Ingv smentisce Bertolaso: mai affermato che stesse scaricando

20 febbraio 2012 | 11:57
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Ingv smentisce Bertolaso: mai affermato che stesse scaricando

L’Aquila, 20 feb 2012 – La deposizione dell’ex capo della Protezione civile Guido Bertolaso resa lo scorso 15 febbraio di fronte a Marco Billi, il giudice titolare del procedimento in dibattimento che vede alla sbarra i 7 componenti della Commissione Grandi Rischi, sembra aver innescato un altro terremoto.

Nel corso delle 4 ore di testimonianza Bertolaso ha affermato che aveva appreso «conoscenze in 10 anni di esperienza da diversi esperti di sismologia che più scosse sismiche non di grande entità fanno sì che non si manifesti una scossa distruttiva».

La risposta dell’Ingv, l’ente di riferimento per il monitoraggio e lo studio dei terremoti e dei vulcani in Italia, non si è fatta attendere: «Senza voler in alcun modo entrare nello specifico del dibattimento in corso a L’Aquila, l’Ingv precisa che la tesi del rilascio di energia sismica è stata proposta in passato per situazioni particolari (quale la zona a scorrimento lento della faglia di S. Andrea a Parkfield, California) ed è ancora utilizzata da settori dell’industria che si occupano di sismicità indotta (ad esempio nel caso della sismicità indotta da prospezioni per geotermia profonda), ma non rappresenta lo stato delle conoscenze scientifiche per aree di normale sismicità quale l’Abruzzo», precisa il presidente dell’Ingv, Domenico Giardini.

Non solo, l’Ingv precisa di «non aver trasmesso alla Pc alcuna comunicazione a favore di tale tesi. L’opinione ufficiale dell’Ente viene fornita al DPC secondo canali specificati dalla Convenzione che regola le procedure di sorveglianza e allerta sismica e vulcanologica. Nel caso specifico dello sciame sismico che ha preceduto il terremoto del 6 aprile 2009, oltre ai periodici aggiornamenti effettuati dopo ogni scossa significativa, l’Ingv ha inviato al Dpc tre comunicazioni».

Le 3 comunicazioni a cui fa riferimento Giardini sono quella del 17 febbraio, del 12 marzo e del 31 marzo 2009. Nel primo si legge che “. la sequenza in atto non ha alterato le probabilità di occorrenza di forti terremoti nella zona. Si ricorda che i comuni interessati ricadono tra la prima e la seconda categoria della classificazione sismica del territorio nazionale”. Con la seconda comunicazione, redatta in aggiornamento e resa necessari visto il proseguire della sequenza sismica, veniva ribadito lo stesso concetto: “. la sequenza dei mesi scorsi non ha alterato, dunque né aumentato né diminuito, le probabilità di occorrenza di forti terremoti nella zona”.

Infine, nel corso della riunione della Commissione Grandi rischi, Giulio Selvaggi, uno dei 7 imputati nel procedimento Cgr, «ha presento alla riunione il rapporto dell’Ingv con una sintesi delle conoscenze più aggiornate,  la storia sismica della Regione, l’andamento della sequenza e il modello della pericolosità sismica.  La documentazione presentata alla Commissione Grandi Rischi era finalizzata a fornire gli elementi scientifici per valutare la situazione e non conteneva alcun riferimento all’ipotesi dello scarico dell’energia».

Secondo l’Ingv, queste sono le sole informazioni ufficiali fornite al Dpc durante la sequenza che ha preceduto il terremoto del 6 Aprile 2009 precisando che «interviste o brevi dichiarazioni di singoli ricercatori dell’Ente sono state riportate sulla stampa anche durante la sequenza sismica in Abruzzo, ma appartengono alla normale attività di divulgazione scientifica a titolo personale, che non rappresenta in alcun modo l’opinione ufficiale dell’Ente».

di Sarah Porfirio