
Bari, 8 gen 2012 – Sul caso di Roberto Straccia, lo studente di Pescara restituito dal mare ieri mattina sulla cosa di Bari non è ancora stato reso noto quando si svolgeranno i primi esami sul dna, che dovrebbero comunque essere fissati in settimana. Ieri sera si è conclusa la prima fase del riconoscimento, effettuato dai genitori Rita e Mario Straccia e da Lorena, sorella del ragazzo che, pur non potendo essere certi al 100%, date le condizioni della parte superiore della salma, hanno tuttavia confermato che indumenti, chiavi e apparecchio i-pad appartenevano al ragazzo.
Tali oggetti corrispondono a ciò che aveva il giorno della scomparsa, il 14 dicembre scorso, mentre faceva sport sul litorale di Pescara a pochi passi dal mare. Le lunghe ore trascorse ieri dalla famiglia Straccia nel presidio ospedaliero barese, insieme al medico legale Divella non hanno portato ad un riconoscimento definitivo. Da domani le ulteriori
mosse spettano alla Procura della Repubblica, con il Procuratore aggiunto Pasquale Drago ed il Pm incaricato Baldo Pisani, che hanno aperto un fascicolo d’inchiesta per probabile "istigazione al suicidio", motivazione definita "tecnica" per consentire non solo l’analisi del dna ma anche la successiva autopsia.
Per effettuare la prova del dna, secondo il parere degli anatomopatologi, occorreranno da tre giorni a una settimana, ma sarà la Procura ad assegnare l’incarico. Solo dopo si potrà procedere all’esame autoptico vero e proprio per stabilire, se possibile, le reali cause della morte del giovane. Anche se la pista del suicidio non avrebbe sinora trovato alcun riscontro nella vita tranquilla ed equilibrata di un giovane studente di 24 anni, con una rete di affetti stabili e di abitudini e frequentazioni sostanzialmente normali.
«Ci abbiamo provato e abbiamo fatto tutto il possibile». Le parole di MarioStraccia mentre continua a rigirare tra le mani il suo cellulare. E’ arrivato a Pescara per riprendere le cose di Roberto dall’appartamento che il giovane studente universitario condivideva con altri giovani in via Teofilo d’Annunzio. «Devo liberare la stanza – dice Mario mentre i ragazzi caricano gli effetti personali di Roberto sull’automobile – la nostra presenza qui non ha più senso. Ci ritiriamo nel nostro dolore».
LA FAMIGLIA, ROBERTO NON SI E’ SUICIDATO – «Abbiamo dubbi che Roberto si sia suicidato. Noi andremo avanti, vogliamo sapere la verità». Lo hanno detto a Sky Tg24 il padre e la sorella di Roberto Straccia, il ragazzo di Pescara il cui cadavere pare sia stato ritrovato a Bari. «Non può sparire un corpo senza che nessuno veda qualcosa. E’ impossibile. Roberto ha fatto corso di nuoto – hanno aggiunto i familiari del ragazzo – e non amava particolarmente nè il mare nè l’acqua. Lui non andava lì a correre».
APPELLO PADRE AL TG2, SE QUALCUNO SA QUALCOSA PARLI – «Se qualcuno sa qualcosa di questo evento, ce lo dica, che sicuramente ci farà stare meglio». Così, in un appello trasmesso dal Tg2, Mario Straccia, il papà di Roberto, lo studente ventiquattrenne di Moresco (Fermo), scomparso da Pescara il 14 dicembre e trovato cadavere sabato scorso sul lungomare di Bari. «Stiamo aspettando i risultati dell’autopsia» ha detto Mario Straccia, che come gli altri familiari e gli amici di Roberto non crede all’ipotesi che il figlio, iscritto alla facoltà di Lingua di Pescara, si sia ucciso.