
L’Aquila, 21 genn 2012 – Dopo la rivelazione apparsa sul sito di Repubblica.it la telefonata fra Guido Bertolaso e l’ex assessore regionale alla Protezione civile Daniela Stati, nella quale la riunione della commissione Grandi rischi del 31 marzo 2009 viene definita una «operazione mediatica» fatta solo per rassicurare la popolazione non ha provocato sdegno negli aquilani e non solo.
Nella giornata di ieri l’avvocato Antonio Valentini ha consegnato un esposto in Procura nel quale ritiene Guido Bertolaso responsabile di omicidio colposo in cooperazione con gli imputati nel processo Grandi rischi.
Dalle intercettazioni della telefonata si sente un Bertolaso piuttosto determinato e anche seccato che dice alla Stati: «Li faccio venire all’Aquila o da te o in prefettura… Decidete voi, a me non me ne frega niente… In modo che è più un’operazione mediatica, hai capito? Così loro, che sono i massimi esperti di terremoti, diranno: è una situazione normale… sono fenomeni che si verificano… meglio che ci siano cento scosse di 4 scala Richter piuttosto che il silenzio, perché cento scosse servono a liberare energia e non ci sarà mai la scossa quella che fa male…».
«La cooperazione colposa – dice l’avvocato Valentini – secondo l’insegnamento della Suprema Corte di Cassazione ha una struttura molto agile non richiedendo neanche la consapevolezza del carattere colposo dell’altrui condotta». La Procura potrebbe richiedere l’acquisizione dell’originale della telefonata che fa parte del fascicolo d’inchiesta sul G8 della Maddalena, G8 che poi fu spostato all’Aquila nel giugno del 2009.
Il processo allla commissione Grandi rischi vedrà Bertolaso come teste il prossimo 8 febbraio.
red.
PRC: DENUNCEREMO BERTOLASO – «Le intercettazioni telefoniche pubblicate da Repubblica sulla commissione grandi rischi svelano definitivamente il vero volto della gestione della Protezione Civile di Guido Bertolaso. Intuendo i risvolti del sistema degli appalti in emergenza grazie alle inchieste sugli interventi della Protezone Civile svolte dai giornalisti di Liberazione, quotidiano del nostro partito, Rifondazione Comunista sin dal primo momento si oppose alle operazioni del commissario Bertolaso, in quasi totale solitudine tra le forze politiche, affiancata solo da alcuni comitati cittadini». Così Enrico Perilli, capogruppo PRC consiglio comunale dell’Aquila, e Francesco Marola, segretario provinciale PRC, partecipano alle polemiche di questi giorni in merito alle intercettazioni delle telefonate di Bertolaso.
«Ci chiediamo, dov’erano coloro che oggi si indignano? Vogliamo ricordare che queste operazioni erano sostenute ed acclamate da quasi tutta le forze politiche cittadine, sia di centrodestra che di centrosinistra. Proprio per queste ragioni fummo costretti ad uscire dalla Giunta comunale, passando all’opposizione. Abbiamo potuto ricomporre questa rottura dopo oltre un anno, quando il centrosinistra cittadino ha cambiato opinione sul regime commissariale, anche grazie ai nostri interventi».«Ricordiamo inoltre che per primi ci opponemmo al tentativo di conferire la cittadinanza onoraria a Bertolaso, da noi definito "il console". Oggi scopriamo che non solo nella gestione dell’emergenza, ma anche prima che il terremoto avvenisse, l’operato di Bertolaso era volto volto a garantire ritorni mediatici a fini esclusivamente propagandostici, politici e affaristici. Per questa ragione Rifondazione Comunista ha dato mandato ai suoi legali Dario D’Alessandro, Francesco Rosettini e Alessandro Rosa, di presentare un esposto in Procura per denunciare Guido Bertolaso per omicidio colposo. Non può rimanere impunito quanto gli aquilani sono stati costretti a subire. Aggiungiamo inoltre che ciò che è accaduto con Bertolaso deve essere da monito per le relazioni future. Per questo solo una settimana fa in consiglio comunale abbiamo invitato il sindaco ad avere prudenza con Il nuovo Governo, poiché la soddisfazione espressa dopo il primo incontro avuto con Monti ci sembrava del tutto fuori luogo; oggi con l’ordinanza sui centri storici è chiaro che la ricostruzione non è un priorità per il Governo "tecnico", e ancora una volta il sindaco ha dovuto fare dietro front dalle precedenti dichiarazioni».