Stupro Pizzoli, vittima: «Mi volevano uccidere»

17 febbraio 2012 | 18:22
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Stupro Pizzoli, vittima: «Mi volevano uccidere»

L’Aquila, 17 feb 2012 – «Ho capito che potevo morire. Quelli mi volevano uccidere». Così la studentessa di Tivoli si è confidata alla madre, dopo aver subito sabato notte al di fuori della discoteca "Guernica" di Pizzoli (L’Aquila) una brutale violenza sessuale che la vede ancora ricoverata nel reparto di ginecologia del "San Salvatore" dell’Aquila dopo aver subito un delicato intervento chirurgico nelle parti intime.

La conferma della dichiarazione è arrivata dall’avvocato Enrico Maria Gallinaro che assiste la ragazza «dall’orribile vicenda che l’ha fatta diventare un oggetto. La natura e la gravità delle lesioni riportate dalla giovane rendono il quadro indiziario estremamente grave. La mia assistita è stata abbandonata semi nuda e gravemente ferita, alle tre del mattino, in un parcheggio, nella neve e nel ghiaccio. E’ stato un miracolo che si sia riuscita a salvare. Le lesioni riportare – ha aggiunto il penalista romano – sono gravissime e sono ovviamente documentate. La priorità in questo momento è nel recupero psicofisico della mia assistita, dopo viene il resto. Confidiamo nel rispetto di tutti, nel buon operato della magistratura».

Dei quattro giovani, iscritti nel registro degli indagati, tre – due campani e un aquilano – sono militari volontari, di stanza al 33esimo reggimento artiglieria Acqui; è, inoltre, indagata una ragazza, amica del militare aquilano. La posizione più grave appare quella del giovane militare originario della provincia di Avellino, bloccato, con la camicia e una mano sporche di sangue, dal gestore del locale e dai buttafuori subito dopo che era stata notata, fuori dalla discoteca, la giovane studentessa svenuta in mezzo alla neve e insanguinata. Il militare era in macchina con i due commilitoni e con la giovane donna. Le deposizioni rese ai carabinieri del comando provinciale dell’Aquila, presentano parecchie contraddizioni e propongono circostante ritenute non vere. In particolare, il giovane militare sul quale gravano i maggiori sospetti ha prima negato e poi ammesso il rapporto sessuale, che, tuttavia – ha detto – era consenziente. Ancora da valutare la posizione dell’amica del cuore della studentessa, ascoltata ieri, che era andata via dalla discoteca un’ora prima.

ESERICITO: NUOVA RICHIESTA DI NOTIZIE AI PM – I vertici del 33esimo reggimento artiglieri Acqui hanno inviato una nuova richiesta di informazioni alla Procura della Repubblica dell’Aquila per conoscere la situazione giudiziaria dei tre militari coinvolti nella violenza sessuale sulla studentessa laziale nella notte tra sabato e domenica in una discoteca dell’Aquilano. La istanza era già stata inviata nei giorni scorsi. «Leggiamo sui giornali – spiega un ufficiale del 33esimo reggimento – ma non abbiamo ricevuto atti giudiziari. Vorremmo, compatibilmente con le indagini in corso, di cui però non sappiamo ufficialmente, quali sono i provvedimenti a carico dei tre per adottare, anche come esercito, misure precauzionali per i giovani coinvolti e per la nostra immagine».