L’Aquila, Piano di ricostruzione: ora non ci sono più scuse

27 gennaio 2012 | 12:07
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L’Aquila, Piano di ricostruzione: ora non ci sono più scuse

L’Aquila, 27 gen 2012 – Finisce la querelle sulla ricostruzione dell’Aquila e sulla necessità del relativo Piano, che hanno visto impegnati il Comune, da una parte, e la struttura commissariale, dall’altra, in una guerra di posizione snervante, oltre che irritante, visto che il tempo è trascorso inesorabilmente.

Da oggi dunque, non ci saranno più scuse: da una parte il commissario-presidente Chiodi ha avuto quello che cercava; dall’altra l’Amministrazione comunale, e per essa, il sindaco Cialente e l’assessore alla ricostruzione Di Stefano in testa, gli hanno dato lo strumento che, pur negandone la necessità, sembra aver bloccato fino ad oggi “la pratica” nel capoluogo di regione.

Il Piano è in corso di presentazione a Villa Gioia: tre centinaia di pagine racchiudono -sulla carta – il futuro della città e dei suoi 70mila abitanti. Tre centinaia di pagine che dicono, e diranno, dove, come e a quale costo. Governo nazionale, ministero dell’Economia e commissario sono serviti: hanno sempre rimproverato la mancanza di una quantificazione dei fabbisogni.

Ora ce l’hanno: 5 miliardi di euro, di cui il 70% per il solo centro e il 30% per le altre frazioni.

Da oggi, o meglio dalla prossima settimana quando sarà approvato in Comune, tutti gli attori coinvolti avranno a disposizione gli strumenti per poter “operare” L’Aquila, e ridarle le ali per tornare a volare. Ora nessuno avrà più cavilli a cui aggrapparsi. Dopo quasi 34 mesi, nessuno potrà più nascondersi dietro al “dito” del Piano di ricostruzione. Se la stessa non decollerà, invece, finalmente si saprà – e senza più dubbi – chi la vuole nei fatti e chi solo a parole.

Servivano indirizzi, modalità, localizzazioni, metodologie, ci hanno detto. Ora ci sono. Serviva conoscere quanto sarebbe costato: 5 miliardi di euro. Ora dovranno arrivare.

Per la ricostruzione dell’Aquila, da oggi, non ci saranno più scuse. Per nessuno.

di Paolo Della Ventura