Sanità Abruzzo, Paolucci (Pd): il Corriere smentisce Chiodi, ora spiegazioni

Pescara, 27 feb 2012 – «Il Corriere della Sera scrive oggi che il bilancio della sanità abruzzese continua ad essere in rosso citando fonti ministeriali. L’Abruzzo sarebbe ancora nel girone delle Regioni poco virtuose». Lo afferma in una nota, il responsabile regionale del Pd, Silvio Paolucci.
«Si tratta – ha aggiunto – di uno scenario opposto a quelli descritto da Chiodi: il presidente-commissario a questo punto ha il dovere di intervenire e spiegare dov’è la verità. Chiodi spieghi ai cittadini ed agli operatori se gli sforzi ai quali vengono chiamati e i sacrifici che stanno facendo stanno producendo risultati. Vada in Consiglio regionale e parli a carte scoperte».
CHIODI: DATI INFONDATI. PER IL SECONDO ANNO SIAMO IN AVANZO – Il dato sul «deficit sanitario abruzzese, riferito stamattina dalla stampa nazionale, è completamento infondato e distorsivo rispetto ai risultati ottenuti nel 2011, che ci consegnano, per la seconda volta nella storia dei conti sanitari, un bilancio di esercizio con un avanzo di 11 milioni 123 mila euro, così come si desume dal CE, modello economico ministeriale, IV trimestre 2011. Un esito lusinghiero che migliora perfino la nostra previsione programmatica per il 2011». Il commissario ad Acta per la Sanità è intervenuto a puntualizzare che «la cifra "erroneamente" diffusa dalla stampa nazionale, ovvero quei 62 milioni 905 mila euro di deficit per l’Abruzzo, fa riferimento ad un dato tendenziale, ormai superato dai fatti, grazie ad una manovra antideficit del Commissario, varata la scorsa estate». Il commissario Chiodi ha spiegato che nel programma operativo, licenziato con decreto commissariale n. 22 del 6 luglio 2011, si individuavano una serie di manovre, per un importo pari a 43 milioni 410 mila euro, «destinate a correggere proprio quel deficit tendenziale. I dati che si desumono dal CE ci forniscono, invece, un risultato di esercizio che, per la seconda volta nella storia dei conti sanitari dell’Abruzzo, dopo l’avanzo di un milione 300 mila euro nel 2010, fa registrare un segno positivo. Insomma – aggiunge Gianni Chiodi – sono stati proprio gli interventi sul personale, sulla farmaceutica, sui privati e su varie componenti di spesa, tra cui consulenze e missioni, a determinare non solo il superamento del dato tendenziale ma perfino quello previsionale e a portarci a concludere il 2011 con un avanzo di oltre 11 milioni di euro. Tutta la documentazione inerente il Piano sanitario regionale, le procedure per l’accreditamento definitivo e i contratti stipulati con i privati sono al vaglio dei Ministeri».
D’ALESSANDRO, SANITA’ ABRUZZO: CHIODI E’ UNA DELLE SETTE PIAGHE «E’ da tre anni che con Chiodi Commissario non esiste più un servizio pubblico degno di questo nome. Sono più di mille giorni che Chiodi costringe migliaia e migliaia di cittadini abruzzesi, sovente i più deboli, a pagarsi di tasca propria le prestazioni, a pagarsi cure e servizi che dovrebbero essere garantiti dalla Sanità pubblica, per i quali i cittadini abruzzesi oltre alle tasse pagano anche le addizionali».
Questo il commento di Cesare D’Alessandro, che puntualizza: «Ormai Chiodi, in Abruzzo, ha precarizzato tutto, ha ridotto a un colabrodo i servizi più delicati che riguardano il sistema di assistenza ai malati cronici, agli anziani non autosufficienti, ha allungato a dismisura le liste di attesa, ha chiuso ospedali, ha creato enormi disuguaglianze sui territori, ha tagliato le risorse ai più deboli, ma si è ben guardato dall’affondare la lama là dov’erano e sono rimasti i grandi interessi, quelli di bottega e non solo. Oggi Chiodi ci espone un pareggio nei conti, ma con un default pauroso nei servizi sanitari. E’ giunto il momento di superare il commissariamento e che smetta i panni del faraone, perché le piaghe sono troppe.
Da ormai tre anni a questa parte, ha combinato solo guai; gliel’ha detto anche il Ministero della Salute che, pacatamente, ha cercato di fargli capire che la Sanità pubblica non può vivere di soli tagli alle spese, ma vanno soprattutto rimosse le cause di spreco e dissipazione delle risorse pubbliche».
«E dulcis in fundo – conclude D’Alessandro – è arrivata la Corte dei conti regionale che ha messo il dito sulla piaga della corruzione nel sistema degli appalti, in particolare della Sanità, dove Chiodi ha applicato l’antica massima latina del “quieta non movere et mota quietare. Così tutto funziona, con gli stessi identici vizi, in maniera gattopardesca».