
Roma, 6 feb 2012 – Le forniture di verdure e degli altri prodotti deperibili hanno subito un taglio di almeno il 30 per cento nelle regioni interessate dal maltempo con le consegne che procedono a macchia di leopardo sul territorio nazionale, dove in alcuni paesi isolati i negozi sono addirittura chiusi o gli scaffali completamente vuoti mentre la situazione migliora nelle città come Roma. E’ quanto emerge da un monitoraggio alla riapertura settimanale di negozi e mercati effettuato dalla Coldiretti.
Il danno per la filiera agroalimentare ammonta già – stima la Coldiretti – a cento milioni di euro.
La Coldiretti ha mobilitato diecimila trattori degli agricoltori associati per collaborare con le amministrazioni comunali e provinciali proprio al ripristino della circolazione con un appello del presidente nazionale Sergio Marini. Sono stati allertati anche i vivaisti – prosegue la Coldiretti – per collaborare alla messa in sicurezza degli alberi che sotto il peso della neve crollano sulle strade. Decine di migliaia di chilometri di strade nelle campagne ed anche nei centri urbani sono state pulite grazie a trattori utilizzati come spalaneve e spandiconcime adattati per la distribuzione del sale contro il gelo ma la situazione resta difficile ed l’impegno continua. Infatti lavorano a rilento lungo tutta la penisola i mercati generali all’ingrosso di frutta e verdura, da Roma a Milano, dove si trovano i prodotti locali ma mancano quelli che devono subire lunghi trasporti mentre le basse temperature ed il gelo danneggiano il prodotto scaricato e frenano gli acquirenti.
Anche per questo i prezzi alla produzione e all’ingrosso – continua la Coldiretti – sono al momento stabili, ma si temono speculazioni al dettaglio come purtroppo è già avvenuto in situazioni simili.
Il danno per la filiera agroalimentare ammonta già – stima la Coldiretti – a cento milioni di euro non solo per le difficoltà nei trasporti che hanno già impedito la consegna di oltre centomila tonnellate di frutta, verdura, uova, latte fresco ed altri prodotti deperibili ma anche perchè le piante cedono sotto il peso della neve mentre si registra una impennata nei costi di riscaldamento delle serre, il gelo sta bruciando le verdure invernali in campo cavoli, verze, cicorie, carciofi, radicchio e broccoli e se continuerà a morire saranno anche viti e ulivi come nel 1985, con danni incalcolabili destinati a durare nel tempo.
Almeno due milioni di mucche e maiali nelle stalle isolate rischiano di rimanere senza acqua e cibo per le difficoltà di garantire l’approvvigionamento dei mangimi sulle strade e per i danni provocati dal gelo alle condutture che portano l’acqua agli abbeverato ma in alcuni casi a cedere – conclude la Coldiretti – sono le stesse stalle, le serre o le strutture agricole sotto il peso della neve.
MASCITELLI (IDV): AL MILLEPROROGHE EMENDAMENTO SULLO STATO DI EMERGENZA – Nella giornata di domani, nelle commissioni riunite prima e quinta del Senato, nel corso dei lavori sul decreto mille proroghe l’Idv presenterà un emendamento, primo firmatario il senatore Mascitelli, capogruppo in commissione bilancio, per neutralizzare gli effetti negativi della cosiddetta tassa sulle disgrazie, che scatterebbe in occasione delle dichiarazioni dello stato di emergenza in territori colpiti da calamità ed eventi eccezionali. «Tra alcuni giorni – ha spiegato – si potranno fare le prime stime dei danni ingenti che l’economia della nostra regione ha subito dalla eccezionale calamità di questi giorni, ma purtroppo non saranno di poco conto se si pensa che l’Emilia Romagna, in una situazione meno grave, ha già stanziato nel proprio bilancio 2 milioni di euro solo per le prime fasi di intervento.A le gislazione vigente, con l’istituzione della tassa regionale sulle calamità introdotta dal governo Berlusconi ad inizio 2011, in seguito alla dichiarazione dello stato di emergenza da parte di un presidente di regione, per provvedere al fabbisogno di risorse economiche aggiuntive e straordinarie le regioni dovrebbero intervenire attraverso un aumento delle accise regionali sui carburanti. La nostra regione, già ai massimi della pressione fiscale, non può assolutamente permettersi aggravi di tassazione, e al tempo stesso gli enti locali non possono essere abbandonati a sostenere da soli le spese di ripristino, in alcuni casi ingenti, o scaricare sulle imprese i danni del fermo attività. Per questo con il nostro emendamento proroghiamo per tutto il 2012 gli effetti della legge 225 sulle calamità naturali, con i consequenziali interventi coperti direttamente dal Ministero dell’Economia, e sospendiamo l’efficacia di quelle modifiche che attribuivano alle regioni il peso delle spese economiche da sostenere. Questo è il senso della nostra proposta: se la regione non ha fondi propri già accantonati per queste emergenze non potranno essere i comuni o le imprese a farsi carico di tutti i danni subiti».