Terremoto: 97 anni fa il dramma della Marsica

13 gennaio 2012 | 16:11
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Terremoto: 97 anni fa il dramma della Marsica

Avezzano, 13 gen 2012 – Circa 30 mila vite spazzate via dalla furia della terra, l’intera Marsica intrappolata tra le spire di una tragedia inenarrabile. Il 13 gennaio 1915 è cambiata la storia dell’Abruzzo, scosso da una catastrofe che dopo 97 anni fa ancora rabbrividire, complice anche il ricordo, più recente, del terremoto che nel 2009 ha rinnovato l’incubo tellurico nella regione del mare e dei monti, portandosi via, nell’aquilano, oltre 300 vite.

Il sisma marsicano arrivò in pieno inverno, alle prime luci dell’alba. La prima scossa si verifico alle 7.48 e fu seguita da intensissime repliche che aumentarono la portata della distruzione. Negli italiani, schiacciati dai pensieri della guerra, era ancora vivo il ricordo nel terremoto che solo 6 anni prima devastò Messina.

Il terremoto devastò numerosi centri abitati marsicani, compreso Avezzano che quella mattina perse oltre 9 mila dei suoi 13 mila abitanti. Numerose le vittime anche a Gioia dei Marsi (3.500), Collarmele (847), Magliano dei Marsi (700), Cese (700), Celano (658), Lecce dei Marsi (537) e in diversi altri centri abitati marsicani. Secondo le cronache dell’epoca perì nella tragedia anche l’allora sindaco di Avezzano.

Corsi e ricorsi storici: un mese dopo il terremoto, secondo quanto ricostruito dal Comune di Avezzano, il delegato civile, nominato con Decreto del Real Commissario, assistito dal segretario, si riunirono per la prima volta per nominare i messi comunali. Il 9 aprile il  Consiglio Comunale provvisorio si riunì per sospendere il pagamento del "Dazio Consumo", mentre già nel mese di giugno il delegato civile incaricò un ingegnere di compilare il piano regolatore e di ampliamento per la ricostruzione di Avezzano.  

«Il dramma del terremoto di Avezzano, di cui oggi ricorre l’anniversario, mette in evidenza, ancora una volta, la necessità che in un territorio dove si verificano più o meno sistematicamente questi eventi  ci sia la massima attenzione sulla riduzione del rischio sismico» sottolinea l’assessore regionale alla Protezione Civile Gianfranco Giuliante, secondo cui gli episodi sismici del passato fanno diventare «l’intera provincia dell’Aquila un territorio che deve avere la consapevolezza di dover essere accomunato da una maggiore attenzione» perché «questi eventi sono drammi che affratellano tutto il territorio». «La normativa che la Regione ha licenziato da un punto di vista tecnico crea un ulteriore fascia di attenzione – ha aggiunto Giuliante – Oltre alla parte tecnica, ci deve essere però una parte culturale da sviluppare».

Oggi, ai piedi del monumento alle vittime del terremoto del 1915 il sindaco di Avezzano, Antonio Floris, ha ricordato la tragedia, sottolineando il valore della rinascita,  frutto del lavoro di tanta gente che ha ridato ad Avezzano una nuova identità e lanciando un monito forte destinato al di là del Monte Salviano dove si è svolta la commemorazione affollata di autorità civili, militari, religiose, associazioni d’arma e del volontariato che ha visto anche l’esibizione della banda musicale della scuola media “Vivenza”. 

«Attenti al terremoto strisciante che sta cambiando la società italiana modificando le coscienze – ha esordito Antonio Floris – dove sta scomparendo il valore della solidarietà. Non so se siamo in grado di riflettere anche sui problemi degli altri che rischiano di demolire non le case, ma valori molto più alti alla base del vivere civile, ma dobbiamo provarci». «Gli isolatori sismici e le nuove tecnologie possono salvare le abitazioni –  ha aggiunto il primo cittadino – ma ci sono altri valori su cui lavorare senza sosta per prevenire il terremoto degli uomini, il degrado delle coscienze, per risvegliare gli animi e riscoprire il valore della solidarietà. Obiettivo che si può raggiungere mantenendo saldo il tessuto sociale, elemento fondamentale per combattere e vincere questo particolare tipo di sisma invisibile che mina l’animo umano».

Alle pendici del Salviano, dove erano presenti decine di autorità civili, militari e religiose il sindaco ha  lanciato uno spunto di riflessione importante a «una società sempre più chiusa e meno solidale»: «riscoprire il valore della solidarietà».    

red