Studio Chiodi Tancredi, D’Alessandro: «Dieci domande al Governatore»

L’Aquila, 27 feb 2012 – «Dopo l’intervento di Carlo Costantini sul crack dei fratelli Nicolino e Maurizio Di Pietro, arrestati per bancarotta, il Governatore Chiodi, nel cui studio professionale le Società coinvolte ricevevano assistenza fiscale, non ha dato la benché minima risposta ai chiarimenti richiesti dal Capogruppo Idv. Ciò è inaccettabile!»
Queste le parole di Cesare D’Alessandro, vicecapogruppo regionale Idv che rivolge direttamente a Gianni Chiodi alcune domande sull’ «intreccio giudiziario-professionale e, di conseguenza, politico relativo al caso dei fratelli Di Pietro e dei loro rapporti con lo studio Chiodi-Tancredi».
«I cittadini abruzzesi hanno il diritto di sapere in merito all’operato di Chiodi, in quanto uomo pubblico, il cui comportamento non può essere circoscritto ad un ambito professionale – spiega D’Alessandro – Come tutti sanno, un paradiso fiscale è uno Stato che garantisce un prelievo, in termini di tasse, molto basso o addirittura nullo. Cipro, che sta nella lista nera dell’OCSE, è uno di questi».
Le dieci domande a Chiodi:
– Lei, presidente Chiodi, è a conoscenza che Cipro è sulla lista nera dei Paradisi fiscali stilata dall’OCSE?
– Il suo studio professionale ha mai costituito società nell’isola di Cipro? E in particolare, per conto di Nicolino e Maurizio Di Pietro?
– Il suo studio professionale era a conoscenza dei trasferimenti di capitali, peraltro illegalmente acquisiti, in varie banche inglesi con filiali in Svizzera?
– I soldi che successivamente rientravano in Italia dalla Svizzera non hanno mai fatto sorgere in Lei e nel suo socio il minimo dubbio?
– È in grado, signor Governatore, oltre alla bancarotta di cui i fratelli Di Pietro dovranno rispondere in sede penale, di quantificare l’evasione fiscale determinata dal vorticoso giro di capitali nel “paradiso” cipriota?
– Da quasi un mese, pressoché quotidianamente, il suo studio viene chiamato in causa da articoli di stampa sui quali Lei tace; ritiene, caro Governatore, che la questione non la riguardi?
– Perché, quando il suo studio professionale è stato perquisito dall’Autorità Giudiziaria, Lei non lo ha mai reso pubblico?
– Perché non dà all’opinione pubblica abruzzese la sua versione dei fatti?
– Ritiene che la vicenda del crack dei fratelli Di Pietro, impresari edili di movimento terra da sempre, improvvisamente impresari di movimento di capitali illegali, costituisca un complotto contro di Lei?
– Non ritiene forse giusto che gli abruzzesi, i quali da 4 anni pagano ogni sorta di tasse per ripianare i debiti contratti, debbano sapere da chi sono guidati e in che maniera.