Grandi rischi: «Dissi a mia sorella “Ilaria torna”, lei mi disse “non c’è pericolo”»

L’Aquila, 29 feb 2012 – Le parole dei familiari delle vittime del terremoto del 6 aprile 2009 si susseguono davanti al giudice, Marco Billi, titolare del procedimento che vede alla sbarra i 7 componenti della Commissione Grandi rischi che il 31 marzo si riunirono a L’Aquila con lo scopo di valutare il rischio dello sciame sismico in atto da alcuni mesi.
I testi dell’avvocato di Parte civile Roberto Madama, hanno ripercorso lo stato d’animo dei loro cari nei giorni prima del sisma. Fabio Lauri, fratello Piergiorgio, uno delle 8 giovani vite spezzate nel crollo dell’ala nord della Casa dello Studente parla della scossa delle 23 del 5 aprile: «Stando a quello che ci veniva detto, per me era l’epilogo di quello sciame sismico. Nessuno di noi aveva subito un terremoto di quelle dimensioni, forse avevamo bisogno di credere che stesse scaricando, di tranquillizzarci».
E ancora Alessandra Rambaldi, sorella di Ilaria, la studentessa di Ingegneria Edile architettura morta nel crollo di una palazzina di via Campo di Fossa ricorda che nelle loro telefonate parlavano spesso delle scosse. «Ci chiamava spesso quando avvertiva le scosse. Durante l’ultimo periodo, quando le scosse avevano un’intensità e una frequenza maggiore, tornava più spesso a casa, a Lanciano. È tornata a L’Aquila perché il 31 marzo c’è stata una commissione che ha espresso il fatto che le scosse non avrebbero portato ad una catastrofe. Ricordo che sopo le parole degli esperti lei si era tranquillizzata, anche nel suo atteggiamento».
«Alla prima scossa del 5 aprile mi scrisse Aiuto. Le dissi al telefono “Ilaria torna, Ilaria torna” e lei mi rispose “non c’è pericolo”. Mio padre ha provato ad andarla a prendere ma mia sorella ha sempre rifiutato».
Il padre delle giovani, Giuseppe, ricorda che la figlia «dopo le scosse chiamava sempre da piazza Duomo dove si radunavano, lo fece anche il 30 marzo. La sera del 5, a mezzanotte, le dissi che la sarei andata a prendere. Mi disse di no».
Da Maurizio Cupillari, psichiatra della Asl aquilana, a Monica Mazza, ricercatrice di psicologia dell’Università de L’Aquila, e Noemi Taddezio hanno parlato dei disturbi dei sopravvissuti. La Mazza ha anche illustrato brevemente il contenuto di due studi, uno pubblicato e uno in via di pubblicazione, dove vengono descritti i danni psicopatologici e biologici: «Dalla risonanza magnetica funzionale è visibile la modifica delle strutture celebrali».
di Sarah Porfirio