L’Aquila, Giorgi (Cisl): «L’Aquila rischia di perdere anche la Menarini»

30 gennaio 2012 | 11:43
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L’Aquila, Giorgi (Cisl): «L’Aquila rischia di perdere anche la Menarini»

L’Aquila, 30 gen 2012 -«L’Aquila rischia di perdere anche lo stabilimento Menarini, una delle poche aziende floride del territorio. Risulta gravissimo il quadro prospettato dal direttore generale del gruppo Menarini, Carlo Colombini, in relazione al decreto Monti e alle nuove prescrizioni dei farmaci generici, che farebbero perdere allo stabilimento aquilano il 70 per cento della produzione, relativa a farmaci con brevetto scaduto, che non possono essere prodotti da aziende farmaceutiche diverse da quella che ha depositato il brevetto».

A dichiararlo è il responsabile Cisl dell’Aquila, Gianfranco Giorgi, che  evidenzia come «questa ennesima, negativa, notizia vada ad aggravare un quadro occupazionale e industriale desolante per il territorio aquilano. Il farmaceutico”, dichiara Giorgi, “è uno dei settori portanti del mercato locale, che garantisce il mantenimento di centinaia di posti di lavoro, e che doveva essere supportato e guidato nella crescita. Le dichiarazioni allarmistiche del manager della Menarini, sulla scorta di quanto stabilito dal Governo, fanno temere, invece, pesanti ripercussioni per lo stabilimento aquilano, che con la perdita del 70 per cento della produzione rischia la chiusura».

Per la Cisl «la situazione è al limite e gli enti locali devono prenderne atto. La città dell’Aquila sta sprofondando e continua a perdere pezzi e occupazione. Il Gruppo Menarini, che ha cinque stabilenti produttivi in Italia  e circa 120 addetti, insieme alla Dompé e alla Sanofi Aventis rappresenta l’unico comparto solido, che ha retto bene anche dopo il terremoto. In più occasioni queste società hanno parlato di ampliamenti e investimenti sul territorio, che –  evidenzia Giorgi – contribuirebbero a salvaguardare i livelli occupazionali e a creare prospettive di crescita».

«Invitiamo la Menarini a compiere uno sforzo perché il patrimonio farmaceutico dell’Aquila non vada disperso, considerando la penosa situazione in cui versa il comprensorio e le enormi difficoltà economiche. Infine» conclude Giorgi «un richiamo ai nostri politici a non pensare solo alla campagna elettorale, ma a salvaguardare, con uno sforzo maggiore, gli interessi della nostra comunità».

LOLLI: LE FORZE AQUILANE DIANO PIù ATTENZIONE AL PATRIMONIO INDUSTRIALE

«Il Dottor Colombini, direttore dell’azienda Menarini, ha lanciato nei giorni scorsi sulla stampa un allarme relativo agli effetti che il decreto sulle liberalizzazioni avrà sull’industria farmaceutica italiana. Io penso che abbia posto una questione seria e fondamentalmente giusta».  Questo il commento dell’onorevole Giovanni Lolli che puntualizza «Nel nostro paese l’industria farmaceutica occupa 60 mila persone e nella nostra città sono presenti tre importantissime aziende del ramo Sanofi, Donpè, Menarini. Voglio, per prima cosa, ricordare a tutti il comportamento che queste aziende hanno tenuto in occasione del terremoto, quando hanno quasi subito riaperto le proprie attività, reimpiegando tutti i lavoratori, e facendo affidamento interamente su risorse prorie. Queste aziende rappresentano una parte essenziale del tessuto industriale della nostra città per questo invito tutti a visitarle per valutarne la tecnologie, l’organizzazione e gli standard produttivi».

«Si tratta di aziende che, sul mercato, reggono la concorrenza di produzioni dell’est europeo o dell’estremo oriente con procedure produttive, trattamenti salariali e organizzazione neanche lontanamente paragonabili alle nostre – peosegue Lolli – Pensare una politica di contenimento dei costi della spesa farmaceutica a carico del Sistema Sanitario Nazionale o a carico dei singoli cittadini è, naturalmente, una cosa sacrosanta, ma occorre sempre valutare gli effetti che queste scelte hanno sulla struttura produttiva e quindi sulle fabbriche».

«Personalmente – conclude l’onorevole – mi batterò perché questo problema venga corretto nei suoi effetti più distruttivi, d’altra parte invito tutte le forze aquilane ad occuparsi di più di questo patrimonio industriale che abbiamo e che deve essere difeso o addirittura rafforzato raccogliendo, ad esempio,  la richiesta che da tempo le organizzazioni sindacali e le imprese hanno rivolto alle Istituzioni per la promozione di un accordo di programma».