Regione Abruzzo, Saia e Caporale: il Pd contro modifica legge elezione Consiglieri

L’Aquila, 22 feb 2012 – Le dichiarazioni del capogruppo del Partito Democratico al Consiglio regionale D’Alessandro, che, chiedendo, in perfetto accordo con il Presidente di Confindustria Abruzzo, una riforma elettorale con sbarramento al 6%, scuoto gli animi dei Consiglieri regionali. Per Antonio Saia, Presidente del Gruppo dei Comunisti Italiani, «rendono evidente come il Pd abbia ormai imboccato una deriva poco democratica, rivolta solo al governo delle Istituzioni, senza se e senza ma, e, soprattutto, senza alcun controllo democratico. Una deriva che vuole eliminare dalle istituzioni tutte quelle forze che si oppongono (da destra o da sinistra), alle politiche del massacro sociale (come quelle del Governo Monti) ed alle consociazioni affaristiche con i poteri forti come le banche, la Confindustria, le vecchie e nuove baronie».
A fargli eco Walter Caporale, Capogruppo dei Verdi, che sottolinea come la proposta di Legge “Norme per l’elezione del Consiglio regionale e del Presidente della Giunta”, che prevede di eliminare il listino e di assegnare il premio di maggioranza per assicurare una stabile maggioranza del 60% alla coalizione vincente e che prevede anche una soglia di sbarramento al 4%, sia «da tempo in Commissione elettorale. Il Partito Democratico ha presentato un emendamento per elevare la soglia al 6% per quelle liste che concorrono da sole, e al 4% se collegate a una coalizione che abbia comunque superato il 6% dei voti. Quale democrazia rappresenta il Partito Democratico abruzzese che così facendo si sostituisce alla volontà popolare e cambia il sistema elettorale da bipolare a bipartitico?».
«Probabilmente questo “rilancio” dello sbarramento nasconde la volontà di non approvare un nuovo regolamento per le norme elettorali del Consiglio regionale e tornare al voto con il Listino. Ultimo baluardo di una politica fatta di nomine e riconoscimenti clientelari a carico dei cittadini. A questo punto votiamo solo il simbolo e togliamo anche nelle regioni il diritto di scegliere chi eleggere scrivendo il nome del Candidato. Il PD risolverebbe molti problemi».