A primavera in consiglio “sbocciano” le commissioni d’inchiesta

15 febbraio 2012 | 21:04
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A primavera in consiglio  “sbocciano” le commissioni d’inchiesta

L’Aquila, 16 feb 2012 – Consiglieri comunali praticamente ostaggio del presidente della V commissione Enzo Lombardi promotore di tre commissioni di indagine contenute in tre distinte delibere. Le commissioni si insedieranno entro 30 giorni sulle assegnazioni degli alloggi temporanei, sulla riorganizzazione degli uffici comunali in un’unica sede e sulla modalità di gestione delle assunzioni, delle mobilità, dei concorsi, delle attribuzioni e dei cambiamenti di profili professionali. 

Quest’ultima deliberazione è stata emendata, su proposta del sindaco Massimo Cialente, con l’estensione del periodo oggetto di indagine agli ultimi 15 anni di vita amministrativa del Comune. La prima delibera è stata approvata con 21 voti favorevoli e 5 di astensione, la seconda con 10 voti favorevoli, 9 contrari e 4 di astensione, la terza con 20 voti favorevoli e uno contrario. Rinviata invece la delibera relativa alla modifica dello Statuto comunale, ai fini di garantire una maggiore partecipazione delle donne alla vita politica della città. Un rinvio imposto dalla mancanza dei numeri in aula e soprattutto dalla non completa condivisione da parte della maggioranza. Il provvedimento infatti è stato già bocciato dalla commissione Statuto e regolamenti prima di approdare in Aula.Non per misoginia, ma solo perché alcuni consiglieri hanno ritenuto che si tratti di una sorta di delibera “panda” tesa a garantire specie protette o  in via di estinzione. Non si può relegare le donne in un recinto, dicono. Deluse dunque le numerose promotrici (mille firme hanno promosso il provvedimento)  della modifica allo Statuto comunale che dovranno attendere  che la delibera passi il test della riunione di maggioranza che sarà dedicata interamente all’argomento. La discussione in aula è andata avanti per tutta la mattinata a ruota libera. Il sindaco Cialente si è difeso dalle accuse del consigliere Lombardi sulla incapacità di reperire una sede unica per l’ente: «Il comune ha agito attraverso bandi – ha spiegato – I ritardi sono dovuti alla lentezza esasperante con cui la struttura commissariale risponde». Poi ha aggiunto particolari inquietanti: «Ci sono stati alcuni imprenditori che volevano che noi andassimo nei loro stabili –  imprenditori che usano anche organi di stampa come forma di pressione.  Noi non cediamo ai ricatti». Parole al vetriolo anche sulla questione delle assunzioni nelle spa: «Il gioco delle clientele si è fatto nelle spa – ha aggiunto Cialente –  Sfido a dimostrare che io abbia assunto gente per clientela. Fate la vostra commissione e per favore la prima relazione fatela sull’Asm e poi spedite le carte alla procura della Repubblica«. Più esplicito è stato l’assessore al Personale Alfredo Moroni:  «Non possiamo fare concorsi  perché il costo per le Spa è superiore a quello stabilito dalla normativa nazionale. Abbiamo già detto all’Asm che non è possibile accettare  la riorganizzazione proposta perché ciò comporterebbe un aggravamento di costo oppure ci esporrebbe a vertenze – ha spiegato – . Devono essere superate vecchie pratiche in comune, basta tirare per  la giacca per questo o quel dipendente. Queste cose fanno parte di un pessimo costume che non ci consente di lavorare con serenità.  Smettiamola con le raccomandazioni, anche minimali. Qui dentro non ci sono padrini e padroni».                                                                                                                                 É suonato poi come un pugno nello stomaco di Perilli l’intervento del presidente Carlo Benedetti che, partendo dalla motivazione del suo voto contrario alle tre commissioni d’inchiesta, dettato dalla inutilità delle stesse a due mesi dal voto, ha accusato Rc di non avere il senso dell’appartenenza. Come consigliere dei Comunisti Italiani Benedetti ha sottolineato come alcuni consiglieri,  «anziché pensare alla città, cerchino di portare un granello alla campagna elettorale». Poi un plauso a Lombardi  che «non ha abbassato  la testa davanti a questa lobby che va da Celano a Teramo. Abbiamo dimenticato il nostro compito – ha continuato –  Dico anche agli untori della politica che  questa città si divide in chi ha voglia di fare e in chi ha la bacchetta e dice agli altri ciò che deve fare. Io mi sento vicino a chi ha avuto la città come obiettivo rispetto a quelli che hanno invece come obiettivo una piccola bottega. Parlo come capogruppo dei comunisti italiani; un partito che non pone condizioni e non ricatta nessuno ma con la forza dei vecchi comunisti è parte attiva di chi vuole porre un argine a una situazione difficile. Questo consiglio deve mantenere l’obiettivo lavorare per chiudere più situazioni possibili. Preveniamo lo stillicidio dell’ultimo mese». «Noi siamo di sinistra ma non siamo cialentiani – ha replicato Perilli –  ma abbiamo una visione un po’ più ampia. Intanto i genitori degli alunni di Casetta fantasia chiedono un impegno ufficiale al comune sul proseguimento dell’attività didattica nella struttura». A.Cal.