Trasporti Abruzzo, sindacato: «La casta all’attacco dell’Azienda unica»

L’Aquila, 5 gen 2012 – «Che l’Azienda unica sia uno dei nervi scoperti più sensibili per la casta rappresentata da certa politica e da una parte di finta imprenditoria era oramai cosa nota, ma che si arrivasse a questo livello di bassezza culturale e sociale da parte di alcuni attori non era davvero preventivabile».
E’ questa la presa di posizione di tutto il Sindacato trasporti regionale alle dichiarazioni rilasciate dal Senatore Tancredi e all’atto unilaterale del presidente di Arpa che, con un colpo di spugna, ha cancellato tutti gli integrativi aziendali stipulati negli ultimi decenni.
«Le parole del Senatore Tancredi – si legge in una nota dei sindacati – dimostrano come ci sia una classe politica arrogante ed incompetente, che vede come fumo negli occhi la sindacalizzazione, addirittura evocata come un male che genera costi ed inefficienze, e che confonde la privatizzazione con la liberalizzazione: se queste sono le argomentazioni, condite per di più da offese gratuite ai lavoratori che, secondo il Senatore, sarebbero testualmente messi lì a non fare niente, non si fa fatica a capire quali siano le responsabilità della politica per la situazione in cui versa il Paese ed il perché ci si debba affidare a tecnici per governare.
A questo punto saranno le risultanze della Commissione Giovannini, che in questi giorni sta monitorando i costi della politica e quindi anche del senatore Tancredi, a stabilire inequivocabilmente dove sono gli sprechi».
Per il Sindacato dei lavoratori dei trasporti anche le decisioni assunte dal presidente di Arpa sono un chiaro segnale di contrasto all’Azienda unica: difatti si vuole sopperire ad una gestione Aziendale inconcludente ed inefficiente sottraendo risorse derivanti dalla contrattazione aziendale di secondo livello .
«Va evidenziato che i costi dei Lavoratori Arpa sono tra i più bassi nel panorama delle aziende del settore – prosegue la nota – Con l’azzeramento della contrattazione integrativa di secondo livello , decisa unilateralmente dall’Arpa, siamo di fronte ad un vero e proprio atto di vigliaccheria sociale: si usano i lavoratori per battere cassa e si tenta di far pagare al Sindacato la colpa, se così si può definire, di aver difeso con le unghie il processo di fusione delle aziende pubbliche e di aver messo in discussione le tante poltrone di presidenti, consiglieri di amministrazione, direttori e vicedirettori, sindaci revisori .
A questo attacco frontale ed ingiustificato, sia nel merito che nel metodo, i lavoratori risponderanno in maniera decisa e compatta ma, soprattutto, nessuno si farà intimidire. Il Sindacato ha il coraggio di affrontare i problemi anche se questo comporta sedersi attorno ad un tavolo per affrontare tematiche occupazionali e retributive».
«La politica ed i colletti bianchi – conclude il sindacato – che la rappresentano restano ancorati alle loro sedie nonostante i fatti e l’opinione pubblica li abbiano da tempo, loro sì, licenziati. Il Presidente Chiodi e l’Assessore Morra hanno il dovere di prendere posizione e di difendere una scelta che, tra l’altro, deve ancora concretizzarsi. Lo facciano con atti concreti ed inequivocabili, a cominciare dalla rimozione di coloro che, per Legge, dovrebbero essere attori del cambiamento ed invece non perdono occasione per ostacolarne gli esiti, a tutto discapito in primis dei cittadini.”