
Pescasseroli, 17 gen 2012 – E’ morto l’orso bruno marsicano recuperato ieri dal Parco, nei Prati del Sirente, in territorio del Parco Naturale Regionale.
«Si sospetta una malattia virale letale per gli animali domestici e selvatici» ha commentato il veterinario Leonardo Gentile che ieri mattina ha prestato i primi soccorsi all’animale in evidente difficoltà, ricoverato all’ambulatorio del Parco a Pescasseroli. L’esemplare, un maschio dall’apparente età di 9 anni, di 150 kg di peso, lontano dal suo areale tradizionale del Parco Nazionale d’Abruzzo presentava una grave sintomatologia caratterizzata da compromissione dello stato generale e incoordinazione motoria. Nonostante tutte le cure praticate la notte scorsa, l’evoluzione clinica ha portato l’animale alla morte.
«L’ennesima morte di un esemplare prezioso di orso marsicano – afferma il Presidente del Parco Giuseppe Rossi – una specie che conta un numero modesto di individui sottoposta a pressioni di ogni genere. La situazione è ultra delicata e il Parco è lasciato praticamente solo nella difficile “sfida” della sua salvaguardia. Purtroppo non tutte le Istituzioni interessate, fanno, come invece dovrebbero, la loro parte. L’Ente Parco deve fronteggiare sottolinea il Presidente strade forestali aperte a fuoristrada, quad e motociclette, pascolo brado incontrollato e spesso abusivo, turismo a volte invadente e non organizzato, una pratica venatoria ancora da ordinare e non certo attuata in difesa dell’orso, il gravissimo fenomeno dei cani rinselvatichiti e randagi che oltre ad essere un grave elemento di disturbo per l’orso sono anche pericolosi da un punto di vista sanitario».
La carcassa dell’orso è stata trasportata all’Istituto Zooprofilattico Sperimentale “G. Caporale” di Teramo per gli accertamenti. La malattia ha tenuto a precisare il veterinario, non è comunque contagiosa.
«Negli ultimi 40 anni – ha spiegato il direttore del Parco Dario Febbo – il Parco ha dovuto lottare in un contesto sociale che mutava rapidamente, dove l’orso non è considerato nella sua enorme importanza. Ma l’orso ha bisogno di vasti territori, territori anche esterni al Parco dove la tutela deve essere assicurata anche da altri enti in particolare regioni e province. Questa è la ragione per cui è stato firmato un protocollo per il “Piano d’Azione per la tutela dell’Orso bruno Marsicano”, il famoso Patom, dove è necessario che tutti svolgano il proprio ruolo in stretto coordinamento perché l’orso è tutelato dal Parco ma è un bene di tutti, è richiesto un impegno forte e concreto per la sua conservazione.
Negli ultimi 40 anni, dal 1970 al 2010, si calcola una media di 25 orsi abbattuti ogni 10 anni quasi tutti per cause antropiche: bracconaggio, investimenti da parte di automobili e treni, avvelenamenti».
WWF: «SUBITO CHIAREZZA SUL DECESSO. OGNI VITTIMA METTE A RISCHIO LA SPECIE» -«E’ necessario esplorare con estrema attenzione ogni possibile causa del decesso, analizzando anche tutti quegli aspetti infettivi e dovuti a malattie che possono essere state trasferite alla fauna selvatica da parte di allevamenti, non sempre adeguatamente tenuti sotto controllato e che in Appennino spesso sono eccessivi e si spingono oltre i limiti delle aree riservate al pascolo" dichiara Massimiliano Rocco responsabile specie del
WWF Italia. La morte di questo individuo è una vera e propria tragedia perché la popolazione di orso marsicano è ridotta a non più di una cinquantina di esemplari in tutto il suo areale appenninico, concentrati per la maggior
parte nel parco d’Abruzzo e ogni singola perdita mette ancora più a rischio la sopravvivenza di questa specie, simbolo stesso della biodiversità italiana e delle nostre aree protette. Il ritrovamento dell’animale nell’area del Sirente Velino dimostra come questi territori siano fondamentali per questa specie. E’ raccapricciante pensare che mentre da una parte il WWF, insieme a numerosi partner e alle popolazioni locali, lavori per tutelare il patrimonio di biodiversità che è di tutti (vedi progetto LIFE ARCTOS<http://www.life-arctos.it>
http://www.life-arctos.it), di contro un consigliere di maggioranza della Regione Abruzzo stia pensando proprio in questi giorni di sottrarre al parco del Sirente Velino oltre 4.000 ettari per darli in pasto a nuovi impianti
sciistici e ulteriore consumo del suolo. Un turismo di qualità, non consumistico e rispettoso del paesaggio e della biodiversità dovrebbe invece essere l’obiettivo da perseguire e l’orso potrebbe esserne un grande alleato».
INTERVIENE LA COMUNITA’ DEL PARCO: PANTOM IMPEGNO DI FACCIATA – «Il Patom non può continuare a rimanere un impegno di facciata». Questo il commento del Presidente della Comunità del Parco ,Alberto D’Orazio all’indomani della morte dell’orso trovato nei giorni scorsi sul Sirente, gravemente malato. «Di fronte all’ennesima gravissima perdita, la riflessione non basta più – dice D’Orazio – è arrivato il tempo delle azioni concrete. Le criticità sono note e da tempo denunciate. Non possono essere affrontate soltanto dal Parco. Occorre l’impegno di tutte le istituzioni preposte, dalle Regioni alle Province ai Comuni del Parco ciascuno per le proprie competenze iniziando in primo luogo, a dare attuazione ai Piani d’Azione già condivisi come il Patom che non può continuare a rimanere un impegno di facciata senza alcuna concretezza. Non c’è più tempo da perdere». Il Patom, Piano d’Azione per la tutela dell’Orso bruno Marsicano, è un protocollo d’intesa firmato nel 2006, dalle Regioni Abruzzo, Lazio e Molise, le Province dell’Aquila, Frosinone, Isernia, Chieti e Teramo, i 4 parchi abruzzesi, l’Università “La Sapienza ” di Roma, il Corpo forestale dello Stato e Federparchi con l’impegno a collaborare e mettere in campo un Piano d’Azione interregionale per la tutela dell’orso Marsicano considerato una specie ad alto rischio di estinzione, che porti entro il 2020 ad un aumento numerico del 25% dell’intera popolazione di orso marsicano e ad una riduzione del 50% della mortalità. «Il Patom – conclude D’Orazio – dopo 6 anni non ha prodotto nessun risultato di rilievo. Tra problemi enormi come il terremoto e i tagli ai bilanci l’orso è scomparso dalla lista delle priorità delle regioni. Eppure quello che c’è da fare è tutto scritto chiaramente. Bisogna solo cominciare a metterlo in pratica».