
L’Aquila, 25 gen 2011 – Gaetano Fontana, coordinatore della struttura tecnica di missione per l’Abruzzo, stufo di «attacchi violenti e ingiustificati» con «campagne denigratorie e pretestuose» e con «risse e verbosità finalizzate alle sole occasioni mediatiche» rimette il suo mandato nelle mani del presidente Chiodi con una lettera nella quale chiede di valutare «se esistono ancora le condizioni per proseguire il lavoro avviato due anni fa, con orgoglio e spirito di servizio». Ne dà notizia "Il Messaggero" che riporta alcuni passaggi del Fontana-pensiero in questo delicato momento.
A determinare la decisione le polemiche scaturite dall’ultima ordinanza, quella sui centri storici che «riporta – secondo Fontana -, con le stesse parole, quanto concordato nel corso di due riunioni del 25 maggio e del primo giugno 2011 e contenuto in un verbale, meglio conosciuto come Lodo Letta, del 9 giugno 2011». Un verbale condiviso e conosciuto da tutti: commissario, sindaco, Letta, Gabrielli, Ministero dell’Economia, Ragioneria dello Stato. «L’articolo 1 dell’ordinanza – attacca Fontana – non dice nè più nè meno». Nonostante questo, però, «ancora una volta (e quasi come fosse una colpa), l’avere collaborato istituzionalmente – perché questo è il nostro compito – ha comportato per la Struttura di Missione e per me personalmente, essere oggetto di attacchi violenti e ingiustificati». L’ordinanza, insomma, a detta di Fontana, «diventa ancora una volta l’occasione per montare una campagna denigratoria e pretestuosa».
«In questo contesto di insofferenza ed eccesso di comunicazione – aggiunge Fontana – non è possibile né decoroso essere presenti, come se nulla fosse, in luoghi che privilegiano la rissa e la verbosità finalizzata alle sole occasioni mediatiche». Fontana, inoltre, ha chiarito di non ritenere utile per la ricostruzione «puntare sull’appoggio e sulla condivisione da parte dei sindaci dei comuni minori in contrapposizione al Comune dell’Aquila. La divisione dei soggetti del territorio è sempre una sconfitta che è compito del commissario evitare».
CHIODI RINNOVERA’ FIDUCIA A FONTANA – Secondo quanto si è apprende, il commissario Chiodi nei prossimi giorni rinnoverà la fiducia a Fontana chiedendogli di tornare sui suoi passi. Fontana, Nonostante abbia rimesso il mandato, sta portando avanti comunque la sua attività.
IRITALE (PD): FONTANA SI DIMETTE? GLI AQUILANI NON SONO DISPIACIUTI – «Apprendiamo dalla stampa – dichiara Francesco Iritale, segretario comunale Pd – delle lettera di dimissioni presentata dal Coordinatore della Struttura Tecnica di Missione Gaetano Fontana e indirizzata al Presidente Chiodi. Crediamo che gli aquilani non subiranno con dispiacere questa notizia. Da 3 anni ormai questa città subisce una gestione commissariale che non ha risolto uno dei tanti problemi che la affliggono. Ritardi nella definizione delle norme, lentezza nella erogazione dei fondi, una burocrazia esasperante stanno paralizzando la ricostruzione. L’architetto Fontana ha ampie responsabilità per questo stato di cose. Se alle sue dimissioni si unissero quelle dei vertici della struttura commissariale forse la città potrebbe riniziare a sperare di essere ricostruita».
«SCELTA GIUSTA» PER I CONSIGLIERI FIRMATARI IL DOCUMENTO DI DIMISSIONI – «Prendiamo atto delle notizia sulle dimissioni dell’architetto Gaetano Fontana ritenendo che sia una scelta utile e giusta» hanno commentato i capigruppo consiliari Vito Albano (Pd), Carlo Benedetti (Ci), Pasquale Corriere (Gruppo misto), Adriano Durante (Udc), Angelo Mancini (Idv), Pierluigi Mancini (Api), Enrico Perilli (Rc), Salvatore Placidi (Udeur), Giancarlo Vicini (Pse) e Giuseppe Ludovici (Dc) che hanno sottoscritto il documento relativo alle dimissioni di Gaetano Fontana.
«Al di là degli aspetti personali e professionali – proseguono i consiglieri – riteniamo che il Capo della Struttura Tecnica di Missione abbia preso atto del fallimento della sua azione, in particolare del grave ritardo dell’avvio della ricostruzione cosiddetta pesante, oltre che della eccessiva burocratizzazione e sovrastrutturazione per la ricostruzione dei centri storici. Ci sarebbero volute regole snelle e veloci e invece ci si è impantanati nella più assurda delle ragnatele burocratiche».
«Riteniamo che, di fronte a questo atto di Fontana – specificano i consiglieri – il Presidente Chiodi dovrebbe trarre analoghe decisioni dimettendosi da Commissario per la Ricostruzione e favorendo una transizione ad un nuovo ed efficace sistema di governance della fase post sisma tale da rimuovere la situazione di totale empasse e, soprattutto, di dispendiosa burocratizzazione che si sta traducendo in un inaccettabile ed inutile spreco di risorse, oltre che di vera e propria disperazione dei cittadini. Tra l’altro – concludono – solo con questi atti sarà possibile riportare la gestione della fase post sisma ad un corretto quadro di rapporti istituzionali che le ultime scelte della Struttura Commissariale e della Struttura Tecnica di Missione hanno tradotto in atti inaccettabili d’imperio».
MORELLI (FLI): BASTA DUALISMO COMUNE-COMMISSARIATO – «Sulla vicenda delle dimissioni dell’architetto Fontana messe nelle mani del Presidente Chiodi che poi le respinge stendiamo un velo pietoso. Ma è sulle polemiche che si stanno sollevando che mi voglio concentrare». Dichiarazioni di Stefano Morelli, coordinatore comunale di Futuro e libertà. «Da qualche ora partono comunicati da parte dell’Amministrazione Comunale, dei consiglieri e dei partiti di maggioranza, dove si fa la voce grossa chiedendo a Fontana di andare fino in fondo e a Chiodi di accettare le dimissioni. Si chiede un nuovo tipo di governance ma non si sa quale non c’è da parte loro una idea che sia una. E’ utile ricordare ai cittadini che il dualismo tra Amministrazione comunale e Commissariato di governo è colpa di entrambi gli attori che non hanno la capacità di uscire dalla logica del proprio orticello senza una vera visione strategica. Noi di Futuro e Libertà abbiamo, già da alcuni mesi, presentato una Mozione in Consiglio Comunale che impegna l’Amministrazione a chiedere al Governo che il prossimo Sindaco della Città sia anche il Commissario alla ricostruzione. Ma fino ad ora il Sindaco e la sua maggioranza non lo hanno ancora preso in considerazione. Solo in questo modo si potrà finalmente porre fine al dualismo e riconsegnare il Capoluogo ai nostri concittadini».
MANCINI, PERILLI, BERNARDI A FONTANA: FONTANA SPIEGHI RICOSTRUZIONE FERMA – «Il coordinatore della Struttura tecnica di Missione, l’architetto Gaetano Fontana, ha rimesso il suo incarico nelle mani del commissario Chiodi, affinché valuti se ci sono le condizioni per proseguire il lavoro avviato insieme da due anni. Fontana motiva la sua decisione con l’impossibilità di lavorare in luoghi che privilegiano gli attacchi violenti e ingiustificati, le campagne denigratorie e pretestuose e le risse finalizzate alle sole occasioni mediatiche».
Commentano così i consiglieri comunali Angelo Mancini (Idv), Enrico Perilli (Prc) e Giuseppe Bernardi (Sinistra per L’Aquila) le dimissioni di Fonatana, specificando: «Non ha parlato, invece, del lavoro svolto dalla Stm e dalla struttura commissariale e dei risultati raggiunti ai fini della ricostruzione della città. Spieghi piuttosto, Fontana, come mai non è riuscito a garantire neanche la piena sicurezza nella ricostruzione, che era poi la vera sfida della città da far rinascere dopo il sisma. Ci dica perché è la convenienza economica a far decidere se le abitazioni gravemente danneggiate devono essere riparate, con miglioramento sismico solo al 60 per cento, oppure abbattute e ricostruite, cosa che garantirebbe l’adeguamento sismico totale. La verità è che
tutte le norme emanate tendono a risparmiare a danno della sicurezza e a rallentare l’esame delle pratiche. Il motivo è molto semplice. Oggi la disponibilità di risorse non consente di autorizzare tutti i contributi, considerando che, solo per le abitazioni E della periferia, occorrono 2mila 250 milioni di euro, a fronte di una disponibilità residua di mille e 500 milioni per tutti i Comuni del cratere. Tutte questioni sulle quali Fontana dovrebbe spiegazioni alla comunità aquilana, a fronte dei lauti emolumenti percepiti per il suo incarico».
«Ci spieghi inoltre, Fontana – proseguono i consiglieri – quali risultati sono stati raggiunti con le sue linee guida, con i decreti e le direttive e quali sono gli effetti delle ultime ordinanze (3790, 3881, 3917, 3996). Sintetizzando al massimo si può sicuramente affermare che i cantieri sulle cosiddette sei aree a breve non sono partiti, la ricostruzione delle abitazioni di tipo E della periferia è ferma, la filiera Fintecna, Reluis e Cineas ha oltre settemila pratiche, presentate entro il 31 agosto, bloccate e ulteriori 8mila che non verranno esaminate prima del 31 marzo. Per il centro storico, invece, l’ordinanza arriva, dopo tre anni dal sisma, confermando la necessità dei piani di ricostruzione anche per piani stralcio, accompagnati da una stima di massima dei costi, senza alti strumenti e con l’aggravio del taglio dei contributi per le seconde case».
«Provi a spiegare, Fontana, perché Fintecna, Reluis e Cineas, a fronte dei risultati, costano 12 milioni di euro l’anno, più mille e 600 euro per ogni pratica della periferia esaminata, mentre il Comune dell’Aquila dovrebbe esaminare le complesse pratiche dei centri storici con le risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica – concludono – E ancora, Fontana dovrebbe spiegare chi ricostruirà le seconde case classificate E senza contributi o indennizzi. Dovrebbe spiegare perché gli eredi delle persone defunte tra il 6 aprile 2009 e il 5 ottobre dello stesso anno vedranno riconosciuto il contributo per ricostruire, mentre quelli di coloro che sono venuti a mancare dopo il 5 ottobre 2009 non avranno alcun forma di contribuzione o di indennizzo. Una struttura, quella coordinata da Fontana, che, anziché aiutare la ricostruzione, ha finito per bloccarla e rallentarla, con risultati disastrosi a tre anni dal sisma. Il centro storico non è stato ricostruito e in periferia non è stata garantita la piena sicurezza sismica. Siamo diventati la capitale del rattoppo e Fontana, dalla sua casa sicura in una città normale, ha il coraggio di parlare di “polemiche strumentali”. Vada pure a casa, il coordinatore della Stm, perché qui all’Aquila davvero non lo rimpiangerà nessuno».
PEZZOPANE (PD): DIMISSIONI NECESSARIE – «Negli stralci della lettera di dimissioni dell’Architetto Fontana, resi noti dalla stampa, non c’è solo un’autocritica, ma un’evidente ammissione di colpa nei confronti della Struttura Commissariale e della Unità di Missione, che in questi anni non hanno fatto altro che alimentate le differenze territoriali». Dichiarazioni dell’assessore comunale Stefania Pezzopane. «Quando ho guidato la Provincia dell’Aquila, come presidente, una delle priorità del mio mandato è stata quella di creare un’identità unitaria, tra i diversi territori. Il Parlamento dei Sindaci ne ha rappresentato uno degli aspetti più concreti e tangibili, anche dopo il terremoto. Ora anche questo strumento è stato spazzato via. In questo vuoto di luoghi di sintesi, la struttura di Chiodi, per bieche manovre politiche, ha voluto dividere i buoni dai cattivi, i sudditi assertivi da chi osava dire che le cose non andavano. Non voglio entrare nel merito delle dimissioni di Fontana, che tuttavia ritengo necessarie, ma mi limito a sottolineare l’esigenza di eliminare tutte quelle strutture, compresa quella Commissariale di Chiodi, che hanno portato ad una divisione territoriale, mentre al contrario vanno incentivati e rafforzati gli strumenti per ridare linfa e forza al territorio intero, come il potere ai. Comuni e agli enti locali. Ora il re è nudo, chi ha alimentato la divisione ne viene letteralmente travolto».