San Valentino: riti e regali tra passato e presente

14 febbraio 2012 | 07:43
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San Valentino: riti e regali tra passato e presente

L’Aquila, 14 feb 2012 – San Valentino: festa degli innamorati. Cambiano i tempi, i linguaggi i modi di essere e di fare in questa situazione di crisi profonda ma l’Amore no! Questa bella festa, che oserei definire della mente e del cuore cioè dell’animo umano, reclama comunque i suoi riti ed i suoi regali. Essi vanno dai piccoli gioielli, ai fiori, ad una romantica cena al lume di candela, ad una serata da trascorrere serenamente in un locale all’insegna della serenità e del divertimento. In tanti sostengono che l’amore ha un ruolo importante nella nostra vita e che senza di esso non si può vivere; in altre parole quando si ama davvero ci si sente realizzati, appagati disposti a qualsiasi azione pur di dare all’altro la percezione di un vero rapporto sentimentale che interpreta come interesse, un sorriso, un gesto una parola, insomma qualcosa di particolarmente speciale che non costa nulla e da tanto. E’ altrettanto vero che questo particolare sentimento che da sempre ha amalgamato tra loro persone di diversa estrazione non conosce tempo né ètà, forse la parte più bella e misteriose dell’amore consta proprio in questo, per cui si incontrano e si innamorano quotidianamente persone di età diverse e perfino di nazionalità diverse. Per alcuni versi lo stesso è una condizione, un’esperienza che abbiamo vissuta tutti, maggiormente agli albori adolescenziali, ed ognuno rappresenta la sua esperienza personale . Essere invasi da quel forte sentimento è una delle esperienze particolarissime e toccanti che comportano al contempo magia ed emozione; intensità ed un pizzico di paura che esaltano l’amore in tutte le sue sfumature. L’inizio di una relazione scaturisce anche da tanti sogni, attrazione e desideri, meraviglie della scoperta e timore di non essere all’altezza delle aspettative dell’altra. A volte solo al pensiero di trovarsi in queste circostanze faceva battere forte il cuore, quindi un’emozione grande. Ma la frequentazione, il tempo abbattono questi steccati ed allora intervengono la gioia, la sicurezza ed un senso di felicità che sono gli apripista di una storia appena iniziata che ci mettono alla prova come esseri umani. Poi l’amore inteso in senso lato che significa interesse, rapporto costante, bene vero ed intenso verso i figli, gli amici, i parenti è l’altra faccia di una stessa medaglia che rappresenta e completa i rapporti sentimentali in tutti i loro aspetti. Il 14 febbraio gli innamorati festeggiano il loro amore in nome di S. Valentino, Vescovo di Terni che la chiesa cattolica, per volere di papa Gelasio, nel 496, desiderò fosse il Santo protettore rappresentante degli innamorati. Lo stesso – mistico protagonista di storie lontane nel tempo e di leggende tra le più suggestive e poetiche che l’agiografia cristiana ci abbia tramandato fu martirizzato circa duecento anni prima dall’imperatore Aureliano. Il tutto ebbe origine dal tentativo della chiesa Cattolica di interrompere un popolare rito pagano per la fertilità. Esso consisteva fin dal IV secolo A. C. nel rendere omaggio, con un particolare rito annuale, al Dio Luperco, protettore delle greggi dai lupi e della fertilità. I nomi degli uomini e delle donne che adoravano questo Dio venivano messi in un’urna ed opportunamente mescolati; un bambino sceglieva a caso alcune coppie che per tutto l’anno dovevano vivere in intimità per osservare il rito della fertilità. Lo stesso si sarebbe ripetuto l’anno successivo con altre coppie. In quel tempo imperversavano terribili persecuzioni contro i Cristiani e Valentino si dedicò alla conversione dei pagani e alla consolazione dei perseguitati; nella sua lunga vita compì un gran numero di miracoli che lo resero famoso anche oltre confini tanto da essere annoverato come il Santo dell’amore in tutto il mondo. Fu arrestato dai soldati romani lungo la via Flaminia, portato lontano dai centri abitati, per evitare sommosse da parte delle folle che lo adoravano, il 14 febbraio conobbe il martirio con la terribile costumanza della decapitazione. Le sue spoglie furono trafugate da alcuni suoi discepoli e portate a Terni ove tutt’ora riposano nella basilica a lui intitolata dentro una statua d’argento posata in una teca di cristallo ove primeggia la scritta: ” San Valentino patrono dell’Amore”. Questo a testimonianza della vicinanza del Santo alle coppie di giovani innamorati sui cui si raccontano le più belle e disparate leggende. di Nando Giammarini