “Devoti” di Sant’Agnese
Nobile Accademia di Sant’Agnese
Congrega Sci-Muniti
Confraternita Miseria e Nobiltà
Confraternita Balla che te passa
Club Devote di Sant’Agnese
Gruppo Amici Sant’Agnese Pianola
Congrega Bar Gran Sasso
Congrega Giornalisti in Lingua
Nobile Confraternita Devoti della cantina Jemo ‘nnanzi
Congrega Gli Amici di Zeppetella – Tornmiparte
Congrega Esso quissi quissi esso
Ecco gli autori:
Fabrizia Di Pietro
Rossana Crisi Villani
Mario Celi
Teresa Colaiuda
Daniela Rosati
Luciana Cucchiella
Stefano Carnicelli
Pio Di Stefano
Franco Villani
Fulvio Giuliani
Pina Vecchioli
Filippo Crudele
Come di consueto il Palio sarà preceduto, sabato 7 gennaio, sempre alle ore 16 al Ridotto del Teatro comunale, dalla rappresentazione della commedia VE VOJO RACCONDA’… della compagnia teatrale PICCOLA BRIGATA (ingresso gratuito).
La commedia, realizzata dalla Compagnia per il suo 60° anno di attività, presenta “Quadretti di vita aquilana daju cinguanda a mo”. Regia di Franco Narducci. Con: Orietta Cardigno, Emiliana Coccia, Luca Di Giampietro, Franco Narducci, Mario Narducci, Isabella Paiola, Gigliola Salandin, Federico Tosone, Paolo Visconti, Laura Volpe. Scenografia: Franco De Cesaris, luci: Fausto Paglia, fonica: Marco Ponticelli, costumi e trucco: Barbara Andreini, organizzazione generale: Barbara Innamorati.
Musiche originali: Paolo Visconti
Il lavoro è composto da sei quadretti di vita aquilana tratti da altrettanti testi teatrali dello stesso autore, che raccontano la nostra città dagli anni cinquanta a dopo il terremoto. Versi, sempre in dialetto aquilano e dello stesso autore, fanno da raccordo alle varie scene. I sei quadretti sono tratti da: JU VICULU, che ci fa rivivere ciò che succedeva in un qualsiasi vicolo dell’Aquila negli anni quaranta-cinquanta; JU BBASSU, è la storia di una delle tante famiglie che abitavano, dividendo la zona giorno dalla zona notte con coperte appese ad un fil di ferro, i bassi degli antichi palazzi, spesso adibiti a depositi; ADDO’ VA TRENDA VA TRINDUNO, anche questo è un quadretto di vita vissuta, negli anni cinquanta molte famiglie affittavano qualche camera della casa di proprietà a “penzionandi” con lo scopo preciso, non soltanto di aumentare le entrate, ma di “sistemare” le figlie femmine che, arrivate all’età di una ventina d’anni, rischiavano di rimanere zitelle; JU ‘NDRECCIU, quanti padri di famiglia erano stati costretti a lasciare la città per cercare un lavoro all’estero, spesso alle miniere di carbone, e quante volte, tornando, trovavano delle spiacevoli sorprese…; JU ‘NGUACCHIU, con questo termine si usava definire, una volta, ciò che aveva combinato la ragazza che, nolente, era rimasta incinta; JU ‘SPIZZIU, oggi non si ha più tempo di fare tante cose, la cultura del “vecchio” che rimane in casa finché si spegne naturalmente come una candela non c’è più, quando il “vecchio” non è più autosufficiente dà fastidio ed allora è bene trovargli una sistemazione, magari in una “casa albergo”…
Lo spettacolo terminerà con alcuni versi che vogliono sdrammatizzare, magari facendoci fare una bella risata, che non fa mai male, il pensiero ed il ricordo del “mostro”.