Assistenza alla popolazione, Lombardi: «Da Sge al Comune chi ci perde sono i cittadini»

18 gennaio 2012 | 19:00
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Assistenza alla popolazione, Lombardi: «Da Sge al Comune chi ci perde sono i cittadini»

L’Aquila, 18 gen 2012 – «Accontenta la Struttura commissariale, che si toglie un pesante fardello, o più  esattamente scarica su altri ogni problema. Accontenta l’amministrazione comunale attiva, perché può ‘imbarcare’ consensi elettorali. Ma il decreto del Commissario Chiodi, con cui le funzioni dell’Assistenza alla popolazione sono state trasferite dall’oggi al domani da Sge al Comune dell’Aquila, non accontenteranno certo gli interessati. Vale a dire i cittadini che sono ancora alle prese con i gravissimi disagi causati dal terremoto». Queste le parole del senatore Enzo Lombardi che definisce una «farsa e inconcludenti» gli incontri di qualche mese fa sul trasferimento delle competenze in questione.

«Non accadde nulla – prosegue il senatore – Improvvisamente, il passaggio delle consegne arriva. Peraltro accompagnato, ad appena due giorni di distanza, da una direttiva della stessa Sge assolutamente devastante per i percettori di particolari forme assistenziali. In altri termini, l’apparato commissariale – sul cui operato hanno pesato e pesano tante perplessità – ha messo in difficoltà gli aquilani, trasferendo repentinamente al Comune (che comunque, non lo dimentichiamo, aveva fatto apposita richiesta in tal senso) l’onere più gravoso dell’emergenza post sisma, quello dell’assistenza alla popolazione. A ciò, Sge ha aggiunto il classico “carico da novanta”, con un provvedimento che farà infuriare la gran parte dei cittadini».

«Dall’altro versante – spiega Lombardi – c’è stato un silenzio assordante. L’amministrazione comunale ha accettato supinamente questo trasferimento, senza rendersi conto di non avere un’organizzazione adeguata, nemmeno per quanto riguarda la collocazione fisica dei collaboratori che da Sge dovranno andare negli uffici comunali per continuare a svolgere la loro attività. E’ più che legittimo pensare che tale silenzio sia accompagnato dalla consapevolezza, da parte di qualcuno, che la gestione diretta di questo aspetto dell’emergenza possa originare dei vantaggi di natura elettorale».

«Credo che quanto – conclude il senatore – accaduto sia l’ennesima riprova di come non si voglia uscire, da nessuna parte, dalla tragedia del terremoto. E temo che, a pagare, siano solo ed eslcusivamente i cittadini».