
Pescara, 27 feb 2012 – Salta il controesame dell’ex titolare di Villa Pini di Chieti, Vincenzo Angelini, al processo riguardante presunte tangenti nel mondo della sanità abruzzese. Il legale dell’ex imprenditore della sanità l’avvocato Sergio Menna, ha presentato un certificato medico con la diagnosi di disfonia.
Angelini, che è anche imputato in questo processo, durante l’udienza del 15 febbraio scorso è stato ascoltato dai giudici del collegio pescarese in qualità di parte offesa. E’ la seconda volta che l’ex titolare di Villa Pini presenta un certificato medico. Angelini ha allegato anche una lettera: «devo ancora una volta – ha scritto – le mie umili e sentitissime scuse. E’ evidente che in questa fase della mia vita lo stress e la depressione indeboliscono le mie difese immunitarie».
L’avvocato Menna ha presentato anche una istanza per chiedere il rinvio dell’udienza. Il procuratore Trifuoggi ha espresso parere contrario sostenendo che il certificato serve a giustificare la mancata presenza di Angelini come testimone, ma non a ritenere che vi sia un assoluto impedimento a comparire come imputato. Il tribunale ha dunque disposto la visita medica a domicilio per Angelini per valutare l’impossibilità a comparire. L’udienza è stata sospesa per un’ora.
ANGELINI NON PUO’ COMPARIRE, PROCESSO RINVIATO – E’ stato rinviato per l’assoluto impedimento a comparire di Vincenzo Angelini il processo riguardante presunte tangenti nel mondo della sanità abruzzese. Lo ha deciso il tribunale collegiale di Pescara in quanto la visita medica ha accertato che Angelini oltre ad uno stato di totale afonia ha anche la febbre a 38. Pertanto si trova in una condizione di impedimento assoluto a comparire per motivi di salute. La prossima udienza si terrà il 2 marzo.
CAIAZZA, SPERIAMO IN PROCESSO IN TEMPI RAPIDI – «Noi abbiamo interesse affinchè il processo si definisca in tempi più rapidi. Come vedete questi slittamenti non dipendono da noi, non desidero commentare, c’è stata una visita fiscale e ne prendo atto». Lo ha detto l’avvocato Giandomenico Caiazza, uno dei difensori dell’ex presidente della Regione Ottaviano Del Turco, a margine del processo su presunte tangenti nel mondo della sanità abruzzese. «Rilevo – ha proseguito Caiazza – che il processo si arena su un capitolo fondamentale, vale a dire, il controesame degli accusati del principale accusatore, anzi, direi dell’unico accusatore. Questo è il dato di fatto, siamo arenati qui tra mille malattie. Facciamo un augurio di buona salute, anche per il processo, perchè noi vorremmo fare quelle domande, quei riscontri e quelle contestazioni che andavano fatte ad Angelini quattro anni fa. Noi le faremo ora, meglio tardi che mai».
Sulla revisione della lista dei testimoni auspicata anche dal presidente del collegio per accellerare i tempi del processo, Caiazza ha detto di essere disposto: «la nostra lista testimoniale – ha fatto notare – è tra le più asciutte. Non ricordo il numero esatto dei testimoni, forse 36, comunque sono pochi e comuni alla gran parte degli imputati che hanno una posizione analoga. Questo – ha sottolineato – è sicuramente un punto che noi abbiamo sollevato per primi, anche l’altra volta con il presidente, a cui abbiamo detto cerchiamo una soluzione anche sulla liste testimoniali, anche perchè il tribunale si era riservato, come è nei suoi poteri, di tagliare le liste sovrabbondanti. Quindi, a cominciare naturalmente dalla procura, che vorrei ricordare ha presentato quasi 200 testimoni, tra cui Romano Prodi, sarebbe il caso di ragionare tutti insieme, se è interesse comune a farlo questo processo». Su questo aspetto il difensore di Del Turco ha detto di avere «già da tempo forti dubbi. Mi auguro di essere smentito, quindi, per esempio se facessimo tutti un bel lavoro sulle liste, nel senso di sfoltirle, sarebbe già una grande cosa».