Grandi Rischi, Bertolaso: «Intendo rispondere alle domande»

L’Aquila, 15 feb 2012 – «Risponderò alle domande che mi faranno». Lo ha detto poco fa l’ex capo Dipartimento della protezione civile nazionale, Guido Bertolaso all’Aquila, fuori del Tribunale in cui sta svolgendo il processo alla commissione Grandi rischi, l’organo consultivo della presidenza del Consiglio alla sbarra con l’accusa di aver sottovalutato il rischio e dato false rassicurazioni ai cittadini prima del sisma del 6 aprile 2009, causando la morte di 309 persone.
Bertolaso inizialmente convocato come teste, verrà sentito oggi come indagato, dopo aver ricevuto da parte della Procura dell’Aquila, l’avviso di garanzia per omicidio colposo per un reato connesso al filone principale.
«Intendo assolutamente rispondere» ha affermato l’ex capo della Protezione civile e poi ha fatto una battuta «visto che sono indagato posso anche dire il falso». Subito dopo, Bertolaso, rispondendo al pm, ha illustrato il funzionamento della Protezione civile ed ha spiegato di avere convocato la Commissione Grandi rischi dati gli allarmi che si susseguivano da mesi per lo sciame sismico che interessava l’Aquilano poi sfociato nella scossa mortale del 6 aprile 2009. «Vi era una situazione di disagio e panico e la convocazione della commissione ho ritenuto che fosse la più adeguata per dare risposte».
BERTOLASO, VOLEVO SOLO INFORMARE POPOLAZIONE – Il 30 marzo del 2009, l’allora capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, convocò in via eccezionale la Commissione Grandi Rischi «solo per informare la popolazione in seguito alla situazione di disagio e panico che si era creata in seguito al lungo sciame sismico» cominciato quattro mesi prima e che raggiunse l’apice con la scossa del 6 aprile successivo, che causò 309 vittime e oltre 1.600 feriti. «Quella riunione – ha detto Bertolaso rispondendo per due ore ai pm Roberta D’Avolio e Fabio Picuti – non fu un’operazione mediatica nell’accezione dispregiativa del termine, ma la risposta più adeguata per dare informazioni, visti gli allarmismi anche di persone incompetenti e, addirittura, la divulgazione di notizie incontrollate fatte anche con auto che giravano con gli altoparlanti per le zone interessate dalle scosse».
L’ex capo della Protezione civile é in aula, nel processo Grandi Rischi, in veste di imputato, dopo la divulgazione dell’intercettazione di una telefonata all’ex assessore regionale alla Protezione Civile, Daniela Stati, nella quale la informava che qualche giorno dopo la Commissione si sarebbe riunita all’Aquila per tranquillizzare la popolazione. La Commissione è accusata di non aver informato correttamente la popolazione sui pericoli di rischio sismico. Con puntiglio Bertolaso ha detto di non aver mai sollecitato risposte rassicuranti ma di aver riferito alla Stati opinioni da lui apprese da diversi esperti di sismologia sul fatto che più scosse non di grande entità fanno sì che non ci sia una scossa catastrofica. La lunghissima deposizione – che proseguirà nel pomeriggio con le domande degli avvocati di parte civile – è stata più volte interrotta da schermaglie tra gli avvocati della difesa e il pm Picuti il quale ha chiesto anche l’acquisizione di un dvd contenente la registrazione di una trasmissione di La7 nella quale si ascolta l’intercettazione della telefonata con la Stati, e Bertolaso la commenta. La difesa si è opposta ritenendo che sia una forma subdola per far entrare nel processo un documento, l’intercettazione, relativo a un’altra inchiesta (quella della Procura di Firenze sul G8 alla Maddalena). Il giudice Marco Billi si è riservato di decidere su questo punto. Bertolaso, che ha con sé una cartella piena di appunti e documenti, ha anche risposto di non sapere della presunta esistenza – come detto da alcuni testi in udienze precedenti – di un secondo verbale della Commissione che, dopo la riunione, sostanzialmente non dava alcun allarme alla popolazione sul rischio sismico. Sugli interventi della Protezione civile nazionale prima del 6 aprile, Bertolaso ha spiegato che la competenza era delle strutture regionali del Dipartimento, e poi ha aggiunto: «Mica si potevano fare evacuare Sulmona, dove uno sconsiderato aveva procurato un falso allarme, L’Aquila e Rieti». I Pm hanno poi mostrato a Bertolaso una mail nella quale, rispondendo ai genitori di una vittima, egli ne condivideva il dolore e l’auspicio che fossero scoperti e perseguiti i responsabili di omissioni dolorose. Picuti chiedeva se si riferisse alla Commissione Grandi Rischi, ma Bertolaso, con la calma usata in tutte le sue risposte, ha replicato: «Mi riferivo a tutti i governi e ai funzionari che nel corso degli ultimi decenni avrebbero dovuto portare avanti il discorso sulla prevenzione sismica e non lo hanno fatto. Cose che più volte ho denunciato anche per iscritto, invocando un serio programma di prevenzione».