
L’Aquila, 29 feb 2012 – Ad aprire la serata questa sera, al Ridotto del teatro comunale è stato il segretario del partito, Francesco Iritale che ha voluto ricordare Massimiliano Giusti, il ragazzo aquilano che ha perso la vita sul Gran Sasso. «Oggi votare Cialente – ha detto – significa voler bene a questa città».
Il sindaco Cialente ha ricordato che Bersani è stato il politico più vicino all’Aquila nel post sisma. «Le primarie sono una grande festa – ha detto il sindaco – Gli aquilani devono raccogliere questa opportunità. Ho riflettuto un po’ troppo prima di ricandidarmi. Dovevo prima interrogarmi per capire se avevo fato tutto il possibile. So di aver sbagliato alcune cose ma non sono superman».
Prima dell’incontro con gli aquilani Bersani ha affrontato anche temi nazionali: sulla Tav ha sottolineato che è stato ridimensionato al minimo l’impatto ambientale. «La discussione – ha detto – deve continuare non sul se ma sul come. L’importante è continuare a dialogare con le popolazioni. Ci sono gli Anarco-insurrezionalisti che cercano acqua su cui navigare. Su questo non si passa. Abbiamo già dato».
«Le Primarie sono un grande fatto di democrazia, le abbiamo inventate noi. Sono qui per dire che noi qui abbiamo una persona che ci ha messo il cuore, la testa e i piedi perchè Massimo Cialente non si è mai allontanato da qui. Esprime l’orgoglio aquilano». Il leader del Pd si è espresso in termini lusinghieri, quasi paterni, nei confronti del sindaco uscente. Si è mostrato molto rilassato concedendosi una conversazione all’insegna del fair play. Non una parola di attacco per il centro destra. «L’Aquila ora deve andare avanti con la fase due. É necessario che sia guidata da chi conosce le cose. Da chi ha vissuto questa vicenda e sa indicarci la strada prendendoci per mano. Massimo è la persona giusta».
Il numero uno del Pd ha smentito un suo intervento “provvidenziale” teso a ricompattare il partito a livello locale sul nome di Cialente. «Nessun dubbio su Massimo, non deve neanche chiedermelo – ha tagliato – Non è mai stata messa in discussione la sua ricandidatura. Dopo averci pensato bene mi ha detto: ci sto. Noi siamo con Massimo perchè la ricostruzione ha bisogno di persone oneste».
Prima di prendere la parola dinanzi alla folta platea del Ridotto del teatro comunale, Bersani ha incontrato gli operai della Finmek che con la riforma delle pensioni hanno visto allontanarsi la possibilità di esodo retribuito. Bersani ha definito inaccettabile la condizione di questi lavoratori. «Ci vuole un tavolo con il governo – ha detto – Non esiste che si chiude il discorso pensioni se prima non si risolvono i problemi dei lavoratori che non si agganciano». Su questo tema il parlamentare, Giovanni Lolli ha ipotizzato che una soluzione per le maestranze possa essere trovata nella legge sul terremoto che sarà discussa l’8 marzo alla presenza del ministro Barca sul Comitato ristretto. Porteremo a casa presto il risultato.
«La nomina di Barca – ha spiegato Bersani – è stata una nostra richiesta. Crediamo si debba mettere fine al commissariamento la legge sarà approvata a breve». Bersani ha rassicurato anche sui fondi delle ricostruzione: «Ci sono – ha detto – Mi sembra però che qui la cosa più importante sia il lavoro». «Avevamo capito subito che il modello di ricostruzione era sbagliato. Non poteva funzionare la storia dei commissariamenti. Un metodo barocco che mette nelle condizioni un sindaco di non decidere. Questa idea di centralizzazione del “ghi pensi mi'” non è andata bene. Ora le condizioni sono mutate. Con questo governo si può ragionare. Abbiamo chiesto un ministro che per compito prenda per mano questa ricostruzione. Le cose che sta facendo il governo Monti dimostrano che Cialente aveva ragione». Una battuta anche sulla zona franca, «una presa in giro». A.Cal.