Inchiesta funerali si Stato: Comune e Protezione civile “indotti in errore”

L’Aquila, 8 feb 2012 – C’è anche il Comune dell’Aquila tra gli enti, dopo la Protezione civile, indotti in errore dalla società Taffo Gaetano e figli snc, lo riferisce oggi "Il Messaggero" a proposito dell’inchiesta della Procura sull’impresa Taffo, con l’accusa di truffa ai danni dello Stato. Le indagini della guardia di finanza dell’Aquila hanno evidenziato che l’impresa di onoranze funebri ha fatturato servizi effettuati da altre ditte alle quali si erano rivolte i parenti delle vittime.
Nell’avviso di garanzia, recapitato ai due indagati si legge che Giuseppe Taffo (quale legale rappresentante della società) e Luciano Taffo (socio amministratore della stessa ditta) avrebbero concorso nel reato di truffa aggravata «in quanto affidatari del servizio funebre per le vittime del terremoto e in generale della gestione del servizio stesso, con artifici e raggiri consistiti nell’emettere fattura n. 215 il 30 settembre 2009, annotavano anche servizi non effettivamente resi ad alcune vittime del terremoto che invece avevano fruito di altre agenzie di pompe funebri». Fattura, secondo l’accusa, regolarmente liquidata dalla prefettura. I due avrebbero indotto in errore la «Protezione civile e il Comune dell’Aquila». La ditta avrebbe ottenuto così un ingiusto profitto quantificato in 38 mila euro, «ai danni della stessa Protezione civile che ha erogato il corrispettivo per l’importo fatturato». L’avvocato Paolo Vecchioli, legale di fiducia della società, ha affermato di non avere ancora preso visione della documentazione ma ha evidenziato come «non si può dire che il lavoro dei miei assistiti non sia stato portato a termine, lo stesso capo di imputazione li scagiona. Quando si parla che alcuni familiari delle vittime del sisma si sarebbero rivolti ad altre agenzie funebri, è una circostanza che non è data sapere ai rappresentanti della ditta indagata. L’importante è che loro hanno fatto quanto pattuito con la prefettura, poi se altri hanno fatto altre scelte non è problema nostro».