Ricostruzione, Mons. Antonini: «L’Aquila meglio di com’era»

L’Aquila, 24 feb 2012 – «Finalmente il dibattito politico prende forma in un’idea di ricostruzione dell’Aquila non “dov’era e com’era” ma come dovrà essere, ossia “meglio di com’era”! L’abbiamo sentito dallo stesso ministro per la Coesione Territoriale Fabrizio Barca, in visita all’Aquila: “Per i centri storici o si ricostruiscono come prima o si cerca di immaginare un piano che crei eccellenza per L’Aquila, che la prepari al futuro, a essere meglio di prima"».
Queste le parole di Mons. Orlando antonini, studioso aquilano e nunzio apostolico a Belgrado che anticipa in una nota la sua idea di ricostruzione, affidata alle pagine di un volume dal titolo "L’Aquila 2029 gli itinerari del nunzio".
«Ora si sta facendo una copia sbiadita dell’Aquila, in quanto la formula fin qui seguita appare quella "in bianco e nero di una città", come rileva la stampa – spiega Antonini – I propositi del ministro e dunque del governo Monti, corrispondono esattamente a ciò su cui un gruppo di studiosi aquilani, finora "vox clamantis in deserto”, stiamo insistendo da mesi, a ciò che io ho sostenuto in articoli di stampa ed interviste pubblicate dal 2009 ad oggi ed a ciò che confermerò, esplicitandolo più articolatamente, nel mio libro».
Secondo Mons. Antonini L’Aquila andrebbe ripensata «come città turistica, in una riconversione dell’economia di base del territorio sostanziata sull’unica nostra risorsa ‘strutturale’ odierna: natura-arte-cultura, che assieme ad attività economiche complementari (polo universitario, polo elettronico, ecc.) sarebbe eccellente materia prima per un’idustria turistica di montagna solida, non delocalizzabile e che potenzierebbe la città ma anche l’intero comprensorio montano, anzi, in un’offerta turistica mari/monti, lo stesso asse trasversale Tirreno-Adriatico».
Essenziale per il prelato la ricostruzione del «patrimonio edilizio architettonico-artistico religioso e civile, nonché dell’intero centro storico cittadino entro le Mura Urbiche, che sia di qualità in modo che diventi più attrattivo e competitivo turisticamente: quindi recuperato in base al criterio direttivo della Bellezza rimediando a quegli errori architettonici, edilizi ed urbanistici del passato, segnalati nel libro dandone idee di soluzione».
Non di minore imprtanza, infine, «una larga intesa nel governo comunale quale unico strumento politico idoneo a realizzare con determinazione tale storica immane impresa, con elementi presi dalle varie forze politiche e dalla società civile in modo da ‘unire’ gli Aquilani come fu nel 1254 alla fondazione stessa della città».