Terremoto: l’assemblea cittadina si prepara alla protesta

22 gennaio 2012 | 18:07
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Terremoto: l’assemblea cittadina si prepara alla protesta

L’Aquila, 22 gen 2012 – Il 18 febbraio è la data in cui probabilmente gli aquilani torneranno a protestare contro la ricostruzione ferma e i problemi legati alla gestione dell’emergenza e dell’assistenza alla popolazione. Una data ancora da confermare, ma l’assemblea cittadina, riunita questa mattina nella tenda di piazza Duomo in una domenica di sole quasi normale, è determinata: «Si protesterà».

Nel mirino dei cittadini ancora una volta la ricostruzione bloccata, con le 7.443 pratiche ferme a Reluis. Le promesse mancate dei commissari (più volte il commissario Chiodi ha sostenuto che entro il 31 dicembre del 2011 sarebbero state approvate e finanziate tutte le pratiche consegnate entro il 31 agosto 2011, cosa non avvenuta). Sotto accusa, poi, l’ultima ordinanza firmata dal presidente del consiglio Mario Monti, quella sui centri storici, che ribadisce un assunto fondamentale: la ricostruzione dei centri storici può avvenire solo attraverso la predisposizione dei Piani di ricostruzione o piani stralcio. Ma oltre a questo, l’ordinanza taglia i contributi sulle seconde case del centro storico. Tutti aspetti che hanno mandato sulle furie anche il primo cittadino, Massimo Cialente.

C’è poi la questione del lavoro, ribadita dal segretario provinciale della Cgil, Umberto Trasatti, che ha fatto anche un appello all’unità mettendo in guardia: «Il territorio è diviso persino sull’ordinanza di Monti», ha detto, ricordando che «i sindaci delle aree omogenee del cratere sismico ieri hanno condiviso l’ordinanza».

La manifestazione ha l’obiettivo anche di chiedere le dimissioni del commissario Gianni Chiodi e in generale la fine di tutte le strutture commissariali. Si intende anche esprimere con la manifestazione solidarietà ai cittadini denunciati per vari fatti: la "passeggiata" in zona rossa di alcuni frequentatori dell’assemblea cittadina, la manifestazione delle carriole che si concluse con il loro sequestro, l’occupazione dell’autostrada e il corteo a Roma, dove alcuni giovani presero manganellate dalla polizia.  

«Gravissima è, inoltre, la retroattività della direttiva di Cicchetti», ha aggiunto Pina Lauria. «Dobbiamo chiedere di modificare la direttiva del vicecommissario Antonio Cicchetti, perché stabilisce che l’aumento di 200 euro concesso  per i nuclei composti da uno o due persone e per gli ultra 65enni, con ordinanza firmata dal presidente del consiglio dei ministri, debba essere restituito. Questo aumento si ferma al 15 dicembre 2011», ha spiegato Lauria, «ma chi era stato chiamato per l’assegnazione dell’alloggio dovrà restituire i 200 euro a partire dal giorno della rinuncia».

La prossima assemblea cittadina  si terrà mercoledì alle 17. Sarà stabilito definitivamente il giorno in cui si terrà la manifestazione, le modalità e i percorsi cittadini da seguire. Mercoledì sarà inoltre letta la "piattaforma programmatica" della manifestazione.

L’assemblea cercherà di coinvolgere tutti: lavoratori, professionisti e pensionati. Senza dimenticare gli abitanti dei quartieri del progetto Case, organizzando degli incontri nelle varie tende amiche. «Gli aquilani devono riappropriarsi della città», ha detto Antonio Gasbarrini, «chiederemo al governo, al Comune e ai commissari: perché a tre anni dal sisma L’Aquila è ancora in emergenza? Chiederemo anche di eliminare tutte le sovrastrutture che ci sono state imposte, riappropriandoci della volontà di fare noi qualcosa per la città. E non molleremo».

All’assemblea è intervenuto anche il presidente dell’Ordine degli architetti, Gianlorenzo Conti. In linea con i cittadini, Conti ha criticato le strutture commissariali e il loro inefficiente modo di gestire la ricostruzione. Quanto alla manifestazione, Conti ha fatto un appello all’unità: «Manifestiamo tutti insieme, cittadini e tecnici». L’architetto ha fatto, poi, un’autocritica nei confronti della categoria: «Anche noi», ha detto, «non abbiamo combattuto abbastanza per cambiare la situazione», presi da una sorta di «timore di contraddire chi, all’inizio dell’emergenza, mostrava di essere in grado di guidarci».

M.Gianf.