
L’Aquila, 12 feb 2012 – Una ragazza di 20 anni è stata stuprata da un gruppo di ragazzi questa notte a Pizzoli. È stato il proprietario della discoteca Guernica, dove la ragazza si sarebbe recata a ballare ieri sera, a rinvenire questa mattina nel retro del locale la studentessa fuori sede in una pozza di sangue. La giovane donna, di origini laziali e studentessa a Coppito, si trova ora ricoverata all’ospedale San Salvatore. Ha perso molto sangue, gravi sono le lesioni che la ragazza ha nell’area dell’addome, ma non è pericolo di vita.
I carabinieri stanno portando avanti le indagini e avanzerebbero dei sospetti su alcuni ragazzi.
Il sindaco di Pizzoli, Angela D’Andrea, ancora scioccata per l’atroce violenza subita dalla giovane studentessa spera «che prendano presto questi ragazzi e che paghino per l’atto orrendo che hanno fatto».
(red)
GAMAL BOUCHAIB:I RESPONSABILI SIANO PROCESSATI – «E’ un Atto di inaudita violenza quello che è successo. Processare i responsabili aldilà di qualsiasi connotato etnico o di razza è un atto di civiltà e giustizia sociale al quale nessuno di noi può esimersi in un momento di grande ricostruzione del tessuto sociale che deve avere tra i suoi pilastri la sicurezza delle donne. Le nostre associazioni stanno verificando la possibilità di costituirsi come parte civile se ci sarà bisogno ma invitiamo tutti istituzioni e politica ad una riflessione approfondita su ciò che sta accadendo nel nostro territorio Aquilano».
CENTRO ANTIVIOLENZA PER LE DONNE DELL’AQUILA – «Siamo addolorate per lo stupro della ragazza di venti anni avvenuto a pizzoli, stupro di gruppo, si è detto. Siamo piene di rabbia, di quella rabbia antica e familiare che si scatena quotidianamente dentro di noi, che operiamo in un Centro Antiviolenza per le donne ed accogliamo ogni giorno le storie delle donne, intrise di violenze commesse da mariti, fidanzati, conviventi. Siamo piene di questo dolore sordo mescolato a rabbia intensa, perché ancora una volta uno, due, tre, quattro uomini o ragazzi, quale che sia la loro età ed il loro passaporto, hanno disposto del corpo di una donna come di un personale territorio di caccia, segnando con crudeltà la vita di questa ragazza, interrompendo i suoi sogni, leggeri e intatti come possono esserlo a vent’anni. Siamo indignate, perché lo stupro di una donna riguarda tutte noi e tocca ciascuna di noi in profondità. Siamo vicine a questa giovane donna e vogliamo dare il nostro contributo, affinché le vengano restituite almeno verità e giustizia, laddove un gruppo di maschi, in pochi minuti, l’ha privata del diritto a vivere libera dalla violenza. Noi ci saremo anche quando si svolgerà il processo a carico dei responsabili e ci costituiremo parte civile, per rivendicare per tutte noi il diritto intangibile a vivere libere dalla violenza degli uomini».