
L’Aquila, 16 feb 2012 – Svolta nell’inchiesta sul presunto stupro ai danni di una giovane studentessa laziale all’uscita della discoteca Guernica a Pizzoli nella notte tra sabato e domenica scorsa. Gli indagati sono i giovani sui quali si sono concentrati i sospetti fin da subito, e sono stati iscritti sul registro degli indagati dal pm David Mancini. Le indagini vanno avanti con riserbo, gli atti sono ancora secretati, non sono esclusi altri sviluppi, soprattutto con l’arrivo dei primi risultati degli esami tecnico scientifici del Ris di Roma. Dei 4 giovani, tre, due campani e un aquilano, sono militari del 33esimo reggimento artiglieria Acqui; la quarta è una giovane, forse fidanzata dell’aquilano. La posizione più delicata è quella del militare originario dell’avellinese.
Il militare sul quale gravano i maggiori sospetti ha prima negato e poi ammesso il rapporto sessuale ma sostenendo che la studentessa laziale era consenziente. Secondo quanto si è appreso, le deposizioni di tutti dai primi riscontri hanno presentato contraddizioni e circostanze non vere. Era stato bloccato con la camicia e una mano sporche di sangue dal gestore del locale e dai buttafuori, subito dopo il ritrovamento fuori dalla discoteca della giovane studentessa, svenuta in mezzo alla neve e insanguinata. Il militare era in macchina con i due commilitoni e con la giovane donna. Tutti sono stati portati in caserma, negando ogni addebito, e rilasciati dopo essere stati ascoltati a lungo come persone informate sui fatti.
Anche se le condizioni fisiche continuano a migliorare, è sempre molto difficile e complesso il quadro psicologico della giovane studentessa laziale che sarebbe stata vittima di un presunto stupro dalle modalità selvagge nella notte tra sabato e domenica nell’Aquilano. La giovane, ancora ricoverata nell’ospedale dell’Aquila in un reparto di ginecologia blindato, continua a ricordare poco o nulla dell’accaduto e proprio per questo, secondo quanto si è appreso, non ha sporto denuncia che, invece, è stata presentata dalla mamma. E’ assistita dai genitori ed è seguita dagli psicologi. Dopo l’intervento chirurgico per suturare le gravi ferite, ha cominciato a muovere i primi passi scendendo dal letto.
STUDENTESSA POTREBBE ESSERE STATA COSTRETTA A BERE – Le analisi fatte al momento del ricovero all’ospedale dell’Aquila alla giovane che avrebbe subito uno stupro in una discoteca dell’Aquilano hanno rivelato un tasso alcolemico rilevante. Secondo alcune ipotesi sulla ricostruzione del grave fatto, la 20enne studentessa laziale potrebbe essere stata costretta a bere. Non ha assunto invece sostanze stupefacenti.
ASCOLTATA ANCHE AMICA STUDENTESSA – C’é una quinta persona la cui posizione è al vaglio degli inquirenti: si tratta dell’amica del cuore della giovane studentessa laziale che sarebbe andata via dalla discoteca circa un’ora prima del presunto stupro. La ragazza è stata ascoltata ieri come persona informata sui fatti dagli inquirenti in Procura.
FONTI MILITARI, CHIESTO NOTIZIE PROCURA – «Non abbiamo ricevuto alcun atto giudiziario», lo spiega un ufficiale del 33/o reggimento Acqui in merito ai tre giovani militari, presumibilmente coinvolti nello stupro della giovane studentessa laziale. L’ufficiale ha detto che «visto quello che abbiamo letto sui giornali abbiamo fatto richiesta ufficiale alla Procura dell’Aquila di conoscere i provvedimenti emessi nei confronti dei tre. Questo per informare i vertici militari e verificare quali decisioni precauzionali adottare». I tre militari continuano a svolgere il regolare servizio, nella caserma aquilana sono volontari dal 2011 e hanno il grado di caporale. Escono dalla caserma fuori dagli orari di servizio e, sottolineano fonti del reggimento, possono andare in licenza, non essendo stato notificato alcun provvedimento nei loro confronti. Secondo le norme di disciplina, ogni militare ha l’obbligo di comunicare ai superiori il ricevimento di provvedimenti giudiziari.