Sisma, niente fondi per ricostruire le strutture agricole

11 febbraio 2012 | 20:18
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Sisma, niente fondi per ricostruire le strutture agricole

L’Aquila, 11 feb 2012 – Agricoltura “cenerentola” della ricostruzione post-sisma, Confagricoltura bussa alla porta dei Vescovi e della Regione, affinché veicolino risorse verso il settore (in primis quelle della Giovanardi finite nell’occhio del ciclone destinate al sociale) per recuperare le strutture produttive agricole tagliate fuori dal DL. 39/09, perché le Regioni italiane avevano annunciato di voler rinunciare a una parte del loro Psr per finanziare gli agricoltori aquilani danneggiati dal terremoto (stalle, fienili, agriturismi, cantine, laboratori di trasformazione). Promesse da marinai. L’Assessorato all’agricoltura, infatti, ha dovuto far fronte al catastrofico evento solo contando sulle risorse regionali provenienti dai fondi della Misura 1.2.6. del Piano di sviluppo rurale.  Una goccia nel mare: a fronte di una stima di circa 30 milioni di Euro di danni, infatti, lo stanziamento attuale non arriva a 5 milioni.

Confagricoltura L’Aquila, ha chiesto al Presidente e Commissario per la ricostruzione Gianni Chiodi e all’assessore regionale Mauro Febbo di individuare altre fonti di finanziamento per parificare i diritti delle imprese agricole agli altri comparti produttivi. Ora che Chiodi ha chiesto al Governo l’integrazione dei fondi, Confagricoltura gli suggerisce di puntare verso le risorse (circa 12 milioni) non spese nel campo del sociale che hanno fatto infuriare l’ex sottosegretario Giovanardi.

«Questo sì che sarebbe un intervento veramente sociale – dichiara il direttore Stefano Fabrizi – tra l’altro, altamente produttivo visto che consentirebbe al mondo agricolo di ricominciare a produrre ricchezza per tutti. Queste polemiche non possono essere digerite dalle tante imprese agricole del territorio che ingiustamente sono state penalizzate. Gli agricoltori hanno i progetti pronti ed esecutivi per iniziare i lavori, alcuni imprenditori hanno già ricominciato a lavorare, mentre altri sono perseguitati dalle banche che intendono rientrare dalle esposizioni. Tutto ciò è assurdo. I Vescovi dell’Aquila facciano uno sforzo di carità e presentino per conto delle aziende agricole danneggiate questi progetti».