
L’Aquila, 26 genn 2012 – Dopo lo sciopero di tre ore di lunedì scorso e l’assemblea sindacale di ieri ancora non si vede la fine del tunnel per gli 80 operai di Intercompel/P&A, che verranno messe presto in liquidazione.
«Abbiamo deciso – ha detto Clara Ciuca, Uilm – di andare a parlare diretamente con Ferdinando Colombo, l’azionista maggioritario della Compel di Milano, ma lui continua a dire che non ha ancora preso una decisione». È vero, mettere in liquidazione un’azienda non è un’operazione semplice, ma i dipendenti, per la maggiorparte giovani e donne, hanno il diritto di sapere qual è il loro destino.
L’unica cosa certa è che i fornitori non vengono pagati da mesi, le commesse mancano e nessuno muove un dito per trovare una soluzione dignitosa per i lavoratori. Dal 12 dicembre scorso gli oprerai sono in cassa integrazione a rotazione, vale a dire che quasi l’80% dei dipendenti a turni di una o due settimane rimane a casa in cassa.
Per la P&A la proprietà vorrebbe tentare la carta della vendita. Due sarebbero i potenziali acquirenti: la Elco o la Smd Sud di Rieti; mentre la Intercompel dovrebbe essere messa in liquidazione dal 16 marzo prossimo. Anche in questo caso l’azienda non ha fatto sapere nulla.
Tra oggi e domani i rappresentanti sindacali attendono delle risposte dall’azienda e hanno chiesto un incontro anche con l’amministratore delegato, Francesco Carvelli. La Ciuca non nega che già stanno pensando ad altre forme di protesta e non è escluso che porteranno avanti una vertenza contro l’azienda.
Le aziende aquilane, le poche che sono ancora sono in piedi, «stanno cadendo giù come birilli», dice la Ciuca. Chissà se un giorno, come ha detto ieri il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il lavoro non sarà solo un privilegio, ma verrà riconosciuto come un vero diritto di tutti i cittadini.
(EF)