Abruzzo: Comitato Territoriale dei Marsi boccia le “mega province”

24 febbraio 2012 | 15:37
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Abruzzo: Comitato Territoriale dei Marsi boccia le “mega province”

L’Aquila, 24 feb 2012 – Il Comitato Territoriale Provincia dei Marsi esprime la propria «totale contrarietà all’iniziativa annunciata nei giorni scorsi dai rappresentanti delle quattro Province abruzzesi» (i presidenti delle province di Pescara e Chieti, Guerino Testa ed Enrico Di Giuseppantonio, ed i presidenti del Consiglio Provinciale di L’Aquila e Teramo, Filippo Santilli e Mauro Martino) con cui si intenderebbe procedere al riassetto amministrativo della Regione Abruzzo, con l’istituzione di due mega-province, “Teramo-L’Aquila” e “Pescara-Chieti”.

«La posizione di contrarietà – fa sapere il comitato in una nota – al di là delle eccezioni di carattere normativo e costituzionale (con riferimento alle previsioni di cui all’art 23 del Testo Unico delle Leggi sull’Ordinamento degli Enti Locali e dell’art. 114 della Costituzione) del provvedimento adottato, che saranno formalmente rappresentate da questo comitato alle competenti commissioni parlamentari al momento della sua eventuale iscrizione all’ordine del giorno, deriva da valutazioni sia di merito che procedurali.

Se infatti possiamo riuscire a cogliere gli aspetti di efficienza e razionalizzazione comunque ravvisabili nel processo di integrazione, praticamente già nei fatti, tra le realtà di Chieti e Pescara, davvero non comprendiamo quali ragioni ci siano alla base della ipotizzata fusione tra Teramo e L’Aquila; ci chiediamo quali siano gli elementi di omogeneità tra Balsorano ed Alba Adriatica, quali siano le convergenze di interessi a livello economico tra Avezzano e Pietracamela, le connessioni infrastrutturali tra Carsoli e Civitella del Tronto, quali siano le funzioni intercomunali da svolgere in maniera associata tra Tagliacozzo e Cellino Attanasio».

«Già l’attuale assetto provinciale – prosegue il comitato – si caratterizza per un’assoluta disarticolazione e disomogeneità tra il tessuto sociale, economico ed infrastrutturale della Marsica rispetto all’aquilano, che non raramente sfocia in scenari di vera e propria conflittualità a livello di progettazione territoriale, destinazione di fondi pubblici, dislocazione di uffici e servizi, scelta delle direttrici di crescita e di sviluppo; in un contesto territoriale ed amministrativo ulteriormente allargato, le condizioni di marginalità di cui già oggi soffre la Marsica, sarebbero inevitabilmente destinate ad accentuarsi, con ulteriore perdita di posizioni in termini economici, sociali ed occupazionali.

Oltre a tali non trascurabili elementi, vi è poi da verificare se l’iniziativa intrapresa dal Consiglio Provinciale dell’Aquila sia stata preliminarmente concordata a livello territoriale, come pure previsto dalle norme legislative e costituzionali (art. 133) vigenti di istituzione o modifica di nuove circoscrizioni provinciali».

«Dubitando fortemente che i consigli comunali dei centri interessati, ed in particolare quelli marsicani, abbiano deliberato in tal senso – conclude la nota –  si invitano i consiglieri provinciali della Marsica, che dovrebbero limitarsi a tutelare e promuovere gli interessi dei cittadini che rappresentano, a dissociarsi “formalmente” nella prima seduta utile del Consiglio Provinciale dell’Aquila da tale progetto di riorganizzazione amministrativa ed istituzionale che comporterebbe al contrario unicamente impatti negativi per il nostro territorio».