Rugby: l’aquilano Sergio Parisse giornalista su Playboy

L’Aquila, 5 gen 2012 – L’aquilano Sergio Parisse, capitano della Nazionale Italian
a di Rugby e stella dello Stade Français racconta il rugby e i suoi valori sulle pagine di PlayBoy, la sexy rivista maschile più famosa al mondo. Parisse, considerato tra i rugbysti più belli sulla scena internazionale, sveste i panni dello sportivo e si cimenta nel ruolo di giornalista per parlare dei principi e dei valori della palla ovale.
Solidarietà, spirito di squadra, rispetto degli avversari sono gli stessi principi che «andrebbero applicati nella vita di tutti i giorni – scrive Parisse – valori sociali ed emozionali quali il coraggio, il fair play, lo spirito sportivo e il sacrificio».
«Un gioco leale attraverso il comportamento rispettoso degli altri e delle regole – spiega Parisse – al termine della partita, i giocatori delle due squadre sono soliti ritrovarsi insieme ai tifosi e a tutti coloro che hanno preso parte allo svolgimento della gara per festeggiare l’incontro appena concluso: è il cosiddetto terzo tempo, inteso come momento conviviale, uno degli aspetti che più affascinano chi segue questo sport».
«Può sembrare uno sport da pazzi, ma non è così» commenta l’aquilano, spiegando il primo principio e la prima regola del rugby, secondo i quali bisogna avanzare sempre, ma è vietato passare la palla avanti. «Per vincere una partita è necessario realizzare più mete degli avversari. Il rugby è sacrificio e ci vuole il contributo di tutti per arrivare al traguardo».
Parisse conclude citando una frase di John Kirwan, ex allenatore della nazionale italiana, per far comprendere a tutti quanto sia importante diffondere e far crescere la cultura del rugby in Italia e all’estero con tutti i valori che la palla ovale insegna.
"La più bella vittoria l’avremo ottenuta quando le mamme italiane spingeranno i loro figli a giocare al rugby se vorranno che crescano bene, abbiano dei valori, conoscano il rispetto, la disciplina e la capacità di soffrire. Questo è uno sport che allena alla vita”.
(M.Gal)