
L’Aquila, 1 mar 2012 – Cinque minuti a disposizione per descrivere L’Aquila del futuro senza possibilità di contraddittorio. Questo il duello dialettico al quale si sono prestati i due sfidanti delle primarie: Il sindaco uscente Massimo Cialente e Vittorio Festuccia. Cosa ci faccio Qui? Questa la domanda rompi-ghiaccio per i candidati: «Perché il numero di errori che abbiamo fatto è nettamente inferiore rispetto alle cose che abbiamo fatto bene – ha esordito Cialente -. Mi ricandido perché credo di aver acquisito una grandissima esperienza insieme alla squadra. Abbiamo fatto battaglie per questa città e soprattutto contro la struttura commissariale che ci ha fatto perdere quasi due anni. Ora si è aperta una strada nuova, quella della fine del commissariamento. Io credo che con altre candidature come quella di De Matteis si rischia di ritornare indietro».
«Se il modello della ricostruzione era sbagliato la colpa è anche del Comune – ha rintuzzato Festuccia -. Io penso che bisogna avere il valore della discontinuità. Una fetta della responsabilità è anche del Comune dell’Aquila. Avremmo dovuto mettere fine prima ala commissariamento. Oggi non mi interessa parlare del centro destra. Un passo diverso a questa città va dato. Io mi candido per questo».
Sulla zona franca Cialente ha spiegato che la vicenda non si sblocca se prima il governo non fa richiesta alla Ue di ritirare la proposta di modifica. Diversa l’opinione di Festuccia sulla incresciosa vicenda: «Chi ha chiesto la Zfu doveva sapere che era una missione impossibile perché in deroga». E via con la seconda domanda: Cosa i due candidati mettono a disposizione della città se saranno eletti? «Metto a disposizione la mia esperienza – dice Cialente -. Ho condotto tutta una serie di battaglie da quella del trasferimento degli uffici sventati nel post sisma, al mantenimento della corte d’Appello». «Io metto a disposizione la volontà di partecipare ad un nuovo progetto di città – ha replicato Festuccia – che possa avere un rapporto diverso con i livelli istituzionali. Il sindaco avrebbe dovuto dire facciamo insieme e non: faccio io».
Sul tipo di consenso elettorale aspettato il sindaco uscente confida sui singoli cittadini: «Non credo di avere un tipo di consenso fra la società organizzata – ha detto -. Io credo che il voto sarà molto libero. Vista l’assoluta disgregazione, credo che la gente voterà con la propria testa». Chiaro invece il tentativo di Festuccia di guadagnare il consenso della Triplice: «Ho fatto gli incontri con tutti i sindacati – ha detto -. Abbiamo fatto anche questo passaggio».
I cittadini di Onna hanno tentato invece di inchiodare i candidati sulla spinosa questione della Variante Sud il cui progetto prevede il passaggio attraverso l’abitato di Onna con una sopraelevata di 7 metri e perfino un sovrappasso per Monticchio. «Va rivalorizzato il percorso fluviale con le piste ciclabili – ha detto Festuccia -. Bisognerà ragionare insieme. Occorre modificare il percorso spostandolo verso Sud». Cialente è partito dalla necessità di avere la variante Sud, come parte di un raccordo di cui tutte le città si dotano: «E’ delittuoso farla passare per Onna – ha detto -. L’Anas ha sospeso la gara e sta facendo un progetto che scavalca due volte il fiume. Si sposterà più a Sud». A.Cal.