L’Aquila, ricostruzione: Chiodi, 212 milioni risparmiati con controlli

L’Aquila, 17 gen 2012 – «Non compete alle strutture commissariali retribuire il personale di Fintecna, di Reluis né tantomeno di Cineas». E’ la risposta del Commissario delegato per la Ricostruzione, e presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, al consigliere regionale Carlo Costantini (Idv). «I soggetti della cosiddetta filiera hanno stipulato con Bertolaso, allora Commissario per la Ricostruzione, una convenzione che prevede un corrispettivo ‘a corpo’». Tali convenzioni sono state prorogate successivamente dal Commissario Chiodi, confermando la medesima modalità.
«Ciò che mi interessa – dichiara Chiodi in una nota – è comunque la validità dei controlli posti in essere dalla cosiddetta ‘filiera’. Basti pensare che, dai dati di gennaio di quest’anno, l’attività di Cineas (che effettua controlli di natura economica sulle pratiche presentate), contro un costo complessivo di 4,4 milioni, ha consentito di recuperare 212,5 milioni relativi a importi richiesti, ma considerati non dovuti. Se Costantini dovesse continuare a ritenere che, nonostante i dati appena illustrati, la filiera sia da considerare ‘spendacciona’ e ‘lenta’, sarebbe questione assai curiosa, detta da un esponente di un partito sedicente difensore della moralità».
COSTANTINI (IDV): «LA RISPOSTA DI CHIODI SU FINTECNA AIUTA A CAPIRE PERCHE’ GLI ABRUZZESI NON LO STIMANO» – «La risposta di Chiodi sui costi stratosferici del personale Fintecna spiega abbondantemente perché Chiodi è il presidente di regione meno apprezzato d’Italia. Il fatto che la convenzione, originariamente stipulata da Bertolaso, preveda un corrispettivo a corpo e non il pagamento dei compensi ai singoli lavoratori non modifica di una virgola il senso della mia denuncia. Primo perché Fintecna è pagata con i fondi destinati al terremoto dell’Aquila e se questi fondi vengono letteralmente sprecati, la questione non può non interessare anche Chiodi. Secondo perché con gli stessi fondi – oggi utilizzati per favorire il lucrosissimo pendolarismo di 25 lavoratori romani – si può creare occupazione per 120 lavoratori aquilani, per chi, cioè, dovrebbe essere aiutato con le risorse destinate al terremoto; risorse che invece finiscono nelle tasche di chi, da Roma, sta solo approfittando della situazione per guadagnare il doppio o il triplo di quello che guadagnava prima. Ed anche questo aspetto non può non interessare chi rappresenta l’Aquila e gli aquilani nei rapporti con Roma ed il governo centrale. L’ho sempre detto e mi spiace doverlo ribadire: tra qualche tempo, quando ci presenteranno i conti, ci accorgeremo che decine di milioni di euro risulteranno imputati alla ricostruzione dell’Aquila, senza che nessuno all’Aquila se ne sia accorto».