Confindustria L’Aquila: «Barca prenda in mano la governance della ricostruzione»

Pescara, 31 gen 2012 – «La richiesta che facciamo ad alta voce è che il ministro Barca, delegato dal Governo a seguire la vicenda del terremoto, prenda in mano la governance della ricostruzione e che finisca subito, una volta per tutte, questo commissariamento che, come dice la parola stessa, è per un periodo breve». Lo ha affermato il presidente di Confindustria L’Aquila, Fabio Spinosa, nel corso di una conferenza stampa a Pescara, alla quale hanno preso parte tutti i vertici dell’associazione degli industriali.
«Si è spesso detto che, nella tragedia, la ricostruzione poteva essere un’opportunità dal punto di vista economico – ha sottolineato Spinosa – L’opportunità, però, sta sfuggendo. C’é una litigiosità impazzita tra il presidente della Regione, Gianni Chiodi e il sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, che deve finire. Siamo di fronte ad un opera ciclopica, che non può continuare con una gestione commissariale. E allora salutiamo con entusiasmo la nomina del ministro Barca».
«All’aquila siamo in campagna elettorale sostanzialmente da due anni e nove mesi – ha aggiunto il presidente di Confindustria L’Aquila – La politica, ad esempio, continua a litigare da anni sulla storia della zona franca, quando i soldi erano già stanziati. E’ stata invece un fatto positivo la detassazione del 60%, che è una straordinaria iniezione energizzante in termini di liquidità e che vale, per quanto ci riguarda, dieci zone franche».
Per il presidente regionale di Confindustria, Mauro Angelucci, nella vicenda dell’Aquila i problemi sono due: «non abbiamo più un capoluogo – ha detto – ed assistiamo ad una continua disputa tra due persone, senza arrivare a nulla. Mentre un evento, seppur così grave, potrebbe essere un’opportunità in un contesto, quello del 2013, che sarà l’anno più duro per l’economia. Non ci spieghiamo – ha concluso Angelucci – perché la politica non voglia dare finalmente corso ad una ricostruzione adeguata per la nostra regione».
«La gravità della crisi che sta interessando l’economia mondiale, colpendo in modo drammatico tutta l’eurozona, l’Italia e, per quanto ci riguarda, l’Abruzzo, è il motivo per cui Confindustria Abruzzo ritiene dover fare il punto sulla situazione e illustrare le sue richieste e posizioni sulle iniziative da intraprendere per la crescita, sul ruolo della politica e delle parti sociali e, quindi, anche sul suo atteggiamento nei confronti del Patto per lo Sviluppo quale strumento teso a definire un percorso di programmazione virtuoso in grado di rilanciare il tessuto economico e sociale regionale, in un momento congiunturale particolarmente delicato e difficile per l’economia». Si legge in una nota diffusa da Confindustria Abruzzo.
«Il Patto per lo sviluppo – continua la nota – infatti è stato recentemente oggetto di critica da parte di altre associazioni di categoria, così come già lo fu da parte di Confindustria qualche mese fa quando, preannunciando i venti di crisi che ora si stanno abbattendo come uno tsunami sul nostro paese, con una apposita conferenza stampa intese già richiamare la Politica alla responsabilità e all’attuazione del programma che il Patto si era dato e alla necessità di dare avvio ad una nuova fase di programmazione che superasse steccati ideologici e soprattutto, un vecchio e ormai insostenibile modo di fare politica e amministrazione. Questo infatti è il primo problema su cui si vuole richiamare fortemente l’attenzione. E’ una questione su cui da tempo Confindustria insiste ma la cui soluzione ormai non è più rinviabile, stante una crisi che, con i mutamenti continui degli scenari, può ormai definirsi strutturale avendo comunque determinato la riclassificazione delle Imprese, del loro posizionamento nei mercati e della loro capacità di aggredirli.
Ma se la crisi ha determinato un tale mutamento nell’economia e sulle conseguenti strategie da adottare, non è più pensabile e ammissibile che la politica, da parte sua, rimanga passiva e immutabile, senza l’assunzione di nuovi atteggiamenti e percorsi orientati al fare, alla capacità di prendere decisioni, al superamento di particolarismi e interessi personali, alla costruzione di una visione strategica coraggiosa e di ampio respiro proiettata agli anni a venire.
In questa logica, Confindustria Abruzzo intende innanzitutto affermare la sua volontà di voler dare ancora il suo contributo al Patto per lo Sviluppo, che responsabilmente ha promosso e voluto fortemente, ma di volerlo fare con la consapevolezza di dover stimolare e dettare, con la condivisione delle altre parti, un preciso progetto strategico di sviluppo e crescita teso a ridare credibilità e competitività al nostro territorio, partendo dalla richiesta di una serie di riforme strutturali, peraltro a costo zero, che investono direttamente la politica, le istituzioni, il rapporto tra questa e l’economia. Ciò senza dimenticare la necessità di dover dare immediata risposta ai tanti problemi che assillano il mondo delle imprese e del lavoro. Se il Patto non raggiungerà gli obiettivi attesi il Patto è destinato a morire come naturale conseguenza.
La crisi attuale, infatti, può e deve essere anche una grande occasione, una opportunità per affrontare e risolvere , finalmente, le tante questioni di carattere strutturale, innanzitutto, e settoriali, che hanno frenato e ostacolano tuttora la crescita e la modernizzazione.
Sta accadendo a livello nazionale, deve accadere anche in Abruzzo.
In questa chiave di lettura, peraltro, i ritardi di cui soffrono l’Italia e l’Abruzzo possono trasformarsi in punti di forza, in quanto leve su cui poter agire per favorire il miglioramento delle condizioni e dei presupposti allo sviluppo».
«Legalità, etica, certezze e rispetto delle regole – prosegue la nota – E’ il primo richiamo che quale premessa imprescindibile, unitamente alla richiesta di una visione strategica di crescita, Confindustria Abruzzo intende sollecitare, e non solo nei confronti della politica. Troppe volte la nostra regione ha conquistato la ribalta delle cronache giudiziarie per fatti legati a gestioni politiche o amministrative poco trasparenti o a rapporti illeciti tra economia e politica, minando la stessa reputazione e credibilità dell’Abruzzo a livello europeo. Troppe volte il cittadino, come l’ impresa, sono disorientati dalle incertezze dovute dalla mancanza di regole o, peggio, dal mancato rispetto delle stesse, spesso schiacciati e vessati da una burocrazia che tutto impone e niente soddisfa. Corruzione, privilegi, rapporti clientelari, logiche elettorali, burocrazia opprimente, incompetenza, cultura del “no a prescindere” e del rinvio delle scelte, sono elementi di un mondo che non ci appartiene e non vogliamo più. Vogliamo e pretendiamo, invece, un sistema orientato al bene collettivo rispetto ai particolarismi, all’efficienza e alla trasparenza nell’amministrazione della cosa pubblica, capace di generare e liberare risorse e competenze adeguate, dando spazio e riconoscimento al merito e all’innovazione. Pretendiamo un Territorio credibile, e competitivo, in grado di favorire l’espressione delle progettualità esistenti e , soprattutto, capace attrarre investimenti e risorse esogeni che da troppo tempo mancano in Abruzzo. Legalità, certezza e rispetto delle regole sono da considerare alla stregua di infrastrutture immateriali di cui il territorio necessita. E su questi valori Confindustria Abruzzo chiede tolleranza zero. Alla stessa stregua, però, sempre nella logica delle certezze e del rispetto delle regole, è indispensabile un sistema giudiziario che dia risposte rapide e immediate.
Riforme Istituzionali.Una prima necessaria riforma strutturale che Confindustria Abruzzo richiede investe quindi direttamente la polit
ica e il sistema Istituzionale abruzzese con i suoi costi, diretti e indiretti. Sull’esempio dell’indirizzo che si va configurando ormai a livello nazionale si chiede una modifica statutaria che preveda la diminuzione dei Consiglieri Regionali, l’introduzione di una soglia minima del 6% per l’accesso dei partiti al Consiglio regionale e, soprattutto, la previsione di un Collegio Unico Regionale per superare i localismi, i particolarismi e il clientelismo che purtroppo da sempre hanno caratterizzato la gestione politica di questa regione.
Devono essere inoltre regolamentati i rapporti tra Governo regionale e Consiglio Regionale affinchè i provvedimenti approvati dalla Giunta, magari con la condivisione delle parti sociali, non trovino più impedimenti e ritardi nell’approvazione dal parte dell’assemblea consiliare regionale, pur nel rispetto dei ruoli e delle rispettive autonomie e funzioni istituzionali. Non sono rari, infatti, gli esempi di provvedimenti, anche di estrema importanza, approvati dalla Giunta regionale con la condivisione delle Parti sociali e fermi inspiegabilmente da anni nelle Commissioni consiliari.
Riforma Pubblica Amministrazione e semplificazione amministrativa. La burocrazia, unitamente alla politica, è avvertito come il maggiore ostacolo al fare impresa e allo sviluppo. Le imprese sono soffocate dagli adempimenti, dai ritardi, dalle inefficienze della PA senza che vi sia nessuna norma sanzionatoria nei confronti degli uffici inadempienti o di previsioni risarcitorie per i cittadini e le imprese danneggiate. Non è più tollerabile e accettabile una PA costosa quanto inefficiente, che distorce di fatto le potenzialità competitive delle imprese e dei territori e che a fronte di costi ormai non più sostenibili non sono in grado di fornire servizi adeguati ai tempi e alle esigenze della collettività.
Bisogna assolutamente snellire e semplificare l’apparato amministrativo accelerando la riorganizzazione, razionalizzazione ed efficientamento degli uffici pubblici, degli enti strumentali ed amministrativi regionali e locali -a cominciare dall’abolizione o all’accorpamento degli Enti locali (altra questione di assoluto rilievo)- prevedendo quando necessario sanzioni per gli organi amministrativi responsabili delle procedure, procedendo speditamente alla soppressione effettiva (vedi. Consorzi industriali) degli enti di riferimento regionale non più idonei, fino alla costituzione – per le attività produttive- di una Agenzia Unica per lo sviluppo e al potenziamento ed efficientamento dei SUAP quali unici riferimenti burocratici per le imprese.
Per quanto riguarda la semplificazione amministrativa è urgente la revisione immediata delle procedure autorizzatorie con conferenze dei servizi con audizione limitata ai soli enti con parere vincolante, l’applicazione del principio silenzio assenso, e la previsione di vie preferenziali e semplificate per i nuovi investimenti. Si segnala, in merito, che l’ultima finanziaria ragionale, con alcune disposizioni in materia di VIA e di attività estrattive ha intrapreso un percorso esattamente contrario.
Liberalizzazioni e privatizzazioni. Una ulteriore riforma strutturale, sempre in coerenza con gli orientamenti dettati dalle politiche anticrisi nazionali, dovrà quindi essere quella relativa all’effettiva liberalizzazione dei servizi pubblici locali con la reale applicazione ed osservanza dei principi di sussidiarietà orizzontale di libera concorrenza sanciti dall’UE. Non sono più ammissibili servizi pubblici costosi ed inefficienti alimentati e sostenuti da rendite di posizione, da logiche e spartizioni partitiche e da gestioni clientelari. Obiettivo primario per Confindustria Abruzzo è garantire qualità ed efficienza a minor costo. A tale scopo, analogamente a quanto accade nei paesi più avanzati, servizi come quelli riguardanti i trasporti pubblici locali, il servizio idrico, la raccolta dei rifiuti, la sanità, devono essere liberalizzati, all’occorrenza privatizzati, e aperti alla piena concorrenza – anche del Pubblico- nel rispetto della massima trasparenza, dell’efficienza e del rispetto dei diritti garantiti dei cittadini, così come del resto dettato dalla stessa normativa UE».
INTERVENTI PRIORITARI DI SETTORE
«Oltre agli interventi di carattere strutturale sopra elencati, richiesti a premessa per la costruzione di un progetto strategico di sviluppo e risanamento etico ed economico complessivo – continua la nota – Confindustria Abruzzo chiede di intervenire su una serie di questioni che in funzione del particolare momento congiunturale comunque devono trovare soluzione immediata per dare fiato e ossigeno ad un sistema che nell’attuale fase di grave crisi rischia il collasso. Si tratta di temi di interesse più stringente e settoriale, che costituiscono tuttora priorità anche all’interno del Patto per lo Sviluppo e per i quali si richiede rapidità di attuazione e la concentrazione delle poche risorse disponibili:
Misure a sostegno all’accesso al credito. Nell’attuale crisi legata proprio al sistema finanziario e alla mancanza di liquidità, è il problema principale che necessita un più immediato intervento. Oltre alle misure legate ai Consorzi Fidi (rapida attuazione della LR di riforma dei Consorzi Fidi e finanziamento degli stessi sulla base della nuova normativa) è auspicabile ogni intervento volto a favorire l’accesso al credito da parte delle PMI o comunque per fornire supporto alle garanzie richieste dagli Istituti di credito. Nei confronti di quest’ultimi andrebbe avviato un serio confronto sulla materia, quanto meno per rendere operativi i numerosi accordi già sottoscritti a livello regionale ma di fatto disattesi. In particolare si fa riferimento a quello a valere su Fondi BEI già sottoscritto con la Regione Abruzzo, che potrebbe essere eventualmente aggiornato sulla base di esperienze in corso in altre regioni.
Sblocco crediti per ritardati pagamenti da parte della PA. In linea con i provvedimenti che il Governo nazionale sta predisponendo sulla materia, si chiede alla Regione di mettere in atto ogni ulteriore sforzo in termini di intervento finanziario a garanzia dello sblocco dei crediti vantati dalle Imprese abruzzesi nei confronti della P.A.. Lo sblocco di tali crediti è una questione di importanza prioritaria per l’intera economia regionale in quanto darebbe ossigeno ad una vastissima tipologia di imprese – soprattutto PMI che risentono fortemente del problema-, e a cascata sull’intera filiera produttiva, oggi in totale affanno per assoluta assenza di liquidità.
Confindustria Abruzzo, in tal senso, condivide la proposta del Governo regionale di istituire un Fondo rotativo per lo sblocco dei crediti vantati della P.A., chiedendone l’immediata attuazione e, per l’alto moltiplicatore in grado di produrre, la massima dotazione finanziaria possibile.
Sisma. Altra questione prioritaria per l’Abruzzo che come grande opportunità potrebbe, tra l’altro, rimettere in moto l’economia dell’intera regione. La situazione merita attenzione e immediata soluzione. Non sono più tollerabili ritardi, inadempienze e rimpalli di responsabilità. In tal senso è richiesto un chiarimento pubblico e trasparente tra le parti per chiarire e puntualizzare una volta per tutte chi deve fare cosa e dove si annidano i ritardi e le inadempienza. In tal senso è indispensabile un cambio di governance e va salutata positivamente la proposta del Governo di nominare un Ministro per la ricostruzione.
Si chiede quindi un provvedimento speciale per la ricostruzione che semplifichi e acceleri tutte le procedure (non è possibile ricostruire una intera città e un intero comprensorio con le regole ordinarie). Sempre importante per l’economia del territorio l’attivazione immediata della Zona Franca Urbana o di altro provvedimento a sostegno delle imprese che permetta di utilizzare immediata
mente sul territorio interessato i c.a. 90 meuro promessi come dote alla ZFU.
Rapido utilizzoFondiFESR. L’Abruzzo è in ritardo nell’impegno e nella spesa dei Fondi FESR, con il rischio di dover restituire all’UE ingenti risorse per mancato impiego nei tempi stabiliti. Ciò è inammissibile soprattutto in un momento in cui le imprese e l’intero sistema economico soffrono pesantemente la mancanza di liquidità. Necessaria ed urgente, in tal senso, l’eventuale rimodulazione delle misure e dei fondi, lì dove si verifichino difficoltà di spesa.
Inserimento dell’Abruzzo nel nuovo obiettivo intermedio previsto nella proposta della Commissione UE nella nuova programmazione comunitaria 2014-2020 dei Fondi strutturali. Si chiede di sostenere tale proposta in tutte le sedi competenti, perché assicurerebbe all’Abruzzo un maggiore sostegno finanziario rispetto al posizionamento attuale (Obiettivo Competitività) all’interno della geografia dei Fondi strutturali europei. Il nuovo obiettivo intermedio, infatti, andrebbe a collocarsi tra l’obiettivo Competitività, riservato alle aree più sviluppate, in cui è attualmente posizionato l’Abruzzo, e l’obiettivo Convergenza, riservato alle aree più depresse.
Riconoscimento immediato aree di crisi. Il riconoscimento da parte del Governodelle aree di crisi individuate dalla Regione (Val Pescara, Val Vibrata, Valle Sinello, Valle Peligna), in aggiunta a quella dell’area del cratere sismico di L’Aquila già riconosciuta con specifico provvedimento ministeriale, permetterebbe l’attivazione di strumenti e risorse aggiuntivi specifici per le aree interessate.
Infrastrutture. Altra priorità su cui però pesa la carenza di risorse. Si rende pertanto assolutamente necessario procedere ad una ricognizione e ad una definizione univoca delle risorse finanziarie disponibili o da ricontrattare con il Governo nazionale, e alla verifica dello stato di avanzamento dei progetti già approvati o presentati dalla Regione Abruzzo e degli eventuali ritardi programmatori o procedurali da rimuovere. Ciò, con particolare riferimento ad alcuni progetti strategici “minimi” da tempo programmati e mai realizzati: aeroporto, porti industriali, infrastrutture necessarie a mettere in rete quelle esistenti (cd. dell’ultimo miglio).
Contestualmente si rende necessario per la Regione, rielaborare e ridiscutere con il Governo una programmazione che, a valere sui vari canali di rifinanziamento, reinserisca l’Abruzzo tra i territori beneficiari di opere strategiche nazionali. In questo quadro Confindustria Abruzzo evidenzia l’assoluta necessità che la Regione Abruzzo potenzi la sua struttura tecnica amministrativa in modo da poter supportare e governare gli atti amministrativi e procedurali a monte e a valle dei programmi infrastrutturali, al fine di ottenerne rapidamente la cantierabilità e il finanziamento.
Ambiente e energia. Si sollecitauna posizione chiara da parte della Regione su alcune questioni che potrebbero contribuire a risolvere e prevenire gravi problemi in materia ambientale e a migliorare, con contestuale abbattimento dei costi, la disponibilità energetica per imprese e cittadini. Il riferimento è alla necessità di dover procedere velocemente alla localizzazione e alla realizzazione di almeno un impianto ad alta tecnologia -con recupero energetico- per lo smaltimento dei rifiuti. Al riguardo, peraltro, si evidenzia il rapido esaurimento della capacità delle discariche esistenti sul territorio da una parte, e gli alti costi di smaltimento che le imprese devono sostenere per lo smaltimento dei rifiuti speciali dall’altra.
Analogamente deve essere data risposta alla realizzazione di centrali di produzione di energia rinnovabile (biomasse e idroelettriche) che inspiegabilmente attendono da tempo i necessari pareri e provvedimenti autorizzatori da parte delle amministrazioni competenti.
Patto per lo Sviluppo. Il Patto per lo Sviluppo sottoscritto lo scorso aprile 2011 ha rappresentato e rappresenta un importante traguardo per l’Abruzzo, ben rappresentando nelle intenzioni una svolta nei rapporti tra politica e società civile e del modo di doversi confrontare e misurare sui problemi concreti.
Il Patto, necessità però di essere rinvigorito e meglio orientato, cercando di entrare nel merito delle questioni e degli obiettivi prefissati, richiamando al tempo stesso le parti politiche di maggioranza e opposizione, allo spirito di responsabilità e coesione necessario per affrontare questo particolare, difficile momento storico. Occorre però necessariamente, e senza ulteriore rinvii, dare speditezza e maggiore concretezza alle finalità previste dal Patto, a cominciare dalla soluzione delle questioni prioritarie quali quelle sopra evidenziate e, soprattutto, dalla costruzione di un organico progetto strategico di rinnovamento e sviluppo che passi attraverso un preciso crono programma in cui siano cadenzati tempi e modalità di realizzazione delle dovute e non più rinviabili riforme strutturali che peraltro, si ricorda ancora essere a costo zero per la collettività.
Sono richieste già espresse in passato che Confindustria non intende più ripetere e che, da parte della politica, sarebbe grave costringere a reiterare.
In questo quadro, Confindustria Abruzzo, pur ribadendo la sua volontà di restare nel Patto, intende anche confermare che ciò avverrà attraverso una costante e ferma azione di vigilanza e sollecitazione, pretendendo che da parte della politica e delle Istituzioni vengano date risposte immediate e concrete sui temi fondamentali delle riforme e dello sviluppo, dando vera dimostrazione di rinnovamento e di superamento di personalismi, ideologismi e localismi.
Se quelle elencate sono le priorità, infatti, sono cambiati i tempi, sempre più stringenti, e gli scenari, sempre più preoccupanti, di riferimento, che in modo sempre più preoccupante stanno modificando aspettative, previsioni e stili di vita di cittadini, imprese e lavoratori.
A fronte di una tale situazione, Confindustria Abruzzo non intende più fare sconti a nessuno, soprattutto nei confronti di che, a fronte dei cambiamenti epocali in corso, pensa ancora di poter conservare privilegi e diritti acquisiti scaricandone i costi sulla collettività e su chi produce e lavora.
La situazione non lo permette e le imprese sono ormai stanche di aspettare un cambiamento da tempo richiesto e ormai dovuto».
MIA CASA, GLI INQUILINI A BARCA: DA METTERE IN SICUREZZA 7.806 ABITAZIONI IN ZONE A RISCHIO
Il coordinamento regionale Movimento degli inquilini e assegnatari Mia Casa d’Abruzzo, in attesa della sua visita in Abruzzo, rivolge al ministro per la coesione territoriale, Fabrizio Barca, un appello affinché non si perpetui una situazione di «scandalo e irresponsabilità» in relazione alla «disastrosa gestione commissariale dell’Edilizia Residenziale Pubblica della Regione Abruzzo».
Ricorda in una nota Pio Rapagnà, coordinatore del Mia Casa, che uno studio sullo stato di sicurezza antisismica di gran parte dei 23.850 alloggi pubblici della Regione Abruzzo fu effettuato negli anni 1995-98 dalle società Collabora e Abruzzo Engineering e che un convegno sulla sicurezza sismica dell’Edilizia residenziale pubblica, promosso da Federcasa nazionale in collaborazione con l’Aret (Azienda regionale edilizia territoriale) si tenne a Pescara nel 2003.
«Il terremoto del 2009 – spiega Rapagnà – ha riproposto il problema della estrema vulnerabilità del patrimonio abitativo pubblico, prosegue Rapagnà, mentre le ordinanze del presidente del Consiglio n.3274/2003 e n.3467/2005 per costruzioni in zone sismiche di nuova classificazione imponevano scadenze e impegni gravosi per adeguamento del patrimonio e aggiornamento a nuovi metodi di calcolo delle strutture antisismiche».
«La disponibilità dei dati elaborati e aggiornati da "
;Abruzzo Engineering" – aggiunge Rapagnà – avrebbe dovuto consentire a Comuni, Enti gestori e soggetti attuatori di realizzare una seria riparazione e ricostruzione degli alloggi danneggiati dal terremoto del 6 aprile. "Chiediamo conto a Regione Abruzzo, Protezione Civile e organismi di controllo – conclude Rapagnà – perché in Abruzzo non è stato fatto nulla allora e nessuno dice nulla oggi in merito alla mancata messa in sicurezza preventiva delle abitazioni pubbliche delle Ater e dei Comuni, pur realizzate in zone ad alto rischio sismico». Le abitazioni in questione sono 7.806: 2.945 nel Comune dell’Aquila e nei Comuni dell’attuale cratere; 1.619 nel Comune di Avezzano (L’Aquila) e della Marsica; 1.294 nel Comune di Sulmona (L’Aquila) e nei Comuni della Valle Peligna; 715 in provincia di Teramo; 875 in provincia di Chieti; 358 in provincia di Pescara.