Commercio: legge Prc per stop a liberalizzazioni orari

L’Aquila, 13 gen 2012 – «La liberalizzazione degli orari e delle aperture domenicali non è motivo di rilancio dell’economia e dei consumi o libera concorrenza, ma un peggioramento delle condizioni di lavoro di migliaia di lavoratrici e lavoratori e la rottura di equilibrio tra piccolo, medio e grande esercizio commerciale». Queste le parole di Maurizio Acerbo, in occasione della conferenza stampa di Rifondazione Comunista di presentazione della legge che ferma la liberalizzazioni degli orari.
«La crisi che stiamo attraversando non si supera così – spiega il consigliere regionale Maurizio Acerbo – quello che manca alle persone ed alle famiglie sono le risorse, i soldi non le occasioni per spenderli. La liberalizzazione selvaggia delle aperture e degli orari è soltanto un altro regalo alla grande distribuzione e un’ulteriore batosta per le piccole imprese».
La completa liberalizzazione di orari e aperture festive non persegue affatto l’obiettivo di una più efficace tutela della concorrenza, dal momento che essa determina, al contrario, il rafforzamento sul mercato delle sole aziende che per le loro maggiori dimensioni sono in grado di cogliere tale opportunità, a discapito delle imprese minori – puntualizza il Prc – le quali, non essendo in grado di garantire una apertura continuativa, risulterebbero penalizzate e giocoforza emarginate dal mercato, determinandosi, quale ulteriore grave conseguenza, un’accentuazione della desertificazione delle nostre città e dei piccoli centri, già dì per sé in atto a seguito degli effetti del perdurare della crisi economica e soprattutto della altissima densità di grande distribuzione presente in Abruzzo». «La Regione Abruzzo può e deve opporsi a una deregulation incostituzionale – conclude Acerbo – può e deve opporsi con ogni mezzo alle norme di liberalizzazione selvaggia del commercio imposte dalle ultime manovre dei governi Berlusconi e Monti».