Abruzzo: Italia Lavoro aderisce al “Patto per lo sviluppo”

L’Aquila, 30 gen 2012 – Italia Lavoro ha aderito al Patto per lo Sviluppo. Lo ha annunciato questa mattina, a Pescara, il presidente della Regione Gianni Chiodi. Presente per Italia Lavoro, Mauro Tringoli.
Particolarmente soddisfatto il governatore abruzzese che ha sottolineato l’importanza dell’adesione al Patto di «un ente di rilievo nazionale». Chiodi ha parlato di «elementi innovativi del Patto, su cui si sta concentrando anche l’attenzione di livello nazionale. Il Patto – ha proseguito – non è un tavolo della concertazione. Come politica, vogliamo fare anche un passo indietro sul piano dell’autoreferenzialità, allo stesso tempo vorremmo che le categorie che partecipano al Patto facessero un passo in avanti, cioè non avere solo un approccio di tipo corporativo, come era nel passato nei tavoli della concertazione, ma assumersi una responsabilita’ in qualche maniera globale. In tal caso il Patto ha grandi prospettive, se invece viene inteso come il vecchio tavolo della concertazione, lascia il tempo che trova».
Chiodi nel corso dell’incontro ha ribadito che il Patto e’ «un metodo di lavoro. Non e’ il tavolo della concertazione, nonostante qualcuno ancora riesca a comprenderlo, ma un tavolo delle responsabilita’ che deve affrontare questo mondo nuovo che si e’ reso visibile a tutti. Non bisogna pensare alla propria corporazione ma agli interessi generali». Per Chiodi Italia Lavoro e’ «un partner molto qualificato. Ci attendiamo, oltre alla collaborazione, una capacita’ progettuale e di proposta. Questo ente e’ in grado di farlo in quanto conosce tutta la situazione, l’evoluzione del panorama italiana e tutte le opportunita’ che le varie leggi consentono».
Per il governatore l’entrata di Italia Lavoro testimonia anche che il Patto e’ uno strumento innovativo al punto di attirare anche l’attenzione del governo nazionale, «naturalmente – ha sottolineato – si aspettano da noi quel cambiamento che ancora culturalmente non riesce a pervadere bene tutti gli attori di questo Patto». Sull’autosospensione di alcune associazioni di categoria, «e’ importante – ha detto- che ci ripensino, perche’ possiamo anche non vederla tutti allo stesso modo, ma e’ un modo di confronto importante. Non si puo’ sfuggire alla responsabilita’ oggi di assicurare all’Abruzzo il meglio della classe dirigente che si confronta e puo’ anche fare delle scelte. Altrimenti torniamo al vecchio sistema, i tavoli della concertazione ci sono sempre stati. Il Patto e’ qualcosa di piu’. Spero che rivedano la loro posizione. L’Abruzzo, secondo me, con il Patto ha delle chance migliori di crescita. Se poi non ci saranno le condizioni per portarlo avanti l’Abruzzo va avanti lo stesso. Abbiamo raggiunto risultati straordinari in termini di risanamento. Inolltre nel 2010 siamo cresciuti piu’ della media nazionale, siamo stati la seconda regione italiana per crescita del pil. Il 2011 fino al terzo trimestre e’ andata bene: ci siamo difesi dalla crisi meglio delle altre regioni. Il 2012 ci preoccupa perche’ le previsioni del fondo monetario sono molto pesanti».
«Il Patto e’ un tavolo di enti e non di persone, dove ci sono i rappresentanti del partenariato economico-sociale, del mondo sindacale, del sistema bancario e universitario, del governo regionale». Lo ha detto, Chiodi, nel corso della conferenza stampa, rispondendo alla domanda sulla possibilita’ di aprirlo anche ai parlamentari. «Auspichiamo – ha proseguito – che i parlamentari facciano un grande lavoro di sostegno a livello nazionale con delle iniziative che possano favorire l’Abruzzo. A ognuno il suo ambito d’azione, il Patto – ha ribadito – e’ un tavolo istituzionale, non politico. Per il resto la collaborazione con i nostri parlamentari c’e’ sempre, ci mancherebbe altro. I parlamentari di centro destra certamente non sono esclusi da me in nessuna occasione per ovvi motivi, quelli di centro sinistra sono all’opposizione e hanno un loro rappresentante all’interno del Patto. Cose diverse se ne possono fare ma il Patto per lo sviluppo e’ questo ed e’ stato sottoscritto da tutti». Inoltre, il presidente ha sottolineato che «il Patto potra’ avere una vera valenza solo se tutti i soggetti che ne fanno parte comprenderanno appieno le potenzialita’ di questo strumento. Sarebbe, infatti, assurdo ipotizzare che il Patto riesca a moltiplicare o a determinare un aumento delle risorse a disposizione per lo sviluppo del territorio cosi’ come non si puo’ obiettivamente pensare che il governo nazionale possa stampare moneta per proprio conto».