Fondi Ue, Ugl: Chiodi ci spieghi perchè sono bloccati

15 febbraio 2012 | 12:09
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Fondi Ue, Ugl: Chiodi ci spieghi perchè sono bloccati

L’Aquila, 15 feb 2012 – «L’Abruzzo ha conquistato il non invidiabile record di regione più incapace di spendere i fondi europei. Nella classifica delle Regioni sprecone l’Abruzzo ha ancora l’80 per cento dei fondi da impiegare». Queste la parole dell‘Ugl in una lettera apertea a Gianni Chiodi, in relazione all’ultimo articolo di qualche settimana fa pubblicato dal quotidiano La Repubblica sull’utilizzo dei fondi strutturali dell’Unione Europea.

«In questo spreco  – si legge nella lettere – ci collochiamo noi poveri precari della Provincia terremotata dell’Aquila, che dal 31 Dicembre del 2011 siamo nuovamente a casa in attesa che lei trasferisca questi famosi fondi alla nostra Provincia per prorogare i contratti; fondi che dovevano essere trasferiti alla Provincia entro Dicembre scorso e che,  ad oggi, non se ne sa nulla. A questo punto le chiediamo: perché questo mancato trasferimento di fondi che sono destinati dall’Unione Europea alla Provincia dell’Aquila in base al PO FSE Abruzzo 2007-2013? Risorse finanziarie indispensabili che,come Lei ben sa, dovranno essere rendicontate e se non utilizzate dovranno essere restituite all’Unione Europea».

«Caro Presidente – seguita l’Ugl – il mancato trasferimento ed utilizzo di queste somme sta provocando una carenza dei servizi da noi erogati alla collettività, aumentando il forte disagio che già  viviamo in seguito al terremoto del 2009. Le Istituzioni parlano sempre di voler e dover ricostruire il tessuto socio-economico della Città e Provincia dell’Aquila ma poi non utilizzano uno strumento fondamentale fornitoci dall’Unione Europea in  tal senso.

Secondo lei abbandonare a casa 80 precari con relative famiglie è un gesto di sostegno per la ricostruzione del nostro territorio? E non ci venga a dire che i fondi non vengono trasferiti perché le Province verranno abolite in quanto, per tutto il 2012 e forse anche per gli  anni a venire, l’Ente esisterà ancora e devrà essere in grado di erogare i propri servizi».