Crollo via Sturzo 33 e 39, periti: «Materiale scadentissimo»

20 gennaio 2012 | 15:06
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Crollo via Sturzo 33 e 39, periti: «Materiale scadentissimo»

L’Aquila, 20 gen 2012 – La bassa qualità del calcestruzzo e la tipologia del terreno sono state al centro della prima udienza dibattimentale sul crollo delle palazzine di via Luigi Sturzo, numero 33 e 39, costruite nel 1965. La notte del 6 aprile 2009 nel collasso delle due strutture adiacenti persero la vita 29 persone.

Unico imputato di omicidio e disastro colposo per i due procedimenti riuniti dal giudice titolare del procedimento, Giuseppe Grieco, è Augusto Angelini anche se il suo legale, Augusto Di Sano, avrebbe individuato un’altra persona con responsabilità non presa in considerazione dalla Procura. Depositata agli atti la posizione di G.C., all’epoca della realizzazione dello stabile al civico 33 nominato dalla Prefettura per verificare la validità delle procedure antisismiche.

Nel corso dell’udienza sono stati sentiti alcuni familiari delle vittime e la prima tranche dei consulenti del Pm. L’immagine descritta dai tecnici è stata sempre quella di un unico cumulo di macerie sormontato dalla struttura di copertura integra. Dalle prove geofisiche alla meccanica del terreno gli argomenti su cui è stata incentrata la deposizione del geologo Alessandro Lorè. La qualità del calcestruzzo è stata illustrata da Raimondo Quaresima che ha parlato di «materiale scadentissimo, prove meccaniche basse» per il civico 33, mentre per il palazzo al 39 «materiale sempre scadente ma leggermente maggiore rispetto all’altro». Le prove meccaniche sono state eseguite su porzioni delle strutture sopravvissute ai crolli e, dunque, non confondibili: «I difetti visivi erano talmente evidenti che il degrado nel tempo non può aver influito».

Il coordinatore della Polizia giudiziaria nelle indagini aperte dalla Procura in seguito ai crolli, Eutizio Di Gennaro ha elencato alcuni dei numerosi esperti, centinaia secondo il Pm Fabio Picuti, che hanno ruotato in qualche modo intorno alle indagini, della repertazione e del loro stoccaggio in due depositi giudiziari sorvegliati da personale dell’esercito.

Danilo Ranalli ha precisato che tra i vari elementi repertati «dalla coppia di edifici in cemento armati, che visivamente apparivano sani, sono stati 15 gli elementi strutturali esaminati per ottenere i valori di resistenza del calcestruzzo».

L’udienza è stata aggiornata al 27 aprile. Tra 3 mesi compariranno davanti a Grieco gli altri 7 consulenti del Pm e poi i testi delle parti civili.

Nell’area di via Sturzo, dove ci sono edifici in cemento armato costruiti tra il 1950 e il 1965, sono state 135 le vittime in seguito alla scossa del 6 aprile 2009, il 45 per cento del totale.

di Sarah Porfirio