Italo Grossi: un ricordo a sei anni dalla scomparsa

L’Aquila, 4 feb 2012 – A sei anni dalla scomparsa di Italo Grossi, protagonista per tanti anni della politica aquilana, con grande passione e partecipazione, all’interno e poi in "opposizione" ai partiti di centro sinistra, il segretario provinciale del PdCi, Angelo Ludovici, ne tratteggia un ricordo: «Tre anni fa ricordando il compagno ed amico Italo Grossi dicevo che «…l’oblio non si adatta alla sua figura». Oggi più che mai, dopo la tragedia del 6 aprile, mi sono sempre chiesto e mi chiedo se la sua presenza avrebbe cambiato o lasciato la sua impronta a questi ormai tre anni di post terremoto. Io penso proprio di sì, non avrebbe non dico permesso ma almeno ridotto i danni provocati a livello sociale. Proprio in base a questa convinzione è giusto ricordarlo con il suo modo di stare tra la gente, con la sua stretta di mano forte ed energica, con la sua intransigenza organizzativa e militante. Quando venne a L’Aquila negli anni ’60, con la sua barba lunga, era consigliere comunale del P.s.i. a Tagliacozzo e cercava, nella nostra Città, aria e spazio per respirare ed esprimersi al meglio. Non penso gli sia stata negata questa piccola ambizione; fu accolto dal Psiup e ne divenne subito il punto di riferimento politico ed organizzativo. Poi, dopo lo scioglimento del Psiup aderì al Partito Comunista e ne divenne Consigliere Provinciale e Comunale. Dopo lo scioglimento del Pci, pur essendoci una certa maggioranza nella Federazione dell’Aquila contro tale scelta, egli aderì al Pds ma ci stava male e dopo qualche tempo maturò la rottura e fondò il Comitato per la Difesa del Cittadino con la sede proprio di fronte al n. 3 di Via Paganica. In breve tempo il Comitato divenne punto di riferimento degli esclusi e degli emarginati della nostra Città. Lavorava sugli obiettivi con perspicacia e determinazione. Lavorava con metodo. E’ ciò che manca in questo periodo alla politica e alla sinistra. Oggi si fanno tante conferenze stampa ma poca presenza nei luoghi veri del conflitto sociale e politico. In fondo, se ci riflettiamo, Italo aveva anticipato questa fase di antipolitica ma non avrebbe mai accettato l’attacco alle istituzioni e ai partiti. Per lui quelli erano i luoghi dove portare i conflitti sociali e lo faceva ogni giorno. Per questi motivi ricordare Italo Grossi a sei anni dal decesso, dopo una brutta malattia, non basta mai ed immaginarlo in compagnia delle 309 vittime del 6 aprile è un pensiero che mi lenisce il dolore e spero che lo sia altrettanto per tutti coloro che lo hanno amato, stimato e conosciuto».