Cialente chiama Italia: «Venite a vedere il fallimento del sistema Paese»

L’Aquila, 20 gen 2012 – Il sindaco de L’Aquila, Massimo Cialente, ha invitato i direttori delle testate giornalistiche e radiotelevisive italiane a visitare il capoluogo abruzzese il prossimo 7 febbraio, con lo scopo di mostrare loro, a distanza di un anno e mezzo dall’ultima, analoga iniziativa, a visitare la città. I riflettori torneranno ad accendersi, dunque, sul centro storico de L’Aquila in modo da poter raccontare all’Italia la situazione a circa tre anni dal terremoto.
«Il prossimo 6 febbraio 2012 saranno passati 34 mesi, 1037 giorni, da quel tragico 6 aprile 2009 quando la Città dell’Aquila fu completamente distrutta nei suoi edifici e nel suo tessuto sociale ed economico. Oggi, a distanza di tanto, troppo tempo, è tutto ancora fermo. Al di là del recupero, realizzato dal Comune dell’Aquila, delle unità immobiliari che avevano riportato danni lievi, o molto lievi, a partire dal febbraio 2010, nulla è stato fatto per avviare la ricostruzione pesante, né tanto meno si è investito anche un solo centesimo per il rilancio economico e produttivo. La Città dell’Aquila è in ginocchio, i cittadini vivono come sospesi nel vuoto, perdendo ogni giorno la speranza di poter tornare ad una vita normale, soprattutto coloro che, a
distanza di quasi tre anni, vivono ancora negli alberghi o nelle caserme. Siamo abbandonati a noi stessi in balia di una struttura commissariale che ha accumulato pesantissimi ritardi rispetto ai quali la risposta dell’attuale Governo è quella di tagliare i fondi per l’assistenza alla popolazione e per l’emergenza. Provvedimenti che colpiranno in particolare i soggetti più deboli, gli anziani. L’Aquila è il fallimento del sistema Paese. Uno dei più drammatici tra i problemi italiani è ormai sepolto nell’oblio. Vi chiedo, pertanto, come già feci oltre un anno fa, di tornare in città, il prossimo 7 febbraio, in modo che io possa nuovamente accompagnarvi a visitare il centro storico e Voi possiate raccontare al Paese la verità che vedrete direttamente sul nostro dramma».