Stupro Pizzoli, Rossini: «Utilizzato strumento di ferro»

24 febbraio 2012 | 14:57
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Stupro Pizzoli, Rossini: «Utilizzato strumento di ferro»

L’Aquila, 24 feb 2012 – «Nello stupro è stato utilizzato uno strumento metallico, di ferro». Lo ha detto al Tgr regionale, il Procuratore capo della Repubblica dell’Aquila, Alfredo Rossini, parlando dell’oggetto utilizzato con efferatezza dal militare di 21 anni dell’hinterland di Avellino, (arrestato ieri per tentato omicidio e violenza sessuale) nei riguardi della studentessa universitaria di 20 anni di Tivoli.

Nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei riguardi del militare appartenente al 33/Esimo reggimento di artiglieria terrestre "Acqui" dell’Aquila, si afferma che non c’è stato rapporto sessuale nel senso tradizionale del termine, la violenza sessuale è stata praticata con efferatezza utilizzando appunto un corpo estraneo del quale il militare si sarebbe disfatto e mai ritrovato per l’abbondante presenza di neve.

«E’ un fatto gravissimo quello a cui abbiamo assistito, perchè ci sono degli aspetti che senz’altro si collegano con il fatto sessuale ma specialmente c’e la violenza – ha commentato poi Rossini – Secondo me non avrà possibilità di rimettersi in sesto, certo la situazione lì è compromessa, profondamente compromessa».

MARTEDì PROSSIMO L’ INTERROGATORIO – E’ stato fissato per martedì 28 febbraio l’interrogatorio di garanzia del militare di 20 anni originario dell’hinterland di Avellino, arrestato con l’accusa di tentato omicidio e violenza sessuale in relazione all’inchiesta sullo stupro ai danni di una giovane studentessa di 20 anni di Tivoli (Roma) fuori una discoteca a Pizzoli (L’Aquila) nella notte tra l’11 e il 12 febbraio scorsi.

Il giovane, assistito dall’avvocato Alberico Villani, del Foro di Avellino, è finito in manette dopo 12 giorni di indagini serrate, portate avanti dai carabinieri del comando provinciale dell’Aquila che lo hanno prelevato ieri mattina all’interno della caserma del 33/Esimo Reggimento di artiglieria terrestre "Acqui" dell’Aquila.

Da ieri il giovane militare, volontario in ferma breve, si trova nel carcere "Castrogno" a Teramo in cui si trova un’area dedicata ai detenuti per crimini a sfondo sessuale. Ad inchiodare l’arrestato, che è stato sospeso cautelativamente dal servizio, le tracce di sangue trovate sulla camicia, su una mano e su un braccialetto. Secondo i Ris di Roma il sangue è della giovane studentessa dell’università dell’Aquila. Per gli investigatori non c’è stato rapporto sessuale nel senso tradizionale del termine, la violenza sessuale è stata praticata con efferatezza, utilizzando un corpo estraneo, mai ritrovato dai carabinieri, nonostante i ripetuti sopralluoghi dentro e fuori la discoteca. Il ventenne ha sempre sostenuto che l’universitaria era consenziente. La studentessa è ancora ricoverata in stato di choc nel reparto di Ginecologia dell’ospedale dell’Aquila.

TITOLARE DEL GUERNICA: NON CREDEVO FOSSE CAPACE DI UNA TALE VIOLENZA – «Era tranquillo» Francesco Tuccia, il militare irpino ventenne arrestato con l’accusa di tentato omicidio e violenza sessuale. Tanto tranquillo che «non avrei pensato che fosse capace di una violenza così grave».

A parlare è il titolare della discoteca "Guernica", Luigi Marronaro, annunciando che il locale sarà riaperto domani. «Dopo il grave fatto, abbiamo aumentato la sicurezza all’interno del locale e previsto un metronotte all’esterno. La discoteca è stata dissequestrata dopo i dieci giorni di chiusura stabilita dal questore su richiesta dei carabinieri. Abbiamo deciso di riaprire perché, nonostante ancora scioccato da quanto accaduto, dobbiamo andare avanti perché questo è il nostro lavoro».

Marronaro sottolinea che «a vedere il ragazzo che abbiamo bloccato e che poi è rimasto tranquillo per tutta la notte fino alle 8 di mattina nella discoteca mentre i carabinieri facevano le indagini, non avrei pensato che fosse capace di una violenza così grave. A me ha detto "l’ho solo baciata e avuto un rapporto sessuale"».

Il titolare della discoteca è stato il primo a soccorrere e a salvare la vita alla studentessa trovata fuori dal locale svenuta e insanguinata in mezzo alla neve e con una temperatura di 10 gradi sotto lo zero. «In trenta anni di attività – prosegue – al di là di scaramucce risolte con l’intervento degli addetti della sicurezza, non mi era mai successo nulla del genere. Ho avuto paura che la ragazza morisse. Qualcuno mi ha detto che ho sbagliato a muoverla, ma non ci ho pensato un attimo a trasferirla all’interno perché altri cinque minuti lì fuori e avrebbe rischiato seriamente di morire. Nonostante avessi vestiti pesanti, non riuscivo a stare fuori».

GIP: «LA STUDENTESSA POTEVA MORIRE» – «Sarebbe potuta morire la studentessa di Tivoli (Roma) vittima di una “brutale” violenza sessuale verificatasi all’alba del 12 febbraio scorso all’esterno di una discoteca di Pizzoli». Lo scrive il Gip del Tribunale dell’Aquila Giuseppe Romano Gargarella nell’ordine di custodia cautelare in carcere nei confronti di Francesco Tuccia, il 21enne di Montefredane (Avellino) accusato di aver stuprato la ragazza (iscritta all’ateneo aquilano) conosciuta nella notte nel locale da ballo. Al giovane, militare volontario in ferma breve in servizio presso il 33/mo Reggimento artiglieria terrestre Acqui dell’Aquila, vengono contestati i reati di violenza sessuale aggravata e tentativo di omicidio. In particolare quest’ultimo reato è stato rubricato in quanto la studentessa, dopo aver subito le "sevizie" del caporale dell’Esercito, è stata abbandonata dallo stesso «in prossimità di una porta antincendio semincosciente in una pozza di sangue, seminuda, esposta anche alla morte» per le bassissime temperature «se il titolare della discoteca non l’avesse rinvenuta per caso» intorno alle quattro del mattino. Il Pm David Mancini prima e il Gip dopo, facendo proprie le risultanze investigative dei carabinieri della Compagnia e del Reparto Operativo del Comando provinciale dell’Aquila, parlano di violenza esercitata con «estrema brutalità», ricorrendo anche ad un corpo estraneo che non è stato mai rinvenuto. Nell’ordinanza, inoltre, il giudice Gargarella sottolinea, motivando l’esigenza cautelare, «il pericolo della reiterazione di ulteriori reati della stessa specie». Le condizioni della studentessa, intanto, migliorano leggermente. Ricoverata all’ospedale dell’Aquila, sarà a breve sottoposta ad un nuovo intervento chirurgico.