Terremoto, il Pd: una lettera a Monti contro le ordinanze blocca-ricostruzione

L’Aquila, 20 gen 2012 – Una lettera al governo Monti firmata da tutti i parlamentari abruzzesi del Pd per ottenere un incontro con il presidente del consiglio, Mario Monti. E’ una delle iniziative che il Pd intende mettere in campo per convincere il governo a rimodulare le misure adottate per la ricostruzione all’Aquila.
Questa mattina il parlamentare Giovanni Lolli ha tenuto una conferenza stampa in cui ha chiarito la posizione del Pd nei confronti del governo. «Siamo stati abbandonati», ha detto Lolli, presentando una serie di iniziative per indurre il governo a migliorare le ultime ordinanze.
Nonostante continui a sostenere l’esecutivo di Mario Monti, il parlamentare ha rimarcato il dissenso del Partito democratico, a livello locale, per il modo in cui viene considerata la questione L’Aquila. «Ormai da oltre due anni la città è uscita dall’attenzione del governo», ha aggiunto Lolli, «e tutte le decisioni sono state prese senza minimamente confrontarsi con gli amministratori locali».
Nella lettera, che verrà inviata il 1° febbraio, verrà chiesto a Monti un incontro per lanciare l’allarme sulle gravi condizioni in cui si trova ancora la città a tre anni dal terremoto. La ricostruzione è bloccata. Per uscire da questa situazione la prima cosa da fare è liberarci delle strutture commissariali», ha aggiunto. «La prima cosa da fare è questa, perché è importante consegnare nelle mani degli enti locali un potere maggiore, più capacità di decisione, e in condizione di lavorare per la ricostruzione del territorio che amministrano».
Se l’incontro, in realtà già previsto e rimandato a causa della tragedia della nave Costa Concordia, non sarà ancora una volta confermato, «incominceremo a farci delle domande», ha insinuato Lolli.
Ci sono altre iniziative che il Pd intende attuare. «La settimana prossima ci sarà al Senato un question-time in cui chiederemo al governo di rispondere alla richiesta di istituire una commissione d’indagine sulla entità effettiva dei finanziamenti da concedere alla città. Alla Camera, inoltre», ha continuato Lolli, «tutti i parlamentari chiederanno di istituire un’indagine sul costo delle strutture commissariali».
Le ordinanze del governo «ci sono piovute addosso», ha aggiunto il parlamentare, riferendosi a quella relativa alla riduzione del contributo per l’autonoma sistemazione, che è retroattiva e impone ai cittadini di restituire il denaro ricevuto, e all’impossibilità di ricostruire senza prima presentare i piani di ricostruzione. In questo modo «viene bloccato del tutto ogni possibilità di partire con i lavori, anche per gli edifici in cui si potrebbero aprire i cantieri».
Alla conferenza stampa ha preso parte anche l’assessore comunale Stefania Pezzopane, che ha ricordato il blocco dei fondi destinati al sociale: «Ci sono 9 milioni di euro dei fondi Giovanardi che non possono essere utilizzati. Poi ci sono i 2 dell’ex ministro Meloni e tanti altri fondi ancora. Non erogare questi fondi significa voler far morire L’Aquila».
M.Gianf.
LA LETTERA INTEGRALE A MARIO MONTI:
Al Presidente del Consiglio
Prof. Sen. Mario Monti
Le scriviamo per chiedere cortesemente di essere ricevuti al più presto da Lei o da un membro del Governo da Lei indicato per esprimerLe un allarme relativo allo stato in cui versa la ricostruzione della città dell’Aquila e dei Comuni colpiti dal terremoto del 6 Aprile 2009. Vogliamo esprimerLe la nostra viva preoccupazione per il fatto che questo grandissimo problema nazionale continui ad essere relegato ai margini dell’attenzione politica e dell’azione di Governo.
La ricostruzione è praticamente ferma:
1) Ferma la ricostruzione delle abitazioni, a causa dei ritardi da parte della struttura commissariale nell’indicare le linee guida ed a causa di un processo di valutazione dei progetti complicatissimo ed astruso, con la conseguenza che decine di migliaia di persone continuano a rimanere fuori delle proprie abitazioni nella condizione disagiata di sfollati e lo Stato è costretto a caricarsi costi molto consistenti per assistere le popolazioni sfollate.
2) Ferma la ricostruzione dei beni culturali e monumentali non essendo prevista nessuna misura e nessun finanziamento specifico, come invece è accaduto in altri territori colpiti da terremoti. Stiamo parlando di un patrimonio immenso di chiese, palazzi, piazze che rappresentano una ricchezza dell’intero Paese e che rischia, ogni giorno di più, il degrado.
3) Totalmente assente qualsiasi misura a favore del lavoro e delle attività economiche – è di oggi la notizia che la “Zona Franca”, misura prevista dalla legge 772009 sul terremoto, non verrà concessa dalla Commissione Europea.
In questa situazione, negli ultimi giorni, sono state firmate dal Suo Governo due ordinanze a nostro avviso pesantemente discutibili nel merito ( prevedendo fra l’altro di ridurre consistentemente contributi a cittadini che rimangono, non certo per loro responsabilità, nella condizione di sfollati) e soprattutto non concordate in nessun modo con il Sindaco dell’Aquila e con gli Amministratori degli altri Comuni. E’ la prima volta che viene seguito un metodo e un iter simile, cosa tanto più grave perché accentua quello che per noi è esattamente il problema che blocca la ricostruzione : la scelta di assegnare a strutture commissariali non solo l’emergenza ma anche la ricostruzione, espropriando, di fatto, i legittimi rappresentanti delle popolazioni, senza che tutto ciò abbia prodotto maggiore efficienza e rapidità, determinando anzi confusione e sovrapposizioni. Sappiamo bene quanto, Lei e gli altri membri del Governo, siate impegnati in un opera complessa e difficile che noi sosteniamo con impegno e lealtà, tuttavia le chiediamo di inserire all’interno delle priorità la vicenda nazionale della ricostruzione dell’Aquila e del suo territorio. Nell’incontro che speriamo Lei vorrà concederci le forniremo i dettagli di proposte ragionevoli ed efficaci contenute, per altro, nella proposta di legge di iniziativa popolare e nei documenti unitari prodotti da tutti i rappresentanti delle forze sociali del territorio. Le chiediamo inoltre, tra i suoi numerosissimi impegni, di programmare prima possibile una visita ad Aquila. Ci creda, solo vedendo è possibile farsi un’idea di questa incredibile ferita ancora aperta nel cuore del nostro Paese.
On. Giovanni Lolli
On. Vittoria D’Incecco
On. Tommaso Ginoble
Sen. Giovanni Legnini
Sen. Luigi Lusi
Sen. Franco Marini
On. Lanfranco Tenaglia
LA DICHIRAZIONE DELL’ANCE:
Riportiamo una dichiarazione del Presidente di ANCE L’Aquila Gianni Frattale sulle più recenti polemiche relative alla ricostruzione: «Urlare ed inimicarsi tutti coloro che hanno potere decisionale sul futuro del cratere non agevola la ricostruzione. La strada più fruttuosa è sempre quella della ponderatezza e del lavoro sinergico. La nuova ordinanza del Governo Monti non è altro che quanto già noto ai tempi di Letta, né migliore né peggiore. E’ perfettibile. Non ci soddisfa pienamente ma è qualcosa da cui partire per cercare di avviare la ricostruzione in attesa di ottenere il riconoscimento di quanti più diritti possibile. Ma non se ne esce andando allo scontro, bisogna piuttosto riunire le energie e le idee di tutti per fare proposte e sostenerle con autorevolezza. Se il metodo è questo l’Ance è disponibile a contribuire. Oggi gli ostacoli più impellenti da rimuovere sono sempre gli stessi due: la mancanza dei piani di ricostruzione per i centri storici ed il blocco delle pratiche alla filiera. Per fortuna, dietro al polverone della rissa continua in corso, c’è il lavoro di alcuni piccoli comuni e delle frazioni che sono riusciti a presentare 22 piani di ricostruzione. La preoccupazione più urgente, ora, deve essere quella di migliorare il meccanismo della filiera burocrat
ica anche per affrontare la mole di progetti dei centri storici che afferirà prossimamente. Ad oggi invece dobbiamo ancora prendere atto, sempre più amaramente, che nulla si muove neanche per le E della periferia, e che non si ha nessuna idea di come sarà L’Aquila futura. I cantieri della ricostruzione pesante sono sempre fermi. In passato gli aquilani hanno ricostruito la città ad ogni terremoto. Nel terzo millennio la litigiosità potrebbe purtroppo seppellire la sua dignità».
IL COMUNICATO DELL’IDV:
Scrive il segretario comunale Lelio De Santis: «L’ordinanza 3996 del Presidente del Consiglio dei Ministri che detta le regole per la ricostruzione dei centri storici rappresenta un’altra mazzata per la rinascita della città e dei Paesi del cratere e richiede risposte ferme ed unitarie da parte di tutte le forze politiche, sociali e civiche, non sparate isteriche ed irrazionali. Non cambieremo l’ordinanza con la gara a Chi strilla di più né convinceremo il Premier Monti a mandare via tutta l’attuale governance, che ha dimostrato la sua inutilità, nonostante le ingenti risorse che ha assorbito. Non mi convince l’atteggiamento degli amministratori regionali e comunali del PdL, che cercano di utilizzare in chiave elettoralistica contro Cialente l’ordinanza ammazza-città, dimenticando il ruolo negativo del commissario, Chiodi, e la gestione verticistica e propagandistica che il Governo Berlusconi ha fatto del dramma aquilano. Non apprezzo, allo stesso modo, le sparate del sindaco, Cialente, che denuncia giustamente le negatività dell’ordinanza e se la prende con tutti, ma non ha l’umiltà di fare una minima e realistica autocritica, per la sua condotta passata ed anche per l’incontro che Egli ha avuto di recente con il Premier, Monti, da lui – ma solo da lui – giudicato in modo positivo e foriero di un cambio di rotta. I Presidenti del Consiglio dei Ministri cambiano, ma l’atteggiamento poco positivo verso L’Aquila e poco comprensivo delle ragioni e dei diritti degli Aquilani rimane lo stesso: non sarà anche perché questa classe politica regionale e comunale ha scarsa credibilità e poca capacità di parlare lo stesso linguaggio ai governanti, preferendo litigare su tutto? Intanto, sarebbe cosa utile se il Sindaco ed il suo Partito, come gli Amministratori del PdL, che sostengono il Governo Monti, facessero pesare il loro ruolo decisivo di Partiti di Maggioranza ed a subordinare il loro voto favorevole al Governo alla modifica dell’Ordinanza ed all’appprovazione in Parlamento della Legge per L’Aquila. Oltre alla battaglia delle parole, serve la battaglia delle iniziative politiche ferme e chiare, a favore di una città e di un territorio, che non possono essere dimenticati.