Occupazione, Cgil: All’Aquila è crisi nera

23 gennaio 2012 | 18:07
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Occupazione, Cgil: All’Aquila è crisi nera

L’Aquila, 23 gen 2012 – In città è dramma occupazionale. Allarme nero per il mondo del lavoro nel capoluogo distrutto dal terremoto, dove non accenna a cambiare la tendenza negativa del ricorso alla cassa integrazione in deroga e straordinaria. A lanciare l’allarme questa mattina in conferenza stampa, è stato Umberto Trasatti, segretario provinciale della Cgil.

In Abruzzo c’è una diminuzione generale della cassa integrazione ordinaria in tutti i settori. Ma all’Aquila «aumenta a dismisura quella in deroga e quella straordinaria», ha spiegato Trasatti. A essere in ginocchio è soprattutto l’industria, mentre una timida ripresa occupazionale, con relativa diminuzione del ricorso agli ammortizzatori sociali, c’è nel commercio e nell’artigianato.

Gli ultimi dati dell’Inps relativi al 2011 fotografano la situazione degli ammortizzatori sociali in regione. Il 31 dicembre 2011 i beneficiari di interventi a sostegno dell’occupazione erano 35.244: erano 37.943 il 31 dicembre del 2010. Nell’anno passato, dunque, i beneficiari di ammortizzatori sociali in Abruzzo sono diminuiti del 7%.

Immobile, in sostanza, resta la situazione all’Aquila. Dove i beneficiari sono diminuiti di 8 unità, passando dagli 8.904 del 2010, agli 8.896 del 2011. «Il numero dei lavoratori in cassa integrazione è rimasto immutato», ha spiegato Trasatti. Ma cosa sta succedendo?

«Succede che in tutta la regione c’è una lentissima ripresa dell’occupazione, che si evince dalla diminuzione delle ore degli ammortizzatori sociali. Ma all’Aquila questo non si verifica», ha aggiunto Trasatti. «Mentre il settore del commercio e dell’artigianato è in ripresa (ma la cig ordinaria è ancora molto alta) quello dell’industria è al palo. Commercio e artigianato sono i settori che nel post-sisma avevano sofferto di più, data la distruzione dei loro locali. Piano piano molti si sono ricollocati, ma sono migliaia ancora i commercianti in cerca di spazio dove insediarsi. Quanto all’industria, eravamo riusciti, all’inizio, a farla ripartire, soprattutto la farmaceutica e la metalmeccanica. Nel corso del 2011 la crisi dell’industria è aumentata».

I DATI SUGLI AMMORTIZZATORI SOCIALI IN PROVINCIA DELL’AQUILA:

Secondo l’Inps, la cassa integrazione ordinaria è diminuita, passando dai 2,6 milioni di ore del 2010 ai 2,2 milioni di ore nel 2011. Un dato che, secondo Trasatti, trae in inganno se non vengono analizzate le ore di cig straordinaria e in deroga, che sono invece aumentate. «Aumentano molto nell’industria. La cig straordinaria nel 2010 ammontava a 2.003.173 ore», chiarisce il sindacalista, «ore che salgono a 2.480.289 nel 2011».

Stesso discorso per la cig in deroga. «Nel 2010 le ore ammontavano a 628.094», ha aggiunto, «e salgono a 1,511.521 ore nel 2011. E questo lo chiamiamo miglioramento occupazionale?», ha tuonato Trasatti, riferendosi alle parole dell’assessore regionale al Lavoro, Paolo Gatti, che si era detto soddisfatto perché la regione era tornata ai livelli occupazionali del pre-crisi, e cioè ad avere oltre 500mila occupati. Non basta superare questa soglia, a giudizio del sindacalista, per dire che l’occupazione in regione migliora.

«Bisogna andare a vedere cosa succede provincia per provincia», ha specificato, «e all’Aquila la situazione è drammatica, perché la cig straordinaria e in deroga, che potrebbe preludere anche alla chiusura delle aziende. Alla crisi aziendale, nel settore dell’industria ma anche in altri settori (commercio e pubblica amministrazione), si aggiunge quella determinata dal terremoto». «Io ho il timore», ha aggiunto, «che quei circa 9mila lavoratori beneficiari di ammortizzatori sociali possano aumentare».

COSA FARE:

Trasatti non ha dubbi. Il governo, che questa mattina ha deliberato lo sblocco dei 90 milioni di euro per il De Minimis destinato a piccole aziende esistenti o nuove del territorio, «deve finanziare anche gli accordi di programma». Che è uno strumento «fondamentale per la media e grande impresa: anche quella deve essere incentivata se vogliamo creare ulteriori posti di lavoro ad esempio nel settore farmaceutico», ha spiegato. «Sono diverse, infatti, le aziende che hanno intenzione di investire all’Aquila (Menarini, Dompè, Vibac, Finmeccanica) milioni di euro. Ma se il governo dà loro un aiuto si potrebbero creare più posti di lavoro». Alcuni contratti di programma sarebbero già stati presentati.

L’ATTACCO A CHIODI:

Trasatti chiama in ballo il presidente della Regione, Gianni Chiodi, che alla conferenza stampa di fine anno aveva definito L’Aquila un «piccolo neo» nell’attività positiva della giunta. «Piccolo neo? L’Aquila è il capoluogo di regione», ha ricordato il sindacalista, «Chiodi deve capire che la città deve diventare la leva per lo sviluppo economico di tutta la regione». Per questo, ha chiarito, «abbiamo bisogno di un presidente della Regione a tempo pieno». Trasatti ne ha anche per il Patto per l’Abruzzo: «L’Aquila che ruolo ha nell’ambito del Patto per l’Abruzzo? Il territorio aquilano è stato preso in considerazione nel rilancio dell’Abruzzo oppure no?», ha chiesto, riferendosi all’imminente sblocco dei Fondi Fas. «Quali sono gli interventi da finanziare per il nostro territorio?».

M.Gianf.