Stupro Pizzoli, legale ragazza: «Per me tentato omicidio». Legale militare «rapporto consenziente»

L’Aquila, 21 feb 2012 – «Secondo me potrebbe essere tentato omicidio: è ampiamente probabile un cambiamento di imputazione. E’ chiaro che sarà la pubblica accusa a decidere il reato da contestare». Lo ha detto Enrico Maria Gallinaro, legale della studentessa laziale stuprata nell’Aquilano commentando alcune indiscrezioni, che emergono dagli ambienti investigativi, secondo cui il capo di imputazione nei confronti del o dei responsabili del fatto da abuso sessuale e lesioni gravissime potrebbe trasformarsi in tentato omicidio.
Tutto ciò per l’efferatezza del gesto e delle gravissime ferite che potrebbero anche avere delle conseguenze permanenti per la vittima. Nei giorni scorsi le indagini hanno dimostrato che la violenza sessuale non sarebbe stata caratterizzata da un rapporto sessuale: a tale proposito, gli investigatori stanno ancora cercando un oggetto. I sospettati, iscritti sul registro degli indagati, rimangono quattro: 3 militari di stanza all’Aquila, due campani e un aquilano, e la fidanzata di quest’ultimo. Uno dei due campani ha posizione più compromessa essendo stato trovato con macchie di sangue sulla camicia, sulla mano e sul braccialetto, che secondo i Ris di Roma sono della vittima.
Secondo lo psichiatra dell’Università dell’Aquila, Massimo Di Giannantonio, «sarà difficile che la ragazza possa ricordare quanto accaduto quella sera. Dopo un trauma così grande – ha spiegato – si può anche dimenticare tutto per sempre. La situazione è molto delicata e difficile».
Nel frattempo Alberico Villani, l’avvocato del giovane militare della provincia di Avellino di stanza a L’Aquila, sul quale si addensano i maggiori sospetti sullo stupro, «i fatti sono avvenuti fuori dalla discoteca, i due giovani si sono conosciuti dentro, qualche atto amoroso è cominciato all’interno ed è proseguito e culminato fuori. E’ stato un rapporto sessuale consenziente, non c’è stata nessuna violenza».
L’avvocato che dice di essersi fatta una idea dopo aver ascoltato più volte il giovane militare, chiarisce che assiste il giovane e che non è il legale di fiducia «per il semplice fatto che finora non c’è stato bisogno della nomina di un difensore perché non c’è nessun atto giudiziario per il quale è previsto il legale». Alla domanda secondo cui le ferite della giovane sono molto gravi e, probabilmente invalidanti, e fanno pensare a una violenza inaudita, il legale risponde che «non sono state provocate da un atto sessuale non voluto, la ragazza non è stata costretta. Nell’ambito dell’atto sessuale è capitato accidentalmente che ci sono state ferite, potrebbe essere una pratica sessuale andata al di là delle intenzioni, e quindi un fatto accidentale. Saranno i medici a stabilirlo – ha continuato – comunque, il problema nel processo è stabilire, ancorché ci sia stato un atto sessuale, se questo era voluto o no. E quindi se c’è stata un volontarietà di lesioni finalizzata ad un atto sessuale».
Nel sottolineare di «apprezzare la magistratura per la cautela che sta adottando nello stabilire la dinamica dei fatti e chiarire la vicenda – l’avvocato Villani ha spiegato che – c’è il massimo rispetto e la massima comprensione per la ragazza che ha subito gravi ferite». Però chiarisce che «a favore del giovane militare c’è il fatto che la ragazza ha parlato con tutti fuorché con gli inquirenti, naturalmente è più facile parlare con la madre. Dovrà spiegare – ha continuato – il perché e il motivo per il quale è uscita fuori dal locale con il freddo e la neve insieme al suo giovane coetaneo». Secondo il legale non ci sarebbe stato nessun corpo estraneo nell’atto sessuale, che i due giovani commilitoni e la giovane non sono intervenuti in nessuna fase e che il giovane militare, molto impaurito, quando ha visto il sangue è rientrato nella discoteca per chiedere aiuto.