
L’Aquila, 18 gen 2012 – Una manifestazione per far partire la ricostruzione pesante, bloccata nei meandri della filiera. L’assemblea cittadina torna a pensare a una mobilitazione «per protestare contro l’incapacità dei responsabili della ricostruzione» su più fronti. Quello della protesta cittadina, da organizzare entro la metà di febbraio, e quello legale, attraverso una class action.
Sono determinati a farsi sentire i cittadini dell’assemblea, che richiamano tutti gli aquilani, «ma anche tutti gli abruzzesi, perché dicono che il terremoto è dell’Abruzzo», ad alzare la testa per protestare contro il blocco della ricostruzione. Pratiche ferme e Cas decurtato ai terremotati con l’ultima direttiva del vicecommissario alla ricostruzione, Antonio Cicchetti, i nodi al centro del dibattito.
«La ricostruzione è bloccata», ha detto Graziella Cucchiarelli, «le pratiche delle case gravemente danneggiate sono ferme. Era stato detto dai commissari che entro dicembre si doveva definire con la valutazione e il finanziamento delle pratiche. Di chi è la responsabilità? Perché non abbiamo imbracciato i fucili?».
«Chiamiamo i cittadini a raccolta, tutti gli aquilani devono partecipare per individuare le azioni da mettere in campo», ha aggiunto, «attiviamoci contro la pubblica amministrazione che non rispetta i tempi che si è data».
Un’assemblea più partecipata del solito, sotto il tendone di piazza Duomo, dove si sono radunati gli aquilani sfidando il freddo. «Quella di oggi è un tavolo di lavoro più che un’assemblea», ha spiegato Pina Lauria, «per pianificare le nostre prossime azioni. Abbiamo fatto una raccolta di documenti e articoli di giornale per smascherare i nostro politici e i commissari alla ricostruzione che ci hanno mentito». L’assemblea punta il dito, in particolare, contro l’annuncio, più volte sottolineato dalla Sge e dal commissario Chiodi, che le pratiche consegnate entro il 31 agosto sarebbero state approvate e finanziate entro il 31 dicembre. «Un risultato che non si è verificato», ha detto Lauria. «Con questa documentazione noi vogliamo dimostrare le promesse mancate. Gli impegni presi in tanti tavoli per la ricostruzione non sono stati rispettati. Al 31 dicembre sarebbero dovute essere approvate e finanziate oltre settemila pratiche presentate entro il 31 agosto 2011. Invece sono state soltanto esaminate, ma non finanziate. Inoltre sono ferme al protocollo le 1.220 pratiche consegnate dopo il 31 agosto, che ad aprile aumenteranno a duemila. E’ arrivato il momento di fermare questo modo di essere trattati e presi in giro».
Nei prossimi incontri, dunque, l’assemblea cittadina stabilirà tempi e modi delle manifestazione. C’è chi propone di fare una catena umana che parta dalla villa comunale, chi di accendere contemporaneamente le luci delle proprie case. Ma la maggior parte dei cittadini vuole «tornare a manifestare con forza davanti alle sedi delle istituzioni e dei nostri rappresentanti politici».
M.Gianf.