
Celano (L’Aquila), 16 gen 2012 – A volte il ricordo, o meglio il rivivere un’esperienza dolorosa che forgiò un’intera generazione come quella del ’15, fa bene ai giovani. li fa maturare. Ed è a questo ciò che ha puntato la toccante Commemorazione di ieri, 15 gennaio 2012, presso la città di Celano, ove la scossa maledetta del 13 gennaio del 1915 s’è insinuata nei meandri di giovani menti, solleticando la loro preoccupata attenzione. Un’esperienza, più che una manifestazione, un giro attorno all’anima d’un paese che per un millesimo di secondo è tornato a 97 anni fa.
Alle 10 s’è tenuta la deposizione della corona di fiori presso il monumento dedicato a Marianna Letta: ventenne bella e sana che perse la vita sotto le macerie, quel tragico dì. la Commemorazione, avvenuta presso il Cimitero Comunale ha visto protagonista il vicesindaco di Celano. Poi, nella mattinata assolata, presso la piazza principale della città, IV Novembre, la Manifestazione s’è vestita di Documento ed Espressività: immagini, articoli dell’epoca e telegrammi antichi e forgiati con mano tremante, hanno dato corpo e anima anche alla Mostra fotografica intitolata "Il disastro attraverso le immagini e i documenti d’Archivio", come il caso di cronaca de "il sogno infranto di Marianna e del notaio-violinista: la giovane promessa sposa morì sotto le macerie della sua abitazione alla vigilia delle nozze". non vi sono parole, naturalmente. Il tutto edulcorato, si può dire, da note di pianoforte, dolcissime, per un argomento dolente.
La parola è passata poi sulle bocche di fanciulli giovanissimi, grandi cuori crescenti, forse più grandi di quelli degli adulti. Hanno raccontato il sisma attraverso la lettura intonata di documenti storici dell’epoca. Le ore 12.00 invece sono state scandite dalle premiazioni delle Associazioni di volontariato della città di Celano, onnipresenti scudi umani contro le intemperie, con la consegna di attestati di benemerenza. La Mostra fotografica, davvero molto toccante, s’è protratta fino alle ore 17.00, finché, cioè, c’è stato l’ausilio della luce solare.
I bambini, facenti parte di diversi plessi scolastici (sempre nel raggio però delle scuole elementari), hanno dato voce a dei veri e propri PEZZI DI DOLORE, per chi nel 1915 ha perduto casa, famiglia, se stesso. La lettura è incominciata con una simulazione sonora della scossa tragica, realistica, che ha fatto davvero vibrare gli animi. è seguita la descrizione registrata di ciò che s’è provato nel bailamme di rumori tellurici, "Non erano ancora le otto" – avverte una voce fuori campo, quando – "Al centro della sua conca il cuore del fucino cessò di battere". La scossa sismica invadé il territorio di ben otto Provincie. "Erano le 7 e 25 precise" – avverte la voce – "Un terribile rombo come un grande tonfo… Ho camminato come un ubriaco…La città di Avezzano deve essere solo una maceria" – queste le sensazioni dell’epoca. Ma chi sono gli ideatori di tale straordinario progetto, nutrito di pathos e rispetto? Gianvincenzo Sforza, curatore del giornale locale "Il Celanese", è stato il creatore, assieme alla collaborazione preziosa del dottor Abramo Frigioni, dirigente scolastico di Celano e dell’Assessore comunale alla Pubblica Istruzione Vittoriano Frigioni. "Progetto" – avverte il dirigente – "Condiviso dal Sindaco". Il materiale è stato messo a disposizione dall’Archivio Sforza, perla custode di tante documentazioni antiche.
"La scuola di Celano è stata nominata ideatrice del miglior progetto d’Italia sull’Unità" – commenta il Dottor Frigioni.
A rompere il ghiaccio invernale è stato Erminio Piccone, studente delle elementari, che si è distinto per una lettura davvero ben architettata, una voce di bambino che ha ripercorso momenti tragici, da adulti, ma è stato senza dubbio capace dell’incarico e del ruolo di mattatore. A seguire, bambini di tanti plessi scolastici differenti, come Agostina Stagnetto, del plesso "Benedetto Croce", o Doralisa Ranalletta, baby sindaco; Chiara Ramunno e Lanuto Leonardo, del plesso Luigi Marini. Testimonianze toccanti, gelide, ruvide come può essere una verità. "Di Cappelle è rimasto il nome, non c’è la stazione e non c’è più il paese", "Ad Avezzano è tutto completamente distrutto, è un enorme cumulo di rottami", "Le vittime? tutte". Queste alcune delle frasi lette dalle giovani voci. Hanno poi preso parte agli interventi celebrativi il vicesindaco, il Professor Frigioni, il Maresciallo e il Presidente della Provincia Antonio del Corvo, oltre all’ideatore vero e proprio, ossia G. Sforza. Proprio egli ha commentato la manifestazione: "Bella e riuscitissima" – ha detto – "Ringrazio inoltre le insegnanti che come sempre guidano i giovani verso lidi sicuri".
"Fra tre anni" – ha poi aggiunto – "In occasione del centenario del Terremoto, c’è la volontà di fare qualcosa di grande". Il dottor Abramo Frigioni ha commentato così: "Abbiamo l’animo triste per la Marsica e per Celano. Si sono contate allora ben 30.000 vittime in tutta la Marsica, e ciò strazia il cuore". "Oggi" – ha raccontato poi – "c’è il terremoto dell’intolleranza, della violenza, del non rispetto di sè e del bullismo! il primo valore che deve essere insegnato ai ragazzi è quello della solidarietà sociale". "Eccoli qui i ragazzi, che oggi stanno assieme a manifestare!".
C’è stato poi il rapido intervento di Antonio Del Corvo, che così ha parlato: "La memoria è corta e spesso e volentieri si dimenticano le tragedie. Speriamo che un altro terremoto accadrà fra mille anni, ma è pur sempre una realtà con cui bisogna convivere, è una cosa naturale". "La vera tragedia del terremoto del ’15" – ha poi continuato – "Furono i soccorsi, arrivati in ritardo". Speranzoso il commento del vicesindaco, portatore naturalmente degli omaggi del Sindaco stesso, F. Piccone: "Oggi avviene la celebrazione dei 97 anni di quella tragedia, e ciò ci riporta con il pensiero al terremoto del 6 Aprile 2009 che ha sconvolto l’Aquila. Eppure dalle tragedie si può risorgere". "Non si possono evitare le tragedie" – ha concluso – "Poiché il terremoto è una cosa naturale, ma deve esserci un’attenta prevenzione. Il rione "La Tribuna" che c’è a Celano, ad esempio, è stato nominato così per via del giornale dell’epoca di Milano, la Tribuna appunto, che ha raccolto fondi e li ha destinati alla ricostruzione di quella zona nella città celanese, dopo la scossa del ’15". Vari riconoscimenti si sono poi susseguiti, nella mattinata del ricordo del 15 di gennaio. L’Amministrazione Comunale ha premiato diverse associazioni che operano nel campo della protezione da eventuali catastrofi. il primo riconoscimento, però, è andato a Rossella Ranalletta che tragicamente ha perso la vita, giovanissima, nel terremoto dell’Aquila. "A Rossella Ranalletta, figlia di Celano, perita del terremoto dell’Aquila" – così recitava il riconoscimento. L’ha ricevuta il nonno della ragazza, in lacrime.
Significativa anche il riconoscimento consegnato all’arma dei carabinieri, da Abramo Frigioni, ad un carabiniere rappresentante. "Mio padre ha ricevuto lo stesso riconoscimento per il terremoto dell’Irpinia, e io sono fiero di emularne le gesta" – questo l bellissimo commento. Un premio anche al corpo degli alpini, che si è sempre distinto per la solidarietà e l’altruismo, consegnato da Antonio del Corvo. Riconoscimenti anche a Gianvincenzo Sforza, per l’organizzazione, e ad Abramo Frigioni per la direzione didattica di Celano. Ed anche un riconoscimento alla memoria, aggiungerei io, che, grazie a Dio, non smette mai di ricordare.
G.C.